[NuovoLab] Alberto Asor Rosa sul caso lavavetri

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Autor: Edoardo Magnone
Data:  
Para: forumgenova
Assunto: [NuovoLab] Alberto Asor Rosa sul caso lavavetri
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/01/asor_rosa_lavavetri.shtml

La lettera al Corriere
Mi dimetto da intellettuale di sinistra L'intervento
di Alberto Asor Rosa sul caso lavavetri

Caro Direttore, trovo indecente l’ordinanza del Comune di Firenze sui lavavetri
di strada, non perché rappresenta un’offesa alla morale rivol u z i o n a r i a
, ma perché è una cialtronata. Sarebbe come se, in presenza di una g r a v i s s
i m a e m e r g e n z a igienica, le autorità preposte andassero in giro ad
ammazzare l e mosche con i giornali arrotolati. Mi spiego.
Le condizioni delle città italiane sono mediamente fra le peggiori d'Europa.
Roma è la città più sporca dell'emisfero occidentale (se si esclude Napoli). Il
centro storico di Firenze ha preso l'aspetto e le abitudini di un suk arabo
(oddio, che lapsus!). Bologna non riesce a risollevarsi dalla grigia, spenta
aura guazzalocchiana. Milano, un tempo capitale morale e culturale d'Italia,
sembra un sobborgo di Rogoredo. Napoli, appunto, è sommersa dall'immondizia.
Ovunque, ogni giorno, ci si deve confrontare con degrado e speculazione del
territorio e dell'ambiente, di cui spesso le amministrazioni locali sono
complici. Questo sì che sarebbe un tema interessante per una grande inchiesta:
il confronto, su valori ben accertati (pulizia, servizi, trasporti, traffico,
sanità, ecc.), tra le più importanti città italiane e, poniamo, Parigi, Londra,
Berlino, Zurigo, Bruxelles e Madrid. Vediamo sul serio a che punto le cose sono.
Perché allora cominciare a prendersela proprio con i lavavetri di strada? Per
due motivi, credo. Innanzitutto, perché quando io vado a caccia di mosche a
casa mia con il giornale arrotolato (retaggio, me ne rendo conto, di abitudini
antiche, sorpassate dalle alte tecnologie contemporanee), meno tali fendenti
che il mio cane spaventato corre in un'altra stanza: lui crede che sia
scoppiata la Terza Guerra Mondiale.

Nello stesso modo si comportano i sindaci di casa nostra (come me; non come il
mio cane). Menano fendenti sulle mosche: così il pubblico si distrae e non
pensa ad altro. In secondo luogo, perché l'ordinanza costituisce un piccolo ma
significativo passo avanti nella realizzazione di quella ormai onnipresente
costituzione materiale, che sta alla base del PUCD = Partito Unico del
Conformismo Dominante. Per forza che la maggioranza, la grande maggioranza, sta
con l'ordinanza del Comune di Firenze: mettete insieme la quasi totalità
dell'elettorato di centrodestra con la maggioranza di quello di centrosinistra,
e avrete questa spaventosa miscela di conformismi, questo incontro di volontà
armate, che, invece di confrontarsi e scontrarsi, come sarebbe giusto,
beatamente si incontrano e si sommano sui principi fondamentali, il più
importante dei quali dice: per favore, preferirei non essere disturbato. Resta
solo da chiarire quale sarà il prossimo soggetto disturbante (ma non c'è che
l'imbarazzo della scelta: il Pucd, perciò, ha possibilità infinite davanti a
sé). Naturalmente — voglio dirlo proprio solo alla fine, perché tanto so che i
miei interlocutori sono del tutto insensibili a questo tipo di argomento —, a
me fa impressione anche che, nella catena infinita dei problemi, i nostri
amministratori comincino esattamente dagli ultimi (ultimi in tutti i sensi: in
ordine di importanza; e dal punto di vista della miserabilità della condizione
umana dei soggetti interessati). Ma questo è un riflesso condizionato d'ordine
morale: cosa d'altri tempi, e non mette neanche conto parlarne.

P.S. So benissimo che Pierluigi Battista è abituato alle distinzioni e alla
complessità dei problemi; perciò mi stupisco che da qualche tempo a questa
parte usi categorie troppo generali, la cui correttezza mi pare ormai poco
fondata. «Intellettuali di sinistra»? Mi pare che la categoria non esista più:
almeno da quando si è totalmente svuotata o perlomeno fortemente indebolita e
confusa quella di «politici di sinistra». Comunque io ne sono uscito
volontariamente da almeno un decennio, da quando ho scoperto che stare nello
stesso contenitore con altri intellettuali che si definivano in qualche modo di
sinistra, non era più commendevole. Quindi, faccio da me. Del resto, come è
noto, chi fa da sé fa per tre. O almeno lo spero.
01 settembre 2007