[Forumlucca] No Dal Molin: 20 ottobre?No, grazie

Nachricht löschen

Nachricht beantworten
Autor: massimiliano.piacentini@tin.it
Datum:  
To: forumlucca
Betreff: [Forumlucca] No Dal Molin: 20 ottobre?No, grazie
NOTA DEL PRESIDIO PERMANENTE NO DAL MOLIN
SULLA MANIFESTAZIONE
NAZIONALE DEL 20 OTTOBRE A ROMA

L’assemblea del Presidio Permanente
No Dal Molin, riunita il 16 ottobre, ha deciso di non aderire alla
manifestazione di Roma di sabato 20 ottobre.

Condividiamo quanto hanno
scritto i comitati No Tav: anche a nostro avviso “la manifestazione si
configura, al di là dei tentativi di raddrizzarne il tiro da parte di
alcuni dei promotori stessi, come un estremo quanto inutile tentativo
di dare più forza a quei partiti dell’area di governo che subiscono le
scelte più conservatrici e reazionarie della maggioranza”.

Vicenza ha
vissuto il tradimento di un Governo che non solo aveva promesso di
ascoltarla, ma che aveva parlato, nel proprio programma pre-elettorale,
di riduzione delle servitù militari e dialogo con le comunità locali.
Un Governo che pur di concedere una parte di territorio nazionale all’
esercito di una potenza straniera con un recente curriculum di guerre d’
aggressione preventive in barba al diritto internazionale, è disposto a
calpestare i dettati costituzionali e lo spirito e gli elementari
diritti della democrazia.

Quanto avvenuto in questo anno e mezzo, con
il rifiuto di riconoscere un valore alla partecipazione di tanti
cittadini e, addirittura, il tentativo di delegittimare il nostro
movimento attraverso la criminalizzazione, ci da l’idea di un Governo
chiuso nel fortino, indisponibile verso la cittadinanza e impassibile
di fronte alla richiesta di maggior democrazia e partecipazione.

Non
si tratta di anti-politica, come qualcuno potrebbe facilmente, quanto
banalmente, concludere; il movimento vicentino ha dimostrato di sapersi
confrontare con chiunque incontrando, in passato, anche Ministri e
sottosegretari. Proprio queste esperienze ci convincono che non esiste,
oggi, la possibilità di “rafforzare il Governo cambiandone la rotta”,
come invece sostengono alcuni segretari di partito.

Concordiamo e
siamo perfettamente consapevoli che la politica debba essere “ politica
di donne e di uomini e torni ad essere partecipazione, protagonismo,
iniziativa collettiva ” e che “ la fatica della democrazia non può
essere solo un voto quinquennale, o un pronunciamento sporadico a
favore o contro una delega” e per questo da molti mesi abbiamo
stravolto le nostre vite dedicando tempo ed energie in un quotidiano
impegno politico e sociale, individuale e collettivo.

Molti di voi ci
sostengono e hanno sfilato con noi a Vicenza il 17 febbraio scorso in
una grande manifestazione che chiedeva al Governo di riconsiderare la
vicenda Dal Molin e alla quale parteciparono anche segretari di partito
della maggioranza. Com’è finita? Il Governo non ha fatto una piega, ha
ribadito la decisione e scelto di non parlarne più e i due senatori
dissidenti, che votarono secondo coscienza, sono stati espulsi dai
rispettivi partiti per non essersi attenuti ad un’ipocrita disciplina
interna.

E, del resto, il noto dodecalogo di Prodi, firmato da tutti
all’indomani all’indomani della caduta del Governo, mette la
realizzazione del Dal Molin e di altre infrastrutture tra i primi
punti; quel dodecalogo rappresenta la chiusura di ogni possibile
confronto con le comunità in lotta che difendono la propria terra.
Qualcuno ha dichiarato, a proposito della non adesione dei comitati
valsusini, che i No Tav “hanno deciso di isolarsi”; noi crediamo che
non ci sia alcun isolamento nello stare tra la gente, nel vivere la
quotidianità all’interno dei nostri presidi, nel difendere l’autonomia
dei movimenti anche non aderendo ad iniziative di soggetti che, in
questi mesi, hanno avuto con noi un rapporto dialettico.

Assieme alla
terra, all’acqua, all’aria, anche il movimento è per noi un bene
comune; come tale, non può diventare una bandiera da sventolare laddove
possa far comodo. Ci auguriamo, dunque, che, pur partendo da posizioni
diverse, possa continuare ad esistere un confronto dialettico e
costruttivo, nel rispetto dei reciproci ambiti e delle diverse
posizioni di merito.