Independentzia eta sozialismorantz
Euskal Herria Paso a Paso
Askapena info. n. 192
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_SUL CAMMINO DELLA LOTTA POPOLARE _
L'imperialismo applica senza contemplazioni la violenza. Se i suoi
interessi lo chiedono, non ha il minimo inconveniente
nell?oltrepassare frontiere, reprimere il paese o violare diritti.
Per raggiungere i suoi obiettivi, applica tutta la violenza che
considera necessaria e promuove quante invasioni considera utili ai
suoi obiettivi espansionistici. Simultaneamente, utilizza tutte le
risorse di cui dispone per delegittimare l'altra violenza, quella
degli oppressi che, con meno risorse e con più coscienza, gli si
fanno davanti. Il concetto di "lotta contro il terrorismo" è uno
strumento progettato dall'imperialismo che l'applica in forma
capricciosa alle espressioni di resistenza che continua a trovare sul
suo passo; espressioni che, per fortuna, sono molte e varie.
Questo confronto ideologico è tanto attivo come quello armato.
Ampie parti sociali hanno assunto, senza la minima coscienza critica,
il discorso smobilizzatore del potere. A dispetto di essi, sono molti
i settori popolari che, in differenti parti del mondo, affrontano le
aggressioni imperialiste e, dalla loro propria esperienza, si
ratificano in una radicata convinzione: la lotta popolare continua ad
avere validità.
Euskal Herria è uno degli scenari mondiali dove si riproduce questo
confronto armato ed ideologico. È il territorio di Europa che conta
sulla maggiore densità poliziesca: poliziotti spagnoli, basco
spagnoli, guardia civil, distaccamenti militari... L'intervento
militarizzato contro la società civile è continuo: repressione di
manifestazioni, detenzioni con spettacolare dispiegamento armato? Il
nostro, è anche uno dei paesi dove più risorse si investono nello
squalificare la risposta popolare. Mezzi di comunicazione ascritti al
sistema, istruiti pensatori ben remunerati, gruppi "pacifisti"
finanziati con fondi pubblici. Messaggi a beneficio della pace", mai
della giustizia, coniugano i loro sforzi per squalificare la lotta
popolare: chi la pratica sono terroristi, violenti, antidemocratici,
ancorati a strategie sfasate ed inefficaci che impossibilitano la
necessaria confluenza popolare... In Euskal Herria rimane radicata la
convinzione che la lotta è l'unica strada che ci lasciano.
_COMUNICATO DI ETA DELL? 8 DI SETTEMBRE. _
Con quella data l'organizzazione armata basca emette un comunicato
nel quale fa la valutazione della presente congiuntura: Situa al
centro del conflitto la validità di una Costituzione che limita il
diritto di Euskal Herria a decidere il suo futuro in forma libera e
democratica. Quando detta Costituzione fu approvata, cercò
l'integrazione/assimilazione del nostro paese nella legalità
spagnola. 30 anni più tardi, si è trasformata nello strumento idoneo
per mantenere la negazione politica di Euskal Herria e la sua
ripartizione territoriale.
ETA denuncia il Governo spagnolo ed i suoi soci, gli autonomisti
del PNV, per l'avere tentato un'altra volta la disattivazione
dell'indipendentismo e l'usura della sinistra basca mediante
l'inadempimento degli accordi raggiunti. Tentarono una nuova
strategia per forzare la resa. Reitera che il nostro paese non ha
futuro nell'attuale cornice costituzionale. Terminando il comunicato,
ETA si ratifica nella sua strategia: "fino ad ottenere le condizioni
democratiche che permettano di difendere tutti i progetti politici in
Euskal Herria, ETA continuerà a combattere le strutture dello Stato
spagnolo in tutti i suoi fronti"
_IL CONTENUTO DELL'ULTIMO BOLLETTINO DI ETA _
Nel suo ultimo bollettino interno, l'organizzazione armata fa
un'analisi più particolareggiata del processo. Centra la chiave della
soluzione nella proposta di uno Statuto per i quattro territori che la
sinistra offrì vari mesi fa e che fu respinto tanto dallo Stato
spagnolo come dal PNV. Invita "quanti lottiamo per la costruzione di
una Euskal Herria libero, affinché orientiamo tutti i nostri sforzi a
fortificare questo progetto." Torna a riaffermarsi nella strategia di
lotta: "la sopravvivenza di questo paese risiede nel lottare... la
difesa del nostro paese è un lavoro improrogabile... bisogna
rispondere alle aggressioni che ci arrivano dalle amministrazioni
degli Stati spagnolo e francese... la sinistra basca dovrà lottare
per creare un muro popolare... è di somma importanza la reazione
popolare, la lotta della strada e la mobilitazione... bisogna
rispondere con fermezza per condizionare la strategia repressiva del
nemico."
_IL GIORNO DEL COMBATTENTE _
Il 27 settembre di 1975 il regime dittatoriale di Franco eseguiva
la fucilazione di cinque militanti opposti al Regime: tre di essi
apparteneva al FRAP, organizzazione antifascista e gli altri due, ad
ETA; si dà la circostanza che uno di essi - Txiki - era figlio di
emigranti spagnoli, si era trasferito coi suoi genitori in Euskal
Herria e si era incorporato all'organizzazione armata basca. A pochi
giorni delle esecuzioni moriva il Dittatore; si era impadronito del
potere assassinando e fucilando finiva la sua vita.
Da quell'anno, si instaurò in Euskal Herria il 27 di settembre come
Giorno di memoria ed omaggio a tutte e tutti i combattenti popolari
caduti. Questo anno, alla vigilia della commemorazione, ETA emise un
comunicato al paese basco riaffermandosi nel suo impegno militante e
facendo come esempio un membro dell'organizzazione che è appena morto
per malattia dopo avere dedicato tutta la sua vita alla lotta popolare
nel seno dell'organizzazione armata.
Durante la giornata del 27 S, migliaia di persone uscirono alle
strade per manifestare ed onorare i volontari che sono caduti
combattendo nella trincea popolare. Molte delle marce furono
molestate o represse dai distinti poliziotti. Nei differenti atti
politici che si celebrarono, si portò questo messaggio: "siamo stati
condannati a scegliere continuamente tra vivere nell'oppressione o
lottare per la libertà... in questo tessuto, i volontari e le
volontarie combattenti sono esempio di libertà e di lotta per
migliaia di patrioti e democratici nella lotta a beneficio di Euskal
Herria... la lotta è quella che ci ha portato fino a qui, con essa
abbiamo ottenuto forza per creare una nuova opportunità per la
libertà."
_LA RISPOSTA DELLO STATO _
Mentre la sinistra basca insiste nell?aprire una nuova opportunità
che risolva definitivamente il conflitto, lo Stato spagnolo, gestito
ora dal Partito Socialista, risponde nell'unica forma che sa: la
vecchia e fallita ricetta della repressione. In una spettacolare
operazione, il giorno 4 di ottobre ferma 22 dirigenti di Batasuna.
Analizzeremo questo fatto nei prossimi Bollettini.
Euskal Herria, 8 Ottobre 2007.
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