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da repubblica.it
Oggi in campo la Coalizione formata da 28 organizzazioni
dalle Acli a Slow Food. Mario Capanna patron del movimento
Tre milioni di firme contro gli Ogm
"Gli italiani non li vogliono"
di ANTONIO CIANCIULLO
Manifestazione contro gli Ogm davanti a Palazzo Chigi
ROMA - Ventotto organizzazioni in campo, mille delegati, tre milioni di firme nel mirino. Con il meeting di questa mattina al teatro Capranica di Roma, la campagna della "Coalizione Italia Europa liberi da ogm" entra nel vivo. E' la prima volta che su questo tema si crea un cartello di forze così ampio: dagli ecologisti al movimento dei consumatori, dal mondo agricolo alle Acli, dalle Coop alle associazioni della piccola e media impresa, dai Verdi allo Slow Food, dalla cooperazione internazionale a settori del mondo scientifico.
L'alleanza, inusuale per la sua ampiezza, è stata costruita da Mario Capanna come presidente della Fondazione dei diritti genetici e ha avuto successo perché la posta in gioco tocca uno degli asset fondamentali dell'economia italiana: quel 15 per cento di prodotto lordo che ruota attorno al comparto agro industriale. Spostare il baricentro della produzione dai campi ai laboratori significa rischiare di azzerare il vantaggio di posizione dei paesi che hanno una lunga tradizione di successo in campo alimentare. L'Italia, leader nel campo del biologico, del vino e dei prodotti di qualità, non avrebbe molto da guadagnare se gli aromi venissero costruiti con il bisturi genetico invece che pescandoli dal territorio.
Inoltre l'incertezza sui rischi ambientali legati a una larga diffusione di organismi geneticamente modificati resistenti ai pesticidi e il pericolo di una contaminazione delle colture tradizionali hanno spinto i cittadini europei a una prudenza che non sembra coincidere perfettamente con gli umori di Bruxelles. Secondo l'eurobarometro, il 62% degli europei e il 77% degli italiani sono preoccupati per la presenza di organismi transgenici nei cibi che finiscono in tavola. "La nostra non è una battaglia ideologica", ha detto Capanna, "ma è giusto chiedersi perché, se i cittadini non vogliono gli ogm, ci si ostina a imporli".
Così, proprio mentre crescono le tensioni all'interno della Commissione europea tra il partito filo ogm e il partito della prudenza, l'Italia ha deciso di scendere in campo per allearsi con le regioni europee contrarie all'uso dell'ingegneria genetica in campo alimentare. L'obiettivo è saldare un fronte, assieme movimentista e istituzionale, capace di pesare sulle scelte dell'Unione europea. La consultazione prevede due mesi di dibattiti che porteranno a un voto popolare con tanto di schede, simili a quelle referendarie, dove si potrà rispondere al quesito: "Vuoi che l'agroalimentare, il cibo e la sua genuinità siano il cuore dello sviluppo, fatto di persone e territori, salute e qualità, sostenibile e innovativo, fondato sulla biodiversità, libero da Ogm?".