mercoledì 19 ore 21: MOVIMENTI DAL BASSO a FuoriFrequenza

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Autore: roberto.guidi77@katamail.com
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To: forumlucca
Oggetto: mercoledì 19 ore 21: MOVIMENTI DAL BASSO a FuoriFrequenza
MOVIMENTI DAL BASSO - NoTAV gli indiani di valle è il tema della serata di FuoriFrequenza che si terrà il prossimo mercoledì 19 settembre - ore 21 nella Sala Parrocchiale di CAPANNORI.

Intervengono Adonella Marena e Claudio Giorno dei quali riportiamo, a seguire, un breve profilo.

Vi preghiamo di estendere l'invito e vi aspettiamo!

Si informa che la proiezione di "Zero - Inchiesta sull'11 settembre" con Giulietto Chiesa e Franco Fracassi si terrà venerdì 28 settembre - ore 21.15 presso la Palestra della Scuola media di S.Leonardo in Treponzio - CAPANNORI.



Il tema

MOVIMENTI DAL BASSO, attraverso il racconto di una storia locale, vuole suscitare una riflessione piu’ ampia sui quesiti che oggi riguardano tutti, come le basi dello sviluppo sostenibile, la gestione democratica delle scelte economiche, la rappresentanza delle comunità.


Il documentario

NoTAV gli indiani di valle
NOTAV e’ una scritta che da 15 anni appare in tutti gli angoli di un’intera valle, su muri, montagne, case. E’ il grido della valle di Susa, un territorio a nord-ovest dell’Italia, tra Torino e le montagne che portano in Francia.
Cosa significa?
Questa valle, da secoli votata al transito di popoli e civiltà ed oggi già sacrificata all’attraversamento per tutta la sua lunghezza di due statali, un’autostrada, una ferrovia internazionale, oltre che di un fiume e due elettrodotti, deve ulteriormente piegarsi a corridoio di servizio, in nome del "Progresso".
E’ stato deciso dai vertici della politica e dell’economia che di qui passerà il TAV cioè il treno ad alta velocità Torino-Lione. Una linea nuova, costosissima per la comunità (tra le future grandi opere in Europa) che prevede gallerie tra le più lunghe del mondo, scavate in montagne amiantifere e ricche di uranio, prevede milioni di metri cubi di roccia da smaltire non si sa come e paesi devastati per sempre.
Trent’anni di cantieri, di camion, di polvere, di rumore assordante (un treno merci ogni 6 minuti) amplificato dall’eco di una stretta valle di montagna: questo è il possibile futuro per gli abitanti valsusini.
Per anni nessuno li ha coinvolti nel progetto. Nessuno si è occupato di affrontare concretamente i rischi ambientali e idrogeologici, l’inquinamento acustico, il dissesto delle falde acquifere e la diffusione dell’amianto nell’aria.
Ma gli abitanti della valle, in quasi 40 comuni, da tanti anni si informano, chiedono il confronto, resistono alla pressione sempre più forte.
Da anni scrivono libri, documenti, canzoni, si organizzano in comitati, fanno marce, campeggi presidi e consigli comunali nei prati, tappezzano case e muri di striscioni, compongono installazioni ed enormi NoTAV ovunque, anche sulle montagne più alte.
La popolazione della valle, là dove ha visto il possibile sconvolgimento del proprio futuro, ha risposto ovunque, al di là delle classi sociali, degli schieramenti politici e religiosi, delle differenze generazionali, costruendo un laboratorio di democrazia partecipata che comprende i sindaci, i ragazzi dei centri sociali, i medici, i vecchi partigiani, gli ambientalisti, i sacerdoti, gli anarchici e le massaie.
Il film racconta questa opposizione attraverso le voci e le azioni dei personaggi che rivelano un movimento trasversale di straordinaria vitalità, con lo sfondo di un paesaggio contraddittorio dove convivono tradizione e cambiamento, autostrade e boschi silenziosi, fabbriche e vecchie abbazie.

Gli ospiti

Adonella Marena
Ex insegnante alle scuole per lavoratori, si occupa negli anni ’80 della diffusione del cinema delle donne nel "Gruppo Comunicazione Visiva" (Torino-Genova-Firenze) poi dall’89 è autrice di corti e documentari, ispirati direttamente alla realtà delle sue esperienze più significative, in particolare con donne, intercultura, nuovi movimenti, ecologia.
Partecipa a vari festival ottenendo premi e riconoscimenti.
Ha collaborato con Rai3, Planete, La7, ZTF Arte, Videogruppo, Documè.
E’ formatrice presso il Servizio civile nazionale.
Il suo linguaggio filmico è orientato sulla ricerca di generi misti, privilegiando oggi il documentario creativo.
Tra i suoi molti lavori citiamo:
Bambine di Palestina, 1990, 30’
Il colore delle differenze, 1992, 45’
Okoi e semi di zucca, 1994, 60’ ( I° premio Spazio Torino al Festival Cinema Giovani)
Facevo le nugatine, 1996, 17’ (I° premio Spazio Italia, premio Comm. Pari Opportunità. e menzione Cipputi al Torinofilmfest)
La fabbrica degli animali, 1999, 38’ (selezione ONU per il Mediterranean Environmental Award )
Anime di città,2000, 16’ ( II° premio cortometraggi al Valsusafilmfest)
Tute bianche, un esercito di sognatori, 2002, 30’ ( I premio documentari Valsusafilmfest)
Senza FIATo?,2002, 50’ (film collettivo)
Non mi arrendo, non mi arrendo! 2005 40’ ( premio Libero Bizzarri ’06 )
NOTAV, gli indiano di valle. 2005 55’ (selezione ONU per il Mediterranean Environmental Award ‘06)
Cronache a bassa velocità 2006 48’ (film collettivo)


Claudio Giorno
Nato nel 1949 a Borgone Susa (Torino), dove risiede, si occupa fin dal 1973 di Territorio e Ambiente.
La sua attività associazionistica, politica e sindacale si è svolta prevalentemente in ambito trasporti anche grazie al fatto che ha lavorato nel mondo delle infrastrutture e dei trasporti e risiede in una valle Alpina che si vorrebbe vocata a corridoio di transito tra la Pianura Padana e la Francia.
Ha collaborato con molte Associazioni da Pro Natura a Legambiente al WWF, ad Attak; ha co-fondato il "Comitato Habitat" per la difesa dei Cittadini e della vivibilità del territorio e "SOS Transit" per la limitazione del traffico nel territorio Alpino e la salvaguardia del suo delicato ecosistema.
Collabora con diverse testate locali e nazionali, dal periodico "Dialogo in Valle", ai settimanali della Valle di Susa, a varie riviste Ambientaliste, al quotidiano "il Manifesto".
Con l’avvento del "progetto Tav" voluto da Lorenzo Necci si impegna, assieme ad altri tecnici, professionisti, docenti universitari, e ambientalisti in un lavoro di analisi critica delle promesse progettuali dando vita a un Movimento che si radicherà poi fortemente a livello locale contro la realizzazione della Torino-Lyon, ma che era partito in ambito nazionale in parallelo alle contestazioni relative alle prime tratte progettate ed avviate (Roma-Napoli, Firenze-Bologna, Torino-Milano).

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