[NuovoLab] Le fasi della Luna

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Author: Mgow
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To: forumgenova@inventati.org
Subject: [NuovoLab] Le fasi della Luna
Articolo originale: *"As fases da lua"***
fonte: http://www.adital.com.br/site/noticia.asp?lang=PT&cod=29469
<http://www.adital.com.br/site/noticia.asp?lang=PT&cod=29469>
pubblicato il 12.09.2007 (la traduzione dal portoghese è mia) Mgow.

*12.09.07 -- BRASILE*

*Le fasi della Luna*
di *Frei Betto*

Da molto presto rimase inciso in me il sentimento del mondo. I miei
occhi, dilatati per la fede, levigati per il post-Hegelismo di Marx,
scorsero la piramide sociale capovolta.
La mia gioventù si consumò nell'ubriachezza dell'utopia. La
condividevano molti compagni e compagne mossi per l'ardente desiderio di
mordere la luna.

Epico era il nostro sogno di rimuovere gli ostacoli della vita che non è
vita. Singolare quella stoica consacrazione, spoglia di ogni ambizione
personale, disposta a reinventare il mondo. Avevamo l'audacia di rompere
parametri, lontano dai moralismi e sensibili alla vita e alla morte
Severina.**

Lottavamo attenti ai clamori della Rivoluzione di Ottobre, alla lunga
Marcia di Mao che attraversava i ponti dei nostri cuori, ai barbuti di
Sierra Maestra che strappavano boccate di fumo dal nostro alito
giovanile, alla vittoria vietnamita consolidandoci nella certezza che
avremmo strappato il futuro. La luna sarebbe stata il nostro trofeo.
Avremmo scalato le sue montagne e, una volta sulla cima, dispiegato le
bandiere della socializzazione compulsiva.

I condannati della Terra si stringevano sotto il caravanserraglio dei
nostri ideali e, in poco tempo, avremmo saputo condurli alle sorgenti
che distillano latte e miele...

Cadde la notte, si oscurò la luna, e la nazione, calpestata dagli gli
stivali, abortì primizie e promesse. Scambiammo le aule di lezione col
combattimento, la penna con le armi, la gola ruminava convinta: "Vinceremo!"

Il terrore del Leviatano si abbattè su noi, le grida di dolore
riecheggiavano dalle prigioni sotterranee, vite preziose falciate nel
carosello delle sevizie, corpi fatti a pezzi e scomparsi nei labirinti
dell'arbitrio. Ciononostante, la luna non sanguinò.

Di rotta all'aurora, demmo le mani alla moltitudine peregrina
influenzata di devozione democratica. Nelle periferie appariva il
sorriso, si risvegliava la coscienza, fioriva la mobilitazione. Tanto
che brillarono raggi fulgidi e lo splendore della luna ci illuminò la
speranza.

Nella fabbrica dei sogni forgiammo attrezzi appropriati per il parto del
nuovo Brasile. La lotta sindacale si incarnò in progetto sostenitore, la
credenza pastorale si moltiplicò in cellule comunitarie, i movimenti
sociali emersero come attori nello scenario dominato dalle sinistre
maschere che mai ebbero a coniugare il verbo condividere. Cuba,
Nicaragua, El Salvador..., lo sguardo impavido del Che...,
l'irriducibile caparbietà di Gandhi..., la sete di giustizia placata
nelle limpide fonti dell'etica. Non saremo mai come loro.

Durante la stagione delle piogge l'acqua sale rapidamente ed inonda
strade, case, città. Accecati dal miraggio, non notiamo il lento ed
indetenible soffio del vento. La sabbia putrefatta, ammucchiata sulla
soglia della porta, giorno dopo giorno cresceva più di un palmo.
Ascendemmo scalini investiti da mandato popolare, fummo intronizzati
nella cucina di Machiavelli, era arrivata l'ora di chi tanto sperò che
succedesse. Intrepidi, alcuni di noi decisero di cavalcare superbi,
convinti che la strada più breve tra sogno e realtà passa per il magico
suono del tintinnare delle monete.

Perché non avventurarsi per gli stessi sentieri percorsi dal il nemico,
visto che egli si perpetua con tanta forza? Quale è il segreto dei
capelli di Sansone? I poveri caddero nella dimenticanza, la seduzione
del potere fece che la luna ardesse in fiamme. Ícari impenitenti, non si
resero conto che le ali erano di argilla.

La voracità vuotò progetti, la gola ambiziosa divorò chimere. Il
pragmatismo accelerò l'epifanía delle trasformazioni del potere. La
connivenza unì rivali storici, gli avversari complottarono e gli alleati
furono defenestrati in quella massa informe che, sprovvista di etica,
consolida il Leviatano.

Perfino così, c'è chi, sotto la luna spenta, non ha timore nel cercare
punti luminosi nell' oscurità.. Da qualche parte si muove la lanterna di
Diogene. È triste, tuttavia, vedere antichi compagni in condizione di
imputati di trame elettorali e finanziarie.

*Oggi la storia, stuprata dal neoliberalismo, si ingravida di sogni
mediocri. L'utopia sgocciola per lo scarico della fogna. La luna è in
calante, la stella non rifulge oramai.*

*Tanti errori mi fanno male dentro. I sogni di una generazione scambiati
per un piatto di lenticchie. Aspetto, adesso, la luna nuova.**

Frei Betto*

**il riferimento e' ad un celebre poemetto /*"Vita e morte severina"*/
del poeta /*Joao Cabral de Melo Neto*/, recentemente scomparso e
considerato uno degli autori più originali della letteratura brasiliana
contemporanea. In esso si narra della vita di Severino, uno dei tanti
"retirantes", i braccianti del Pernambuco, sfruttati dai ricchi
proprietari terrieri e costretti a lavorare duramente nelle coltivazioni
intensive della canna da zucchero, che periodicamente emigrano verso la
costa in cerca di condizioni di vita più sopportabili. Severino è così
simile in tutto e per tutto agli altri miserabili come lui da esserne il
paradigma, tanto che dal suo nome deriva l'aggettivo "severina" per
indicare una vita e una morte anonime e insignificanti. /*Chico Buarque
de Hollanda*/ musicò con successo l' opera nel 1966 e ne subì le
conseguenti censure ad opera del regime militare