[Forumlucca] I: No Dal Molin: 20 ottobre?No, grazie

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Tárgy: [Forumlucca] I: No Dal Molin: 20 ottobre?No, grazie


----Messaggio originale----
Da: massimiliano.piacentini@???
Data:
19-ott-2007 6.59 PM
A: <forumlucca@???>
Ogg: [Forumlucca] No
Dal Molin: 20 ottobre?No, grazie

NOTA DEL PRESIDIO PERMANENTE NO DAL
MOLIN
SULLA MANIFESTAZIONE
NAZIONALE DEL 20 OTTOBRE A ROMA

L’
assemblea del Presidio Permanente
No Dal Molin, riunita il 16 ottobre,
ha deciso di non aderire alla
manifestazione di Roma di sabato 20
ottobre.

Condividiamo quanto hanno
scritto i comitati No Tav: anche a
nostro avviso “la manifestazione si
configura, al di là dei tentativi
di raddrizzarne il tiro da parte di
alcuni dei promotori stessi, come
un estremo quanto inutile tentativo
di dare più forza a quei partiti
dell’area di governo che subiscono le
scelte più conservatrici e
reazionarie della maggioranza”.

Vicenza ha
vissuto il tradimento di
un Governo che non solo aveva promesso di
ascoltarla, ma che aveva
parlato, nel proprio programma pre-elettorale,
di riduzione delle
servitù militari e dialogo con le comunità locali.
Un Governo che pur
di concedere una parte di territorio nazionale all’
esercito di una
potenza straniera con un recente curriculum di guerre d’
aggressione
preventive in barba al diritto internazionale, è disposto a
calpestare
i dettati costituzionali e lo spirito e gli elementari
diritti della
democrazia.

Quanto avvenuto in questo anno e mezzo, con
il rifiuto di
riconoscere un valore alla partecipazione di tanti
cittadini e,
addirittura, il tentativo di delegittimare il nostro
movimento
attraverso la criminalizzazione, ci da l’idea di un Governo
chiuso nel
fortino, indisponibile verso la cittadinanza e impassibile
di fronte
alla richiesta di maggior democrazia e partecipazione.

Non
si tratta
di anti-politica, come qualcuno potrebbe facilmente, quanto
banalmente, concludere; il movimento vicentino ha dimostrato di
sapersi
confrontare con chiunque incontrando, in passato, anche
Ministri e
sottosegretari. Proprio queste esperienze ci convincono che
non esiste,
oggi, la possibilità di “rafforzare il Governo cambiandone
la rotta”,
come invece sostengono alcuni segretari di partito.

Concordiamo e
siamo perfettamente consapevoli che la politica debba
essere “ politica
di donne e di uomini e torni ad essere
partecipazione, protagonismo,
iniziativa collettiva ” e che “ la
fatica della democrazia non può
essere solo un voto quinquennale, o un
pronunciamento sporadico a
favore o contro una delega” e per questo da
molti mesi abbiamo
stravolto le nostre vite dedicando tempo ed energie
in un quotidiano
impegno politico e sociale, individuale e collettivo.

Molti di voi ci
sostengono e hanno sfilato con noi a Vicenza il 17
febbraio scorso in
una grande manifestazione che chiedeva al Governo
di riconsiderare la
vicenda Dal Molin e alla quale parteciparono anche
segretari di partito
della maggioranza. Com’è finita? Il Governo non
ha fatto una piega, ha
ribadito la decisione e scelto di non parlarne
più e i due senatori
dissidenti, che votarono secondo coscienza, sono
stati espulsi dai
rispettivi partiti per non essersi attenuti ad un’
ipocrita disciplina
interna.

E, del resto, il noto dodecalogo di
Prodi, firmato da tutti
all’indomani all’indomani della caduta del
Governo, mette la
realizzazione del Dal Molin e di altre
infrastrutture tra i primi
punti; quel dodecalogo rappresenta la
chiusura di ogni possibile
confronto con le comunità in lotta che
difendono la propria terra.
Qualcuno ha dichiarato, a proposito della
non adesione dei comitati
valsusini, che i No Tav “hanno deciso di
isolarsi”; noi crediamo che
non ci sia alcun isolamento nello stare
tra la gente, nel vivere la
quotidianità all’interno dei nostri
presidi, nel difendere l’autonomia
dei movimenti anche non aderendo ad
iniziative di soggetti che, in
questi mesi, hanno avuto con noi un
rapporto dialettico.

Assieme alla
terra, all’acqua, all’aria, anche
il movimento è per noi un bene
comune; come tale, non può diventare
una bandiera da sventolare laddove
possa far comodo. Ci auguriamo,
dunque, che, pur partendo da posizioni
diverse, possa continuare ad
esistere un confronto dialettico e
costruttivo, nel rispetto dei
reciproci ambiti e delle diverse
posizioni di merito.
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