[Badgirlz-list] CASSEROMAGAZINE - N. 3 - SETTEMBRE / OTTOBRE…

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Author: Errata
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To: l38squatter, badgirlz-list
Subject: [Badgirlz-list] CASSEROMAGAZINE - N. 3 - SETTEMBRE / OTTOBRE 2007
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Carissime e Carissimi,


il terzo numero di CasseroMagazine coincide con la 5°
edizione del Gender Bender Festival [
www.genderbender.it ]. Un numero speciale come i
precedenti, in questa occasione dedicato agli ospiti
internazionali e alle opere che saranno presentate dal
30 Ottobre al 04 Novembre a Bologna. Una questione di
genere, da non perdere.

La copertina e le opere di nudo maschile riprodotte
nelle pagine interne sono di Bas Meerman, pittore
olandese di casa a Berlino, per noi intervistato da
Peter Weiermair, critico d'arte ed ex Direttore della
Galleria d'Arte Moderna di Bologna.

L'editoriale di questo numero, di Vincenzo Branà,
prende spunto dalla prossima elezione di Mister
Cassero 2007, atterra in Spagna e riparte per i
diritti civili. Segnaliamo lo spazio, via via sempre
più ricco, che in ogni numero sarà dedicato al Bologna
Pride 2008. Pubblichiamo un invito/appello all'impegno
e alla mobilitazione per il Pride di Maurizio Cecconi.

La carta diventa codice binario e la storia non passa
la mano. Ha più diritti Sodoma di Marx?, il primo
Quaderno di critica omosessuale pubblicato dal Cassero
e firmato da Beppe Ramina, in occasione del 25°
compleanno dell'associazione è ora disponibile in
versione elettronica. Il download è gratuito e
disponibile qui [ 2 MB ].

A metà della lettura, troverete le CasseroAngels
impegnate in un'intervista a Ornella Vanoni, che non
risparmia un outing al collega Renato Zero: "Lo
ricordo bellissimo, magrissimo, perfettamente
pasoliniano. Anche se era gay era talmente mascherato
nel personaggio che nessuno ci faceva caso. Era un
tale trasformista che la gente vedeva la maschera e
non l'uomo".

Avrete notato che ogni numero di CasseroMagazine è un
pezzo unico. Nuove invenzioni e soluzioni: appagarsi
nel mutare. Il grafico/artista Danilo Danisi raggiunge
oggi un alto livello di ricerca estetica e funzionale.

La gerenza di CasseroMagazine è di Walter Rovere e
Matteo Giorgi.

Per richiedere copie della rivista, scrivere a
magazine@???.
Per scaricare la rivista in formato .pdf ad alta
qualità [ 7 MB ], clikkare qui.


"Ti metti in sintonia con il posto,
e le storie ti vengono a cercare"
Davide Toffolo




Editoriale
11
Di Vincenzo Branà

Io se avessi potuto gli avrei dato 11. Perché quando
quella sera mi rifilarono carta e penna in mano e mi
dissero "Toh, sei in giuria a Mister Cassero", a me in
un certo senso crearono un problema. Piacevole, per
carità. Perché di belli in passerella ce n’era certo
più di uno. E a me, che sono cresciuto in una famiglia
che nel dubbio il sale nella pasta ce lo si mette due
volte, doverne scegliere uno, anziché tre o quattro,
mi pareva davvero un gran peccato. Allora attaccai a
piazzar degli otto e degli otto e mezzo, qualche sette
e forse un sei. Sei. Nell'attesa che la competizione
li mettesse, letteralmente, in mutande. Così mi
rilassai, consapevole che alla fine era tutta una
questione di tette, culi, e rotondità varie. E che in
fondo i problemi, nella vita, sono altri.

Invece a scardinare la regola arrivò Aaron, che forse
in mutande raggiunge il sei col debito formativo, ma
che appena lo vedi, se sei gay e orgoglioso, dici: "è
lui". Un fisichetto "così così", ma un piglio che
vorresti riuscire a immortalare, per piazzarlo sul
manifesto di un Pride. Con sotto scritto: "Provate a
dirmi di no". Perché, innanzitutto, Aaron a guardarlo
in faccia sembra sempre sereno. E il contorno è un
gran bel paio di occhi neri, il capello corvino e un
sorriso che ti faresti sfilare il portafoglio. Quindi
è bello. In più, anzi forse proprio questo è il punto,
Aaron viene dalla Spagna, che di questi tempi è come
dire "sono figlio di Madonna". Perché a essere
finocchi con cittadinanza a Madrid si dà
immediatamente ragione di quella spavalderia che il
sirenetto porta tatuata in volto. Nel suo paese non
deve avere alcuna tessera per entrare in un locale
gay, e se decide di darsi all'imprenditoria può
rivolgersi ad una camera di commercio ad hoc per
aziende a target omosessuale. E soprattutto può
sposare il suo compagno, assisterlo nella malattia,
condividere con lui i frutti del lavoro di una vita.

Aaron insomma per noi italiani è un traguardo, e
l'entusiasmo che porta stampato in volto è l’ossigeno
che vorremo aspirare da una mascherina quando nel
nostro paese sentiamo di omosessuali portati in
questura perché sorpresi a baciarsi, di donatori di
sangue respinti perché gay, di amministrazioni
comunali che progettano mura di siepi attorno a
un'area in cui si pratica battuage maschile. Da tutto
questo ragionare, tornai subito a quella "faccia da
poster" e gli affibbiai dei dieci fino alla nausea.
Aaron doveva vincere, lo pretendeva con lo sguardo.

Come dovremmo vincere noi gay in Italia, chiudendo
l'era dei compromessi, e senza mediare sulla nostra
lingua o sul nostro modo di rappresentarci. Uscendo
dalle gabbie delle perifrasi truffaldine dei partiti
di oggi, ma anche di quelli di domani, che alludono
senza mai nominare, promettono e non garantiscono.
Alla fine si è beccato corona e fascia: cioè, nello
specifico, qualche foglio di cartoncino graffettato e
del nastro da cuscino mortuario con immortalato, al
posto dell’estremo saluto, il conquistato titolo. Che,
d'oro o di latta, è comunque conquistato. E tutta
quella cartapesta, che per lui è stato un ironico
punto d'arrivo, per noi può essere un'ottima partenza.
Perché forse ci serve tutta la nostra "favolosità",
fatta di raffia e di carte décor, se vogliamo fare
come lui, e rigiocarci per le strade di Bologna al
Pride quella partita che i politici ci hanno fatto
perdere a tavolino.




Invito/Appello
L'avventura della fierezza
Di Maurizio Cecconi

Mancano nove mesi al 28 Giugno 2008, giornata
internazionale dell'orgoglio omosessuale, bisessuale e
trans. Mancano nove mesi a sabato 28 Giugno 2008, la
data scelta dal Comitato Bologna Pride per la
manifestazione nazionale dell'anno prossimo. C'è un
programma da ideare, un'incisività sulla società
italiana da cercare, da ritagliare e inventare ex
novo, da regalare a questo paese scoppiettante,
ipocrita, che rifiuta la questione omosessuale - e
bisessuale e trans - come cartina di tornasole del
grado di (in)civiltà che abbiamo raggiunto. C'è la
necessita d'allacciarsi al movimento di liberazione
internazionale, impegnato in conflitti difficili, dove
a pagare sono le donne e gli uomini, le loro vite, il
loro diritto alla felicità: l'India, la Russia, la
Palestina, l'Iran, l'Albania sono solo alcuni dei
territori della battaglia. Non sono gli unici. C'è una
duplice questione generazionale da affrontare: da un
lato, un movimento, quello italiano, che ha superato i
trent'anni di storia, è tempo che abbandoni il suo
congenito giovanilismo, che affronti i desideri e le
realtà quotidiane delle persone gay, lesbiche, trans
anziane, che sappia coglierne le necessità e offrire
delle risposte, pur parziali, comunque indispensabili.
Una sfida importante: la storia ce la costruiamo con
le nostre, uniche mani. Dall'altro lato, c'è
un'emergente omofobia, un dilagare dei crimini d'odio
verso le persone lgbtq che vede la legislazione
italiana impreparata a rispondere. Dobbiamo ottenere
una legge che ci protegga, che ci tuteli. Il nostro
habeas corpus, l'intangibilità del corpo, non può
essere lasciato alla clemenza dei violenti o al buon
cuore di un poliziotto. A pagare, in giovane età, sono
spesso gli e le adolescenti. Il bullismo è lo specchio
di una società italiana incancrenita dalla violenza
sugli ultimi e sui deboli, su chi ancora non conosce
le parole della propria liberazione. Dobbiamo dire:
basta. Non vogliamo vedere più nemmeno una vittima.
Dobbiamo andare davanti alle scuole, dichiarare finita
la solitudine. Smettiamola, fin d'ora, di cercare
l'approvazione di chi è parte del problema.
Abbandoniamo a se stesso il patriarcato e i soprusi
della cultura maschile. Ci sono dei conflitti.
Abitiamoli onestamente, con la coscienza che in questa
partita giocano molti attori e noi siamo una voce
soltanto. Che sia forte e autentica. Che ponga domande
ineludibili. Questo è l'obiettivo per cui lavoriamo e
per il quale c'è bisogno di tutte, di tutti. Fatevi
avanti: le porte sono aperte, l'avventura della
fierezza di sé, di noi, continua.

volontari@??? | pride@???




Semina e diffondi e pubblica questo messaggio e
mangialo come il pane.


Cassero - Gay Lesbian Center
www.cassero.it
direttivo@???



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