Il giorno 06/set/07, alle ore 14:05, Valerio ha scritto:
> Quando ti capita, passa a piazza Cairoli (torre argentina) e
> affacciati
> in quel parchetto: c'è gente che fa la cacca, piscia, dorme e magna
> buttata per terra come le bestie!
Allora torniamo a discutere di "cultura".
Una quindicina d'anni fa, durante un viaggio in Bretagna, mi capitò
di visitare un "museo etnografico", con tanto di ricostruzione
dell'abitazione di una famiglia di contadini. Parliamo di un'epoca a
cavallo tra il '700 e l'800. L'abitazione consisteva di un ambiente
unico, diviso a metà da un muretto di pietra alto si e no 70 cm: da
un lato cucina, letti e un tavolaccio, dall'altro le mangiatoie e gli
animali. E già, due secoli fa, nella civilissima Francia, era normale
che una famiglia di contadini vivesse in un monolocale in
coabitazione con vacche, somari, maiali e quant'altro. Metà casa,
metà stalla. Normale.
Come era normale, più o meno nello stesso periodo, che la nobiltà
francese pisciasse e cacasse negli angoli dei corridoi del palazzo di
Versailles, tanto per dirne una.
Il problema non è se in queste condizioni si può vivere: si può.
Il problema è la differenza tra quello che culturalmente consideriamo
accettabile noi, e quello che, altrettanto "culturalmente", trovano
accettabile gli altri.
Ora, se siamo convinti che dal punto di vista igienico, estetico, di
qualità della vita, il nostro "stile di vita" sia preferibile,
dobbiamo convincere anche loro che lo sia, non pretendere che si
"adeguino". Magari dal loro punto di vista è il nostro folle,
maniacale ed ingiustificato.
> Me posso incazza' con chi ce li fa stare, con loro che non tentano un
> minimo di adeguarsi oppure gli devo pure battere le mani pensando,
> come
> qualche cretino, che così si abbatte il sistema?
Magari provare a capirli.
E a capirci.
Anche non tutto insieme, anche un po' alla volta.
:-)
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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«Come siamo con gli oggetti, così siamo - in modo più o meno visibile
- con gli altri»
