[NuovoLab] parte il celodurismo in salsa genovese

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21 ottobre 2007

Parte la linea dura venti romeni a casa

Una ventina di romeni, tra prostitute e pregiudicati, saranno espulsi la
prossima settimana dal prefetto, Giuseppe Romano, in base alla direttiva
europea (recepita dal governo italiano nel marzo scorso) che prevede la
possibilità di allontanare dal territorio nazionale anche i cittadini
comunitari per motivi di ordine pubblico o per difficoltà di integrazione.

I venti romeni oggetto del decreto di allontanamento del prefetto saranno
affidati alla custodia di emissari del primo ministro Calin Popescu-Tariceanu e
di un ufficiale della polizia romena attesi domani in prefettura per un secondo
vertice bilaterale, dopo quello di fine settembre, sull’allarme sicurezza
legato all’immigrazione dall’Est. La stessa normativa europea, invocata più
volte dal sindaco Marta Vincenzi e applicata ora a Genova per la prima volta,
stabilisce anche che i cittadini Ue possano essere “espulsi” dalle autorità di
polizia dei Paesi membri se, entro tre mesi dal loro ingresso, non dimostrano
di avere un lavoro ed essere in grado di sostentarsi.

E’ questo lo strumento che, secondo l’intesa tra Vincenzi, Romano e il questore
Salvatore Presenti, potrebbe essere utilizzato per mandare via dalla città quei
rom che non aderiranno al progetto di integrazione in corso di elaborazione col
governo romeno. Coi venti provvedimenti di allontanamento firmati dal prefetto,
dunque, le istituzioni genovesi inaugurano la linea dura nei confronti dei
romeni irregolari presenti in città. E protagonisti, recentemente, di gravi
fatti di cronaca. L’ultimo è la rissa tra albanesi e romeni esplosa
all’ospedale di Sampierdarena “Villa Scassi”. Ma sotto la lente di Comune,
prefettura e questura ci sono, da mesi, anche i circa 300 rom distribuiti in
una decina di accampamenti abusivi tra il Ponente e la Valpolcevera.

Entro una decina di giorni sarà sgomberato, a Cornigliano, l’insediamento di via
San Giovanni d’Acri, oggetto la scorsa estate di due attentati incendiari e
teatro di un grave incidente: due settimane fa era rimasta gravemente ustionata
una bambina di sette anni che si era avvicinata a un fornello a legna con una
bottiglia d’alcol in mano. Ricoverata all’ospedale Gaslini, la piccola è in via
di miglioramento. Nessuna decisione, invece, è stata ancora presa per la
baraccopoli di via Greto di Cornigliano, sulla sponda destra del Polcevera,
dove vivono in una situazione igienica disastrosa circa 150 rom.

L’ordinanza di sgombero, firmata tre mesi fa dal sindaco su sollecitazione della
Asl, non è mai stata attuata. Inizialmente, la giunta puntava alla realizzazione
di un centro d’accoglienza per gli zingari romeni sotto la Lanterna. Poi,
considerato il numero non elevato di rom, l’ipotesi è stata accantonata. Ma il
problema rimane. Anzi, si aggrava con l’avvicinarsi dell’inverno che
costringerà le famiglie ad accendere fuochi pericolosi per riscaldarsi.

«Abbiamo ben presente la situazione e stiamo lavorando per risolverla», ha detto
ieri il sindaco, Marta Vincenzi. Le basi per affrontare l’emergenza, in stretto
collegamento col governo romeno, sono state gettate lo scorso 21 settembre con
la visita a Genova di Dana Varga, consigliere per la questione rom di
Popescu-Tariceanu. Con lei anche rappresentanti del governo romeno, il console
generale della Romania, Alexandru Dumitrescu, il console onorario in Liguria,
Massimo Pollio e Mirian Mocanu, presidente della Lega dei romeni in Italia.
Domani, alle 17, è fissato il secondo incontro in Prefettura.

Fa parte della delegazione, oltreché Dana Varga, consigliere per i rom del
governo romeno e rom lei stessa, un superpoliziotto romeno incaricato dal
ministero degli Interni del suo Paese di concordare con le autorità italiane le
misure per combattere la criminalità romena in Italia. Analoghi interventi sono
stati condotti, con moderato successo, in altre grandi città, quali Roma e
Milano. L’ufficiale della polizia romena resterà a Genova per almeno una
settimana lavorando all’interno della speciale commissione che sarà istituita
da Comune e Prefettura per tracciare un percorso di integrazione a favore dei
rom.

Con questo obiettivo sono previsti, ad esempio, corsi per formare operai
specializzati, da impiegare anche nelle imprese italiane in Romania, e
mediatori culturali che possano facilitare i rapporti tra gli stranieri e il
Comune. «Pensiamo a una fase di sperimentazione della durata di due o tre
mesi», aveva spiegato Romano lo scorso settembre: «Ma chi rifiuterà di aderire
al progetto, condotto in accordo costante col governo romeno, o non sarà stato
capace di integrarsi sarà definitivamente allontanato».

A quanto pare, però, il giro di vite è stato anticipato. Anche per dare un
segnale di rigore che dovrebbe facilitare il lavoro degli operatori sociali
preposti al sostegno dei rom. Sempre sul fronte zingari romeni, il 29 ottobre è
fissato un summit a Roma tra gli assessori alla Sicurezza dei principali Comuni
e il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero. Per Genova ci sarà
l’assessore Francesco Scidone: «Al ministro chiederò fondi per l’assistenza
agli stranieri».

http://www.ilsecoloxix.it/genova/view.php?DIR=/genova/documenti/2007/10/21/&CODE=4e0a9e4a-7fa2-11dc-86fe-0003badbebe4