Re: [Hackmeeting] un contributo alla discussione

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Author: Salvatore. G
Date:  
To: hackmeeting, blicero
Subject: Re: [Hackmeeting] un contributo alla discussione
Applauso ;)

Il 27/09/07, blicero<blicero@???> ha scritto:
> Come mia abitudine, spacco il cazzo, e ho ben pensato di postare sul mio blog e
> qui qualche riflessione sui dieci anni di hm.
>
> da http://nero.noblogs.org
>
> L'hackmeeting è arrivato al suo decimo anno di vita. Nel 1998 parlavamo di free
> software, di attitudine hacker, di privacy, di diritti digitali, di accesso e
> accessibilità, di apertura, di produzione cooperativa dal basso degli strumenti
> di comunicazione e di informazione. Nel 1998 ancora pochissime persone avevano
> idea di che cosa fosse un sito o un email, mentre le strutture autorganizzate
> avevano già fanzine, circuiti telematici, mailing list e un vero e proprio
> network digitale. L'attitudine hacker, la voglia di mettere le mani in pasta
> nelle cose e di trasformarle era facilmente mixabile con la voglia di una realtà
> diversa, l'istinto per l'insurrezione e la rivolta. L'hackmeeting è nato su
> queste basi, dallo sforzo di tutti gli smanettoni ante litteram che circolavano
> in Italia di trovarsi e ragionare insieme su tecnologie, politica, cultura
> digitale.
>
> Facciamo un saltino in avanti: tra il 1998 e il 2007 sono successe molte cose,
> molti progetti hanno segnato dei passaggi senza ritorno dell'evoluzione delle
> tecnologie di comunicazione e molti ancora si sono conclusi con una parabola
> spesso anche molto ripida. Gruppi spontanei di smanettoni politicizzati sono
> sorti un po' ovunque dando vita agli hacklab e a decine di campagne, di corsi e
> di seminari, mentre le energie di molte persone si focalizzavano in progetti di
> infrastrutture alternative e autonome come ecn.org, autistici.org/inventati.org,
> e soprattutto indymedia. E' stata una stagione di relazioni incredibili in cui
> per la prima volta dopo anni quello che dicevamo non è rimasto confinato nei
> nostri ghetti ma ha rotto gli argini, coinvolgendo centinaia di migliaia di
> persone.
>
> Lentamente i nostri contenuti e i nostri cavalli di battaglia sono permeati nel
> linguaggio comune, nelle cognizioni ordinarie delle persone che ci circondano:
> la differenza tra l'essere raggiunti dal e il conquistare il contesto in cui ci
> si muove sta tutta nella dimensione delle sfumature e della prospettiva. Tutte
> politiche. Tutti sanno cos'è linux, tutti sanno cos'è il free software e la
> creative commons, il termine privacy è diventato di uso comune, e addirittura la
> crittazione non è una parola tabù relegata nei testi sacri degli hacker. E noi?
> La nostra proposta culturale e politica è cresciuta?
>
> La drammatica risposta è no. Dopo una fase di grande distacco rispetto al
> mainstream, non siamo stati in grado di aggiornare la nostra agenda di
> intervento culturale e politico. Siamo rimasti schiacciati dal nostro orizzonte,
> non siamo riusciti a spostarlo in avanti alla stessa velocità della realtà.
>
> Soprattutto quanto del portato non strettamente tecnologico è riuscito a
> permeare chi ci circonda? Tutti hanno imparato a usare un sistema UNIX (si fa
> per dire, ovviamente!), ma quanti al momento necessario saranno disponibili a
> cospirare con noi? Quanti staccheranno la spina nel momento in cui sarà
> necessario colpire un sistema che ci vede come virus da sfruttare per produrre
> le proteine giuste per le proprie cellule ordinate e disciplinate?
>
> La valutazione sul nostro successo sta in queste domande: abbiamo portato anche
> gente molto giovane a transitare per l'hackmeeting, ma quanto hanno portato a
> casa del nostro modo di vedere la realtà? Poco.
>
> E' naturale che le persone si inseriscano nel mondo reale, trovando reddito
> attraverso le competenze che hanno acquisito, ma il punto è quanto sono
> consapevoli del loro ruolo strategico, della loro forza contrattuale nella
> definizione della realtà? Quanto insieme al reddito hanno acquisito anche la
> mentalità del loro datore di lavoro o di etica? I nostri amici esperti di
> sicurezza informatica, di fronte a un ragazzino che gli sfonda il server, lo
> copriranno magari facendosi una risata, oppure correranno dalla polizia e dal
> proprio principale per denunciarlo? Il nostro limite sta tutto nelle risposte a
> queste domande. Che sono quasi sempre diverse da quello che ci piacerebbe che
> fossero.
>
> La verità è che dei nostri discorsi è stato recepita solo la porzione
> compatibile con il mainstream (o che poteva essere resa tale con una attenta
> operazione di comunicazione/influenza), con il beneplacito di tutta la comunità,
> che non è stata quasi mai in grado di distinguere dove finiva la manovra tattica
> nostra e dove iniziava la controffensiva strategica dei nostri avversari
> culturali.
>
> Ovviamente questa critica è feroce e ingenerosa, e nessuno si stupirà che sia io
> a farla, con la mia fama di stronzo cosmico: abbiamo fatto tantissimo in questi
> dieci anni, cose che nessuno si sarebbe aspettato potessimo fare (tanto per
> dirne una, avere un sito di informazione con più contatti del maggiore
> quotidiano online :), ma come dice il saggio se si cade da più in alto ci si fa
> più male. E soprattutto incensarsi non serve a individuare prospettive
> interessanti, ma solo a compiacersi (cosa che ognuno di noi può fare agilmente
> nel suo intimo ogni giorno).
>
> A onor del vero ci sono anche una serie di ragioni che prescindevano da noi
> (almeno in parte) e che hanno contribuito a questi nostri limiti: il contesto
> politico in cui ci siamo mossi è stato incapace di evolvere e di crescere,
> confermando la natura conservatrice di gran parte della sinistra
> extra-istituzionale (e istituzionale). Ci si è fermati sempre a un passo
> dall'osare il balzo oltre il nostro stesso margine ideologico. E nessuno è stato
> in grado di passare il testimone a una nuova generazione contemporaneamente
> anagrafica e politica. Ci sono dei pischelli che ci accompagnano, ma sono figli
> della nostra stessa generazione politica, e ne scontano sia le sconfitte che le
> amarezze.
>
> Ricominciamo da zero: l'occasione di una cifra tonda ci offre la possibilità di
> ripensare dal nulla il tipo di intervento su tecnologie e comunicazione che ci
> porti a non ripetere gli stessi errori e a non incontrare gli stessi ostacoli.
> Abbiamo chiuso la sinusoide della nostra fase. Ora ne inizia un'altra, tutta da
> inventare e in cui sono ancora tutte da decidere le cose importanti e le
> prospettive. Non ci facciamo sfuggire l'occasione.
>
> --
> blicero
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