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urbano pubblico e privato a genova
Italia Nostra Legambiente Wwf
LA PROPOSTA PER IL VERDE URBANO PUBBLICO E PRIVATO A GENOVA
Fino ai primi del Novecento Genova era internazionalmente nota come “città dei giardini” per la bellezza e la varietà botanica che le tante aree verdi racchiudevano. La situazione, oggi, è profondamente mutata: nonostante la nuova vocazione turistica genovese, quegli stessi parchi un tempo vanto cittadino hanno conosciuto un forte degrado dovuto ad un invecchiamento complessivo della popolazione arborea, ad una scarsa manutenzione e ad una gestione confusa e priva di adeguati finanziamenti. Inoltre, eccettuati gli effimeri interventi di Fiumara e della cosiddetta “fascia di rispetto” a Prà, ad una costante crescita edilizia cittadina non ha corrisposto la realizzazione di alcun nuovo spazio verde che concorresse a garantire il mantenimento degli standard urbanistici secondo legge.
Al di là dei possibili risvolti di richiamo dal punto di vista turistico, il verde pubblico cittadino svolge un’insostituibile funzione sociale ed ambientale - e, per i parchi storici, culturale. È per questo che ogni grande città dovrebbe garantire un’articolata offerta di verde in grado di colmare tutte le diverse esigenze, assolvendo a funzioni d’uso differenti. Proprio per utilizzare al meglio le varie tipologie di parchi e giardini, valorizzandone le singole particolarità, bisogna considerare ogni realtà del verde cittadino come facente parte di un sistema unico al quale guardare complessivamente.
Italia Nostra, Legambiente e Wwf sono convinte che sia necessaria un’inversione di tendenza che porti il verde ad essere considerato come un’importante specificità territoriale ed un bene primario non negoziabile.
Le diverse tipologie di verde che formano il sistema genovese presentano ognuna proprie peculiarità e devono perciò essere destinate ad usi differenti:
- Per quanto riguarda i parchi urbani, essi devono essere riconosciuti come i luoghi privilegiati per l’attività sportiva, lo svago e la vita conviviale. Devono pertanto essere dotati di percorsi segnalati per la corsa, di piste ciclabili, di campetti da gioco, di aree destinate al picnic ed al gioco dei cani. Va migliorata l’accessibilità agli attuali parchi urbani sia con un potenziamento dei mezzi pubblici (autobus e funicolari) e individuando specifiche aree di parcheggio e ricreando i percorsi pedonali.
Particolare attenzione deve essere dedicata al pieno recupero dei Parchi dei Forti, risorsa importantissima, cosi come del Parco dell’Acquedotto Storico
Accanto alle aree già esistenti, è opportuno creare un nuovo spazio verde a Ponente in grado di garantire quella vivibilità necessaria ad una popolazione per decenni preda dei fumi e dei miasmi dell’industria pesante evitando interventi effimeri come a Fiumara.
- I giardini attrezzati devono ritornare ad essere la vera e propria valvola di sfogo dei quartieri cittadini, svolgendo appieno un’insostituibile funzione sociale. Tali spazi, gestiti e manutenuti con la supervisione vincolante dei Municipi che possono contare su un più diretto contatto con le comunità locali devono essere recuperati e adibiti a luoghi d’incontro e di svago per gli anziani, i bambini e i disabili. È opportuno si adottino soluzioni ad hoc e in loco per la sgambatura dei cani.
Gli interventi di affido ed adozione da parte di comitati di cittadini sono apprezzabili esempi di partecipazione civile, ma non ci si può illudere che la manutenzione di tali giardini possa essere totalmente demandata a questi ultimi.
- Gli orti urbani possono essere incentivati ma anche regolamentati.
- Grande importanza deve essere garantita anche al verde interstiziale, al verde d’arredo ed alle aiuole, in grado di abbellire la città e di garantire un minimo ristoro, anche visivo, ai cittadini. Questo verde, invece, conosce oggi una fase di totale smantellamento ed abbattimento, purtroppo del tutto consapevole, per interessi commerciali, come sta avvenendo per Parco Serra (tra via Serra e via Galata), già parco ottocentesco, sviluppo di un giardino cinquecentesco di cui rimangono tracce nel Tennis Club.
- Particolare attenzione va al verde urbano della città ottocentesca, realizzato con grande sensibilità paesistica: pensiamo a Circonvallazione a monte (dove la stessa tipologia degli alberi era stata studiata in rapporto alle visioni panoramiche), a piazza Corvetto con Villetta Di Negro e l’Acquasola, a via Corsica e alla sua conclusione panoramica nella Rotonda (che non deve essere occupata da inutili ingombri).
- Seguendo l’esempio di altre città europee, si dovrebbero creare dei veri corridoi verdi in grado di collegare tra loro parchi e giardini oggi isolati l’uno dall’altro, dotandoli di percorsi pedonali preferenziali ed attrezzati. Su questo tema l’Università di Genova è in grado di fornire precise informazioni e formulare concrete proposte.
- I Parchi storici, perché concepiti come opere d’arte a cielo aperto e il cui stato di degrado rende necessari interventi immediati pena la loro sparizione nell’arco di pochi decenni, hanno bisogno di una trattazione più specifica ed articolata. Genova era ricchissima di giardini storici, dalla Villa Duchessa di Galliera a Voltri a Villa Pallavicini e Villa Doria a Pegli, a Villa Imperiale Scassi a Sampierdarena, a Villa Di Negro Durazzo a Fassolo, a Villa Imperiale a San Fruttuoso, ai Parchi di Nervi e a tanti altri.
Troppo facilmente, in mancanza di verde pubblico, nel tempo questi giardini sono stati utilizzati come verde attrezzato dimenticando che non si tratta solo di semplici giardini bensì di vere composizioni architettoniche, alcune già cinquecentesche (Villa Imperiale Scassi a Sampierdarena), altre settecentesche, dovute a grandi artisti.
Particolare importanza per la loro estensione assumono i tre principali giardini storici genovesi, il Parco di Villa Duchessa di Galliera a Voltri, quello di Villa Pallavicini e Villa Doria a Pegli e i Parchi di Nervi (comprensivi di Villa Luxoro), che rappresentano esempi di grande rilevanza storica, paesaggistica, botanica, oltre a racchiudere notevoli potenzialità turistiche. Il loro valore, la loro unicità e fragilità rendono necessaria la nascita di strutture di gestione ad hoc capaci, da una parte, di rispettarne ed esaltarne le specificità e, dall’altra, di garantirne la più completa e compiuta tutela.
Al fine di attuare una politica di supervisione, di coordinamento e di controllo, Italia Nostra Legambiente Wwf giudicano imprescindibile la ricomposizione, all’interno dell’Amministrazione Comunale, di uno specifico ufficio centrale del verde, dotato di una struttura che riporti nella pianta organica comunale le competenze tecniche e scientifiche. Come del resto previsto dalle indicazioni programmatiche della sindaca Vincenzi
Questo ufficio dovra’ in coordinamento con le municipalità destinare risorse umane e tecniche a ogni singolo parco con l’impegno a redigere un piano di manutenzione e di investimenti da discutere nei municipi, coi cittadini e le associazioni. Questo al fine di inaugurare una gestione partecipata del verde cittadino nel rispetto delle diversità e delle problematiche che vanno individuate area per area da personale competente destinato a cio’ e dai residenti.
Condizione necessaria per il completamento di tutti gli interventi prospettati, prendendo esempio da importanti realtà (come la città di Torino Milano e Roma), è quella della redazione di un Regolamento del Verde pubblico, ma anche privato, da predisporre nel corso del prossimo mandato amministrativo, e frutto del lavoro di professionisti ed esperti riconosciuti nel campo, che si integri perfettamente e non solo si affianchi al PUC ed al Regolamento Edilizio, fissando principi precisi e universalmente riconosciuti ai quali appellarsi, seguendo la “ Carta di Firenze”.