Base Dal Molin, via alla «bonifica»
Blitz notturno per togliere le bombe della II guerra mondiale. Il presidio
permanente: truffati dal governo, ci faremo sentire. I no base non saranno a
Roma il 20 ottobre: traditi da chi non rispetta il programma
Orsola Casagrande
Vicenza
Il governo vien di notte. Una decina di tecnici e operai sono entrati in gran
silenzio all'aeroporto Dal Molin e hanno cominciato i lavori di bonifica dalle
bombe inesplose «ricordo» della seconda guerra mondiale dai terreni dove
dovrebbe sorgere la seconda base militare americana. Le «vedette» dei no Dal
Molin hanno subito dato l'allarme. E ieri sera il presidio si è riunito per
decidere le prossime iniziative di contrasto. I lavori di bonifica dureranno
mesi se è vero che le stime più ottimiste parlano di un centinaio di bombe
inesplose da mettere in sicurezza. La cosa grave è che il commissario Paolo
Costa (che per il governo Prodi dovrebbe tenere i rapporti con i cittadini
vicentini sull'affaire Dal Molin) aveva promesso pubblicamente ai cittadini
«massima trasparenza» su ogni fase anche dei lavori preliminari.
Promessa non mantenuta. Visto che non soltanto non è stata comunicata a Vicenza
la data di inizio dei lavori di bonifica, ma addirittura si è deciso di inviare
i tecnici e gli operai nottetempo, nella speranza forse di evitare sguardi
indiscreti.
«Se il commissario Costa nasconde ai vicentini anche questo - dicono dal
presidio permanente - come è possibile credere che dirà la verità sulla
realizzazione e sull'impatto che il progetto statunitense avrà sulla falda
acquifera e sulla città?» Per il presidio Costa «sta dimostrando il suo metodo
di lavoro: nascondere e mistificare per non far conoscere alla comunità locale
quanto devastante sarebbe la realizzazione della nuova base Usa a Vicenza». Che
il governo abbia adottato un metodo assai poco trasparente nella gestione della
vicenda Dal Molin del resto si era già potuto constatare proprio con la nomina
di Costa: per mesi è stata priva di qualunque atto formale pubblico, come
ricordano al presidio.
Ieri mattina in consiglio regionale il verde Gianfranco Bettin ha presentato una
interrogazione urgente per chiedere l'immediata sospensione dei lavori di
bonifica. Infatti, normalmente le bonifiche da bombe inesplose vengono
effettuate evacuando i territori circostanti, e comunque allertando la
popolazione. In questo caso tutto è stato fatto in gran segreto. Tanto è vero
che fino alle due di ieri pomeriggio l'unico a confermare (a livello
istituzionale) che i lavori erano effettivamente partiti è stato il questore.
Oggi si saprà quali iniziative hanno deciso i cittadini.
L'avvio dei lavori coincide con la decisione dell'assemblea del presidio
permanente di non aderire alla manifestazione di sabato. «Condividiamo quanto
hanno scritto i comitati No Tav - si legge nel comunicato diffuso ieri - anche
a nostro avviso la manifestazione si configura, al di là dei tentativi di
raddrizzarne il tiro da parte di alcuni dei promotori stessi, come un estremo
quanto inutile tentativo di dare più forza a quei partiti dell'area di governo
che subiscono le scelte più conservatrici e reazionarie della maggioranza». Per
questo i no Dal Molin non saranno in piazza a Roma. «Vicenza ha vissuto il
tradimento di un governo che non solo aveva promesso di ascoltarla, ma che
aveva parlato, nel proprio programma pre-elettorale, di riduzione delle servitù
militari e dialogo con le comunità locali», si legge ancora nel comunicato.
«Molti di voi - scrivono dal presidio - ci sostengono e hanno sfilato con noi a
Vicenza il 17 febbraio scorso in una grande manifestazione che chiedeva al
governo di riconsiderare la vicenda Dal Molin e alla quale parteciparono anche
segretari di partito della maggioranza. Com'è finita? Il governo non ha fatto
una piega, ha ribadito la decisione e scelto di non parlarne più e i due
senatori dissidenti, che votarono secondo coscienza, sono stati espulsi dai
rispettivi partiti per non essersi attenuti ad un'ipocrita disciplina interna».
I no Dal Molin non chiudono la porta in faccia a nessuno e si augurano che «pur
partendo da posizioni diverse, possa continuare ad esistere un confronto
dialettico e costruttivo, nel rispetto dei reciproci ambiti e delle diverse
posizioni di merito». Intanto c'è attesa per l'incontro tra presidio e
commercianti vicentini. Sostenuta da una campagna di stampa ad hoc, una parte
di commercianti nelle scorse settimane ha lanciato grida di allarme in vista
dell'iniziativa europea promossa per dicembre.
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/18-Ottobre-2007/art30.html