Repubblica Genova
Grave aggressione alla stazione Brignole ai danni di due manifestanti di ritorno da Roma: avevano una bandiera rossa
Li picchiano cantando "Faccetta nera"
GIUSEPPE FILETTO
L´UNICA sua colpa è stata quella di imbracciare quella bandiera rossa, sebbene arrotolata e con un manico di plastica che non avrebbe potuto fare del male. Eppure, E. R. e suo figlio di 19 anni, ieri mattina, di ritorno dalla manifestazione delle sinistre, a Brignole sono stati provocati, insultati, aggrediti. Per la loro appartenenza politica da 8 giovani al ritmo di "Faccetta Nera". Padre e figlio arrivavano con il treno speciale da Roma. Sono scesi alle 4,10 alla stazione insieme con altri manifestanti. Loro due, però, hanno atteso il Regionale delle 6,22 per Busalla. «Sono entrato nel bar vicino all´edicola, nell´atrio della stazione - racconta il quarantaquattrenne - mio figlio è rimasto fuori, con la bandiera». Il gruppetto si è avvicinato minacciosamente al ragazzo, cantando l´inno colonialista del Pnf, ma anche fischiettando l´Internazionale in modo dileggiante. «Ho capito le intenzioni, e per evitare il peggio ho preso io la bandiera - dice il militante del Pdci - per quietare gli animi, ho detto ai giovani di accettare un caffè; in risposta ho ricevuto una testata in faccia e mio figlio è stato spintonato a terra». Stando a quanto precisa l´impiegato, peraltro cardiopatico ed invalido, nessuno dei presenti avrebbe chiamato la polizia. «C´erano - dice - due giovani baristi, il giornalaio e perfino un ferroviere». «Un fatto grave e preoccupante - denunciano Enrico Vesco, segretario regionale dei Comunisti Italiani, e Pino Sgobio, capogruppo alla Camera - perciò invitiamo le autorità a vigilare e fare piena luce».
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Carlo
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