[NuovoLab] Il Nucleare di Israele? "Colpisce i bambini"

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Author: Edoardo Magnone
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] Il Nucleare di Israele? "Colpisce i bambini"
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/18-Ottobre-2007/art59.html

Il nucleare di Israele? «Colpisce i bambini»

Commissione di medici internazionali denuncia: rare forme di tumore nei bambini
che vivono vicino alle centrali. L'esperto palestinese Mahmud Saada: c'è tanto
cesio 137 come vicino a Cernobyl

Michele Giorgio
Gerusalemme

Oggi Ehud Olmert sarà a Mosca per un incontro a sorpresa con Vladimir Putin che
avviene, certo non a caso, dopo la visita del presidente russo a Teheran. Il
premier israeliano, riferivano ieri dal suo ufficio, intende discutere con il
presidente russo una serie di questioni regionali di grande rilievo, a
cominciare ovviamente dal programma nucleare iraniano. Tuttavia Olmert, oltre a
puntare l'indice contro Teheran, farebbe bene a prendere in considerazione anche
le conseguenze del proprio programma atomico, coperto da decenni da un velo
impenetrabile di segretezza, alla luce delle nuove denunce sui rischi delle
scorie atomiche per la salute degli abitanti nei Territori occupati.
Il professor Mahmud Saada, esperto palestinese e membro di una commissione
internazionale di medici incaricati della «salvaguardia dalle guerre nucleari e
dalle radiazioni», in una intervista pubblicata ieri dal quotidiano arabo
al-Hayat ha denunciato che le radiazioni emanate dal reattore nucleare
israeliano di Dimona e le scorie nucleari di tre depositi sotterranei adiacenti
sarebbero la causa di rari casi di cancro che hanno colpito bambini palestinesi
nel distretto di Dahariyeh, a sud di Hebron (Cisgiordania).

Saada ha riferito del caso di bambini palestinesi affetti da «rarissime forme di
tumori agli occhi e cervello» e di analisi di laboratorio che affermerebbero che
«le radiazioni e le scorie nucleari sotterrate in tre zone limitrofe all'area di
Daheriyeh» sono «la principale causa dei casi di cancro, aumentati negli ultimi
tempi del 60%». A ovest di Daheriyeh, ha aggiunto l'esperto palestinese, sono
state registrate percentuali di cesio 137 simili a quelle che si riscontrano a
trenta chilometri di distanza dal reattore di Chernobyl. Saada ha chiesto che
gli enti internazionali facciano i passi necessari per obbligare Israele a
«fermare lo stoccaggio sotterraneo di scorie nelle zone abitate», a «installare
un impianto per monitorare le radiazioni nucleari» e a «costruire un ospedale
per curare le malattie dovute alle radiazioni». Da parte sua Al Hayat ha
denunciato «la negligenza delle autorità israeliane» che, secondo il
quotidiano, «non avrebbe preso alcun provvedimento per esaminare la presenza di
radiazioni della zona interessata».

Già due anni fa un gruppo di medici palestinesi aveva denunciato l'aumento di
cancri e aborti spontanei in cinque villaggi a sud di Hebron, trovando sostegno
nel loro collega ed esperto israeliano Michael Shapira che non aveva escluso,
come causa delle malattie, proprio la presenza dei depositi di scorie nucleari.
Affermazioni che meriterebbero una verifica che le agenzie internazionali
competenti, però, non sembrano voler effettuare. In passato tuttavia il
Programma per la protezione dell'ambiente delle Nazioni unite (Unep) ha in più
occasioni messo in rilievo che il programma atomico e di deposito delle scorie
nucleari portato avanti da decenni da Israele continua a svolgersi senza alcun
controllo. Non è insignificante peraltro che qualche anno fa le autorità
israeliane abbiano distribuito farmaci per contenere il rischio delle
radiazioni in alcuni centri abitati del Neghev vicini alla centrale di Dimona,
dove Israele - secondo le rivelazioni fatte nel 1986 dall'ex tecnico nucleare
Mordechai Vanunu e gli studi di esperti internazionali - ha prodotto il
plutonio per costruire tra i cento e i duecento ordigni atomici che
costituirebbero il suo arsenale.

Le denunce sulle conseguenze delle radiazioni tuttavia non inducono Israele a un
ripensamento, anzi lo stato ebraico intenderebbe dotarsi della prima centrale
nucleare civile (quella di Dimona ufficialmente è solo un «centro di ricerche
avanzate»). Indiscrezioni riferite nelle scorse settimane dalla stampa locale e
internazionale parlano della scelta imminente del governo israeliano di
realizzare una centrale elettrica atomica al fine di soddisfare, almeno
parzialmente, la crescente domanda nazionale di elettricità. Dimona nel
frattempo continuerà a produrre bombe e tumori?