[Incontrotempo] in solidarietà con gli/le antifascisti/e di …

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Aihe: [Incontrotempo] in solidarietà con gli/le antifascisti/e di Milano
L’antifascismo non si processa!
In questi giorni, a Milano, è in corso il processo di
appello contro 18 antifascisti/e che, l’11 marzo del
2006, manifestarono in opposizione ad una sfilata
della Fiamma Tricolore. Si tratta di un processo in
cui i magistrati non si preoccupano di accertare le
responsabilità dei singoli in atti specifici ed in cui
predomina l’evanescente categoria del "concorso
morale". Il segnale è chiaro: quel che viene
condannato è la partecipazione alla manifestazione, il
reato che viene contestato è l'antifascismo in sé.
D'altro canto, negli ultimi tempi, gli spazi di
agibilità per l'estrema destra si sono allargati
enormemente, includendo anche azioni di carattere
squadristico. Il primo segnale in questa direzione è
stata proprio la manifestazione del marzo 2006 a
Milano, che solo pochi anni fa sarebbe stata
condannata come apologia del fascismo. Per non dire
dell'estate scorsa, a Roma, quando i fascisti si sono
prodotti in aggressioni ad un concerto a Villa Ada e
contro una occupazione a scopo abitativo a Casal
Bertone. Ciò, con la copertura dell'ex Prefetto Serra
e nel silenzio, interrotto da generici e ambigui
pronunciamenti, del sindaco Veltroni. Nel caso di
Casal Bertone, l'autodifesa degli occupanti è stata
fatta passare dalla "stampa democratica" come
un'aggressione ai danni dei militanti della Fiamma
Tricolore. Ora, ci sarebbe da chiedersi perché tanta
tolleranza nei confronti dei fascisti e perché invece
si usa il pugno di ferro contro i compagni. E' presto
detto: le realtà dell'antagonismo sociale, con tutti i
loro limiti, rappresentano la possibilità della
ripresa del conflitto, contro la precarizzazione
crescente delle nostre vite, le condizioni di
sfruttamento senza freni che portano ad una
carneficina nei luoghi di lavoro, la schiavizzazione
di quegli immigrati che sono ridotti a forza lavoro
senza i più elementari diritti. I fascisti, invece,
recitano la parte di chi è fuori dal sistema, ma le
loro campagne xenofobe e contro i diversi sono quanto
di più funzionale al sistema stesso. Perché dirottano
il malessere sociale, generato dalle politiche
antipopolari dei governi di diverso colore, verso le
categorie sociali che hanno più difficoltà a
difendersi. A ben vedere, in questa fase, la
propaganda dei gruppi fascisti non è che una variante
estrema di discorsi che trovano ampio spazio su
quotidiani come il Corriere della Sera e La
Repubblica. Si pensi agli editoriali in cui Gad Lerner
definisce i lavavetri "accattoni molesti" o a quelli
in cui Alberto Ronchey ricicla, sui Rom, gli
stereotipi e i pregiudizi che in passato ne hanno
legittimato la persecuzione. Dunque, nel paese viene
creato ad arte un clima pesante, di cui sono
testimonianza drammatica episodi come il recente
attacco al campo nomadi di Ponte Mammolo a Roma.
Occorre contrastare con forza questa tendenza. E per
farlo è necessario anche schierarsi senza indugio a
favore di chi viene processato per la sua lotta contro
le formazioni di estrema destra ed i valori xenofobi e
di prevaricazione sociale che queste propugnano. In
tal senso, è un segnale fortemente positivo il corteo
che si terrà a Milano il 13 ottobre. Stupisce, invece,
il fatto che buona parte del movimento romano non
solidarizzi con i processati per la manifestazione
antifascista dell’11 marzo 2006. E' come se si avesse
paura di diventare impopolari o di essere additati
come "criminali" dai grandi quotidiani. Ma è un
atteggiamento sbagliato: in questo modo si riconosce
implicitamente alla stampa ufficiale il ruolo di
autorità morale, che stabilisce cosa può essere fatto
e cosa no. E ci si dà la zappa sui piedi: è evidente
che lorsignori auspicano che ce ne stiamo tutti a casa
buoni buoni, senza mai alzare la testa.
Roma, 11 ottobre 2007

Corrispondenze Metropolitane – collettivo di
controinformazione e d’inchiesta
(riunione ogni martedì, ore 21, presso il Comitato di
Quartiere Alberone, in via Appia Nuova 357)




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