Autore: ANDREA AGOSTINI Data: To: forumgenova Oggetto: [NuovoLab] legambiente la portata del po dimezzata in cinque anni
da lanuovaecologia
Sabato 6 Ottobre 2007
DESERTIFICAZIONE
La portata del Po dimezzata in 5 anni
Secondo i Legambiente il bacino padano è sempre più "stressato". Negli ultimi vent'anno il livello è sceso dai 4 agli 8 metri. E nella zona del delta si sedimenta la maggior concentrazione di inquinanti
La portata del Po è dimezzata in cinque anni. Si è passati da 1.500 metri cubi al secondo (tra il 1997 e il 2002) ai 782 del 2007. Il bacino padano va verso un processo di "desertificazione" e il fiume è sempre più "stressato". A dirlo è Legambiente che ha raccolto i dati con un monitoraggio che, alla fine di agosto, si è concentrato sulla zona del delta. Proprio lì, a causa della perdita di potenza della corrente, si sedimenta la maggior concentrazione di inquinanti.
Il calo si vede: negli ultimi 20-30 anni si registrano dai quattro agli otto metri in meno. La minor portata si riflette sull'Adriatico che è più caldo (2,5 gradi rispetto alla norma) e salato, dai 33 grammi di sale per litro registrato tra il 1984 e il 1995 ai 36 oggi. Non ci sono, ha spiegato Attilio Rinaldi - di Arpa Emilia-Romagna e responsabile della struttura oceanografica Daphne - sostanziali cambiamenti nella presenza di nutrienti, calano quelli fosfatici e sono stabili quelli azotati.
Ma i prodotti di sintesi si concentrano sempre più nel delta, dove a volte le concentrazioni di pesticidi sono superiori ai limiti di legge. Anche se, è stato sottolineato, si tratta di campanelli di allarme per l'ambiente, non ci sono rischi igienico-sanitari. Il calo della portata produce anche la propensione a fenomeni di accaparramento, e quindi, con meno acqua e più prelievi, ha spiegato Rinaldi, il Pò è sempre più stressato.
Ad incidere negativamente sulla vita del fiume anche i prelievi abusivi di inerti, capaci di generare un giro d'affari di 35 milioni di euro annui, arrivando a asportare fino a quattro milioni di metri cubi all'anno contro gli appena 500.000 consentiti. Per Legambiente per salvare il fiume serve una azione comune tra le regioni che attraversa ma anche far rinascere il turismo fluviale può dare una mano.