[Cm-milano] Fwd: Fw: DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA…

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Szerző: Adriana Marafioti (adriana.marafioti)
Dátum:  
Címzett: cm-milano
Tárgy: [Cm-milano] Fwd: Fw: DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA ALTRECONOMIA, CHE RI

A che punto siamo con ACQUALIBERAMILANO ?

La mia battaglia per far riaprire le fontanelle delle Stazioni ( Centrale e Garibaldi di Milano ) e'....in stallo.

Nessuno mi ha risposto esaurientemente e sono sempre asciutte e piene di "scoasse". Ma io nn mollo.


Da nn leggere le ultime righe del post............Davide contro Goliaferrarelle

                                                                                                                   A/A

    --------- Original Message --------
    Da: Altreconomia <imbrocchiamola@???>
    To: 
    Oggetto: DAVIDE CONTRO GOLIA. FERRARELLE DIFFIDA ALTRECONOMIA, CHE RI
    Data: 01/10/07 22:02

    
    > 

>
>
> Cari amici di Altreconomia,
> vi scriviamo perché negli ultimi mesi avete aderito alla proposta
> "Mettiamola fuori legge. La pubblicità, non l&#39;acqua in bottiglia".
> Ormai siete più di 4 mila.
> La nostra idea di regolamentare la pubblicità delle acqua minerali
> -pensando che questo contribuirà a ridurne i consumi e l&#39;impatto
> ambientale- oggi si sta strutturando in un progetto di legge. Ne
> abbiamo parlato al forum di Sbilanciamoci!, a Marghera, con gestori del
> servizio idrico, avvocati, esperti di comunicazione e politici. Vi
> terremo informati.
> Intanto l&#39;idea di limitare i profitti degli "imbottigliatori"
> prende piede: la Regione Lazio, ad esempio, ha appena istituito un
> canone di concessione di 2 euro per metro cubo prelevato. È la settima
> in Italia. Ma non basta.
> Anche i cittadini iniziano a muoversi: in tutto il Paese
> continuano a nascere comitati che si oppongono alle nuove concessioni
> per l&#39;imbottigliamento (continueremo a seguirli, come abbiamo fatto in
> questi mesi).
> La proposta cui avete aderito, in favore dell&#39;acqua di rubinetto
> -buona, comoda, sicura e poco costosa- ha fatto rumore. "Mettiamola
> fuori legge" è arrivata alle orecchie dei grandi gruppi che controllano
> il mercato delle "minerali". A inizio agosto Ferrarelle S.p.A. ha
> diffidato Altreconomia dal continuare la sua azione d&#39;informazione. Il
> gruppo -129 milioni di euro di fatturato e 834 milioni di litri
> imbottigliati nel 2006- ha chiesto alla nostra rivista di bloccare la
> nostra campagna.
> Noi, però, abbiamo scelto di continuare. Il perché lo spiega
> Miriam Giovanzana nell&#39;articolo qui sotto. Lo inviamo a voi, prima
> ancora che alla stampa, perché ci avete sostenuto e vi chiediamo di
> continuare a farlo.
> Questo articolo è pubblicato anche sul sito www.altreconomia.it/acqua e

sul numero di ottobre di Altreconomia, che verrà distribuito in questi
giorni. Diffondetelo.
>
> La redazione di Altreconomia
>
> ******************************************
>
> Davide contro Golia
> Altreconomia "rassicura" Ferrarelle che la diffida - di Miriam Giovanzana
>
> Consumare acqua in bottiglia, se l&rsquo;acqua che sgorga dal rubinetto è
> di ottima qualità, è un controsenso: costa di più, contribuisce al
> riscaldamento globale della terra (con i camion che la trasportano e la
> montagna di plastica che produce: circa 9 miliardi di bottiglie ogni
> anno in Italia), è più scomoda.
> Ma, a quanto pare, non si può dire. O meglio non si può dire che
> ridurre il ricorso all&rsquo;acqua in bottiglia è una buona cosa per

tutti.
> All&rsquo;inizio di agosto infatti Ferrarelle, uno dei colossi del
> settore, il quarto gruppo in Italia, ci ha fatto scrivere dai suoi
> avvocati, diffidandoci dal continuare. Ferrarelle si sente sotto
> ingiusto attacco e danneggiata perché, nei nostri articoli, abbiamo
> associato l&rsquo;immagine di due suoi prodotti (l&rsquo;acqua Boario e

Vitasnella)
> allo slogan: &ldquo;Mettetela fuorilegge. La pubblicità, non l&rsquo;acqua

in
> bottiglia&rdquo;.
> Così ci diffida
> - alla immediata cessazione della divulgazione dei suindicati
> articoli e delle suindicate immagini, quantomeno con riferimento ai
> marchi/prodotti del gruppo Ferrarelle Spa;
> - alla immediata pubblicazione sul prossimo numero della rivista e
> sul sito internet di un comunicato di smentita circa lo specifico
> riferimento della opinione espressa con i suindicati articoli, ai
> singoli marchi/prodotti raffigurati di proprietà e comunque di
> pertinenza della Ferrarelle Spa;
> - a non pubblicare ulteriormente articoli e/o immagini che possano ledere

la reputazione commerciale della Ferrarelle Spa.
>
> Vorremmo rassicurare Ferrarelle: la nostra &ldquo;campagna di idee&rdquo;

non è
> contro di loro né ha per oggetto i loro marchi; quello che ci
> interessa, come giornalisti e come cittadini, è indagare il mercato
> delle acque minerali e come sia stato possibile convincere gli italiani
> a diventare i maggiori consumatori al mondo di acqua minerale.
> Ferrarelle si lamenta: &ldquo;Con i suindicati numeri della Rivista è
> iniziato un vero e proprio &lsquo;accanimento&rsquo; da parte della

Rivista,
> esclusivamente nei confronti di due marchi del &lsquo;gruppo&rsquo;

Ferrarelle Spa
> (Boario e Vitasnella) e di due del gruppo Nestlé (Vera e Panna)&rdquo;.
> Nessun accanimento: l&rsquo;immagine delle bottiglie in questione, come
> desume ogni lettore che non sia in malafede, era assolutamente
> esemplificativa: un particolare per dire il tutto del mercato.
> Come figura retorica si chiama sineddoche. Comunque, per evitare
> ogni equivoco e ogni interpretazione maliziosa, al posto delle 4
> bottiglie e dei 4 marchi abbiamo messo, ed è quello che vedete da
> qualche giorno sul nostro sito, tutte le bottiglie e i marchi che ci è
> stato possibile rintracciare nei supermercati di Milano vicini alla
> redazione.
>
> Ma perché prendersela con Altreconomia?
> &ldquo;La condotta posta in essere dall&rsquo;Editore e dalla Direzione

della
> Rivista &ndash;scrivono gli avvocati di Ferrarelle- costituisce una chiara

e
> temeraria violazione dei limiti &ndash;ben circoscritti- posti al diritto

di
> critica&rdquo;.
>
> Ecco, questa forse è la posta in gioco: abbiamo semplicemente fatto
> il nostro dovere di giornalisti, e non è una colpa ma semmai un merito
> quello di citare i fatti e i protagonisti con nomi e cognomi; certo,
> siamo ben consci che spesso siamo dei Davide di fronte ad aziende
> plenipotenziarie, ma questo non ci dissuade dall&rsquo;avere il coraggio

(noi
> preferiremmo dire semplicemente: la responsabilità) di chiamare le cose
> con il loro nome. È questo &ldquo;andare oltre il diritto di

critica&rdquo;?
> A meno che l&rsquo;andare oltre sia quell&rsquo;immaginare il futuro, quel
> riflettere insieme sulle scelte individuali e collettive, anche sulle
> regole, che una comunità si dà per vivere insieme. Ecco, sì: forse
> quello che per qualcuno è inaccettabile è quest&rsquo;idea che, per

difendere
> l&rsquo;ambiente e il bene di un&rsquo;acqua che sgorga direttamente nelle

nostre
> case, senza fatica e con bassi costi, si possa arrivare anche a
> immaginare di normare la pubblicità. A metterla fuori legge.
> Come abbiamo già scritto, esistono diversi casi di
> regolamentazione della pubblicità: è vietato fare pubblicità alle
> sigarette, alla maggior parte dei farmaci, e in decine e decine di
> Paesi, Italia compresa, è vietato pubblicizzare in ogni forma (anche su
> riviste mediche, anche sponsorizzando congressi) il latte artificiale
> per la prima infanzia, che pure era nato come un salvavita: questo
> perché, negli anni Sessanta, la massiccia pubblicità di questo prodotto
> aveva quasi invertito a suo favore la tendenza naturale
> dell&rsquo;allattamento al seno.
> Ecco, questo è il tabù che rischia di scatenare le ire dei
> mercanti d&rsquo;acqua: si può dire tutto, ma non immaginare un futuro

senza
> pubblicità dell&rsquo;acqua. Perché così, è chiaro, la partita sarebbe

persa.
> Senza pubblicità i consumi di acqua minerale si contrarrebbero, e
> resterebbero alti solo là dove il servizio pubblico fosse inefficiente.
> O dove, per particolari motivi di salute, le acque minerali fossero
> indicate. O, semplicemente, per chi volesse berla.
>
> Pensavamo che i giornali italiani non avrebbero mai pubblicato
> nulla di critico sulle acque minerali, visto che gli imbottigliatori
> sono tra i più grandi investitori pubblicitari del momento; e invece
> l&rsquo;impensabile in questi mesi è accaduto: il sindaco di New York,
> Bloomberg, ha detto in luglio: &ldquo;L&rsquo;acqua? Bevete quella del

rubinetto. È
> sicura, gradevole, pulita, costa meno di quella imbottigliata, è più
> pratica. E soprattutto: permette di risparmiare e ridurre la produzione
> di montagne di vetro e di plastica&rdquo;.

(http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2007/07_Luglio/11/bottigliette_ny_giornale.shtml).
>
> Il Corriere della sera e Repubblica hanno ripreso le dichiarazioni
> di Bloomberg e dedicato diverse pagine al tema; il caso di Gualdo
> Tadino e della sua piccola popolazione che si oppone a un nuovo
> stabilimento della Rocchetta (che abbiamo raccontato sul numero di
> febbraio di Altreconomia) è finito in prima serata al Tg1. Segno che i
> giornalisti e anche le grandi testate possono, se vogliono, non essere
> supini agli interessi dei loro inserzionisti.
> La campagna &ldquo;Imbrocchiamola&rdquo; (www.imbrocchiamola.org)
> per chiedere al ristorante e in pizzeria l&rsquo;acqua in brocca, è

un&rsquo;idea
> che è piaciuta a tanti ed è stata ripresa in centinaia di siti e
> rilanciata da stampa e radio nazionali.
> E a Marghera, all&rsquo;inizio di settembre, davanti ai ministri Mussi,
> Ferrero e Pecoraro Scanio abbiamo raccontato tutto ciò, e la
> possibilità di pensare a una &ldquo;Pubblicità Progresso&rdquo; a favore

dell&rsquo;acqua
> del rubinetto. Hanno alzato gli occhi, interessati.
> Per questo continuiamo, perché non accada come nelle zone d&rsquo;Italia
> dove l&rsquo;acqua pubblica non è buona, oppure semplicemente non

c&rsquo;è, che la
> gente si rassegni a comperare l&rsquo;acqua in bottiglia. Noi preferiamo
> pensare che avere acqua potabile di buona qualità sia un diritto. Di
> tutti.
>
> Se siete d&rsquo;accordo con noi, ora più che mai firmate il nostro

appello e lasciate un commento (www.altreconomia.it/acqua)
>
>
>

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