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L'ora in silenzio per la pace sui gradini del palazzo ducale di Genova è nata subito dopo l'attentato dell'11 settenbre. I partecipanti, nei giorni immediatamente successivi alla strage non erano in grado di sposare alcuna tesi sulla "verità ufficiale" che gli Stati Uniti diffusero sull'attentato ma sapevano che si sarebbe innescata una tragica spirale di violenza e di guerra.
Infatti qualche tempo dopo, con il pretesto della caccia a Bin Laden gli Stati Uniti attaccarono l'Afghanistan, dando il via ad una guerra che dura tuttora e che coinvolge in modo diretto ed inaccettabile anche l'Italia.
L'assurdità della guerra come "mezzo di risoluzione delle controversie internazionali" è risultata ancora una volta del tutto evidente:il terrorismo non è stato debellato, Bin Laden non è stato catturato, l'Afghanistan è tutt'altro che pacifico e prospero; ma gli Stati Uniti controllano la sua posizione strategica e le sue risorse.
La guerra in Afghanistan, quella in Iraq ed il moltiplicarsi di decine di conflitti in ogni parte del mondo hanno fatto sì che i pacifisti decidessero di non interrompere la loro protesta, che entrerà perciò in questi giorni nel suo sesto anno di vita.
Contituiamo a trovarci perciò ogni mercoledì dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito domani.
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ORA IN SILENZIO PER LA PACE
(12 Settembre 2007 - duecentosettantaseiesima ora in silenzio)
ANTIAMERICANI ? ? ?
Gli americanisti nostrani accusano da sempre i pacifisti di essere degli antiamericani e degli ingrati perché non riconoscano agli U.S.A. il grande merito di aver liberato l'Europa (quindi anche l'Italia ) dalla dittatura nazifascita .
Nulla di più falso... I pacifisti non dimenticano i partigiani ma riconoscono ruolo degli alleati nella liberazione dell'Europa. Questo però non li esime dal muovere le più forti critiche ai governi U.S.A. quando si gettano in guerre di aggressione; ed in particolare nelle "guerre preventive " come quella dell'Iraq
Ad oggi buona parte del popolo e dello stesso parlamento statunitense stanno chiedendo in modo deciso al loro governo il ritiro delle truppe dall'Iraq.
E' molto significativa l'intervista di Ian Shapiro , professore di scienze politiche all'università di Yale (una università privata di New Haven nello stato del Connecticut ), concessa ad Amedeo Ricucci e andata in onda ieri mattina su RAI3 nella trasmissione "La storia siamo noi" di Giovanni Minoli
Fonte : La repubblica del 09/09/2007
"....Bush ha deciso nel 2003 di attaccare l'Iraq anche se Saddam non rappresentava una minaccia immediata . Finché gli stati Uniti attaccheranno paesi che non li minacciano direttamente, tutti penseranno che abbiano un'agenda imperialista , che stiano cercando di rovesciare i regimi che non gli sono congeniali. .
Cosa vuol dire vincere la guerra in Iraq ? In un certo senso gli U.S.A. hanno vinto, sono riusciti a rovesciare il regime di Saddam. Ma non sono riusciti ad imporre la pace. E si sono perciò trasformati in una forza di occupazione .: Inoltre, fatto ancora più grave, con la guerra in Iraq gli stati uniti hanno consentito ad Al Qaeda di estendere il suo raggio di azione e di alimentare il suo appeal, complicando così la guerra al terrorismo. "