Più di due secoli di carcere per 25 ragazzi e ragazze che hanno
partecipato alle giornate di Genova, nel luglio del 2001. La richiesta
di condanna è l'ennesimo tentativo di mettere un macigno su una storia
collettiva, anche la nostra storia. E' il tentativo ultimo di negare
la resistenza e la disobbedienza ai potenti, riscrivere la storia,
spezzare le vite umane di quei ragazzi e di quelle ragazze con il
carcere.
Non possiamo stare a guardare perché quelle condanne sono pene sulle
nostre vite. Saremo il 17 novembre in piazza per affermare il diritto
a manifestare, a disobbedire, a difendersi dalla violenza di chi, come
in quel budello di Via Tolemaide, ci caricava con i blindati lanciati
fra la folla.
Vorremmo che la manifestazione del 17 novembre sia un grande
appuntamento partecipato e costruito da tutti i soggetti che animarono
quel movimento perché crediamo che solo così quella data possa
produrre senso, essere utile per i 25 e non al palcoscenico di chi c'è
stato e ora sta dentro meccanismi di appropriazione di una memoria
comune.
Una giornata di tutto il movimento e di tutte le sue sfumature per
chiedere la liberazione dei 25 e verità e giustizia per Carlo.
Solo così potremmo essere tanti, solo così riusciremo a fare una passo
in avanti, e non due indietro, di nuovo su via Tolemaide.
