[Incontrotempo] ADESIVI CAMPAGNA “SALVA UN UOMO”

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Autore: makno
Data:  
To: incontrotempo
Oggetto: [Incontrotempo] ADESIVI CAMPAGNA “SALVA UN UOMO”


Martedì 28 Agosto

ADESIVI CAMPAGNA “SALVA UN UOMO”
video trastevere, presidi fissi polizia e dintorni



Da stasera, per le vie di trastevere verrà distribuito a residenti e
frequentatori un importante adesivo, per pubblicizzare la campagna di
solidarietà sociale che abbiamo avviato in questi giorni, dopo i noti e
gravi fatti relativi al quartiere. Rendiamo noto il testo:


Anche quest’anno un parlamentare è impazzito.
E’ solo, ha caldo, ha voglia di guardare qualcosa.
Ma l’antenna non prende ItaliaUno.

Non rimanere indifferente.

AFFITTA ANCHE TU UN FILM PER L’ON. GIRO

SALVA UN UOMO. E SALVA LA TUA CITTA’.

Pubblicità progresso a cura del Ministero della Sanità – dipartimento
per il contrasto del voyeurismo

contro la militarizzazione del centro della nostra città
contro l’espulsione dei ceti popolari dai quartieri storici
la città è di chi la vive



Una risposta ironica alla iniziativa di un accaldato e problematico
esponente politico che in questi giorni ha fornito il pretesto per
rafforzare la crescente campagna di militarizzazione del centro storico
di
roma che già in altre occasioni ed in diverse iniziative abbiamo
denunciato.
Ma anche una denuncia delle gravi decisioni annunciate al termine
dell’incontro fra Sindaco, Prefetto e sedicenti comitati di residenti di
trastevere.

Molto di quanto riportato ha il sapore dell’assurdo. Tanto da suscitare
piu’ un certo desiderio di sorrisi che considerazioni in qualche modo
assennate.
Tuttavia, dato che purtroppo dietro questa surreale impalcatura
mediatica
si nasconde un’azione repressiva e speculativa mossa da interessi di
miliardi di euro, ci sembra opportuno far circolare qualche
considerazione.




“DARE BUONI CONSIGLI QUANDO NON SI PUÒ PIU’ DARE IL CATTIVO ESEMPIO”
(F.DEANDRÈ)

Ad alcuni di noi, nel leggere alcune dichiarazione dell’on.Giro e di
suoi
colleghi, è venuta in mente una frase di una famosa canzone di De Andrè
Tuttavia, dobbiamo riconoscerlo, la genialità della nostra classe
dirigente supera qualsiasi ispirazione poetica.
Riescono a dare i buoni consigli ed il cattivo esempio allo stesso
momento.

L’on.Mele si dedica a festini con accompagnatrici ed etti di cocaina.
L’on. Miccicchè si faceva portare la cocaina all’interno del
Ministero. Lapo Elkann non riesce neppure a controllarne l’assunzione.
Questo tanto per citare alcuni episodi collegati all’uso di sostanze
stupefacente. Ce ne sarebbero tanti altri, di episodi significativi. Uno
fra molti, quello del senatore Selva che utilizza le ambulanze per poter
fare la sua comparsata televisiva . L’unico a prenderne le difese è
stato proprio l’on. Giro.

Ciò nonostante, si sentono tutti di salire su un autoproclamato altare
di
moralità, e di lì pontificare.

“UN VITALIZIO PER LA DIFFICILE VITA DI UN PISCHELLO A ROMA”(ON.CESA)

Se, del resto, il gesto dell’on. Mele era da comprendere data la
difficoltà della sua condizione di parlamentare “fuori sede”, ci
domandiamo se non risulti un po’ paradossale invece tutta questa
intransigenza verso chi magari era sul serio al termine di una giornata
di
lavoro, e che magari è veramente costretto ad essere lontano dalla
famiglia per lavorare o studiare.
Anzi, ci permettiamo di avanzare una proposta: un vitalizio per tutti
gli
studenti fuori sede, per tutti i lavoratori precari lontani da casa, per
tutti i pendolari dall’hinterland romano e per tutti gli altri che in
qualche forma vivano l’oppressione di una condizione metropolitana
sempre
piu’ allarmante.
Siamo sicuri di poter contare sull’appoggio dell’on. Cesa e dell’UDC
tutta.

E, badate bene, non è solo una proposta provocatoria.
Vogliamo anche evidenziare che, forse, l’uso delle sostanze stupefacenti
è connesso sia a libere scelte individuali che ad oggettive
problematiche
di emarginazione e difficoltà sociale. Di fronte ad entrambe,
l’approccio ipocritamente bigotto e realmente repressivo è utile forse a
far aumentare il valore delle case di Trastevere ma non certo ad
incidere
sulla realtà.

L’evidenza del fallimento delle politiche proibizioniste (a partire
dalla
Legge Fini, approvata quanto il nostro Giro era capogruppo alla camera
di
forza italia), riconosciuta e denunciata anche dalla gran parte degli
operatori dei servizi sociali, dovrebbe ormai averlo reso indiscutibile.
Ma, crediamo, a qualcuno nulla importa in realtà della questione in sé.

Del resto, come scriveva De Maistre (ben conosciuto, crediamo, dall’on.
Giro, laureato in filosofia morale del 700 e considerato vicino al
cardinale Ruini), l’autorità non deve “lasciarsi paventare dal
pericolo di ritardare la scoperta di qualche verità, inconveniente
passeggero e del tutto inesistente, paragonato a quello di scuotere le
istituzioni e le opinioni correnti”


FRA POLITICA E PSICANALISI

L’on. Giro, peraltro, ha nel suo curriculum altre interessanti
iniziative. Sempre improntate al suo evidente spirito liberale, che lo
ha
peraltro resto noto all’interno del suo partito (si mormora in
Transatlantico venga spesso invitato alle feste di compleanno per
realizzare i filmini ricordo, nei quali è maestro indiscusso, e per
evitare disguidi gli venga sempre assicurato che quella polvere bianca
sul
tavolo è senza dubbio zucchero a velo).
E’ stato paladino nella difficile, e purtroppo persa, battaglia per la
chiusura di indymedia. Giacchè, dice, la rete non può certo essere
libera
e deve essere impedito che circolino contenuti “pericolosi o devianti”.
Addirittura, nel caso di indymedia, l’on. Giro denunciava la oscena
presenza di “toni talvolta gravemente diffamatori nei confronti
dell’Italia”.

Ora, questo paladina della legalità e del controllo della rete, ha messo
in circolo un video che riprende “privati cittadini”, alcuni peraltro
anche minorenni. Un video che, del resto, è stato trasmesso dai
telegiornali nazionali. Evidente violazione della legge sulla privacy,
della normativa sull’acquisizione e distribuzione di immagini senza
consenso (permessa solo se vengono rappresentati personaggi pubblici,
come
noto), nonché della a lui molto cara legge a tutela dei minori.

Ma, si sa, la legalità è un concetto di facile estensione.

E la privacy è sacra quando il portavoce del Governo si dedica alla
triste
attività ai piu’ nota gergalmente come “puttan-tour”. Lo diventa
meno quando sei uno ragazzo qualunque che vuole bere qualcosa in
piazzetta,
e si trova poi a leggere le dichiarazioni di Giro che critica persino la
busta con la quale ha trasportato le pericolose birre (“deprimenti
buste
di plastica”).

Ma, ad essere sinceri, si intravede qualcosa di pornografico (o forse,
visto lo specifico, pedopornografico) nel video e nelle descrizioni che
ne
fa l’on. Giro.
Ci sembra di cogliere, infatti, un sapore di ambiguità quasi lussuriosa
l’insistere su “minorenni barcollanti” (come se il fatto di essere
donne ne aumentasse la gravità), la fascinazione per “il rito
di“urinare collettivamente”, la attenzione estetica per “l’eleganza
del gesto” nel passaggio di stupefacenti.
E, del resto, immaginare questo onorevole passare caldi notti estive a
spiare dalla finestra quanto fanno un po’ di baldi giovani sotto casa,
soffermandosi su qualche “minorenne” (alcuni maligni al Bar de Belli
ipotizzavano la sua capacità nel distinguere le diciassettenni dalle
diciottenni fosse dovuta alle ore trascorse sul sito web
www.caldepizzettareminorenni.com, ovviamente allo scopo di inoltrare una
dura denuncia a riguardo) ci fa pensare che forse il consulto di un buon
analista non sarebbe del tutto da scartare.

Lui è preoccupato i giovani disagiati. Ma anche noi siamo preoccupati
per
lui. Forse è amore.


“COSÌ E SE VI PARE”

Ma forse la questione più interessante è sempre la solita: ma è vero? La
realtà delle serate trasteverine è quella raccontata dall’on.Giro? E
quel video, quanto è attendibile?

Ora, che un video possa dare una idea piuttosto fuorviante è noto da
circa
un secolo. Se così non fosse, non ci sarebbero ben pagati pubblicitari,
propagandisti, public relations. Forse non sarebbe una grave perdita, ma
tant’è.

E ci sembra proprio che in questo caso si operi una notevole forzatura
su
quella che è la “movida” trasteverina.

E’ vero, ci sono persone per strade. E’ vero, ci sono persone che
suonano i tamburi. E’ vero, c’è chi consuma alcolici per strada.
E fino a qui non parliamo neppure di illeciti di alcun genere.
E’ vero anche che ci sono un po’ di schiamazzi. E’ vero che c’è
qualcuno che consuma qualche sostanza stupefacente.E’ vero che c’è
qualcuno che urina per strada.
E qui siamo arrivati forse a qualche sanzione amministrativa, di modesta
gravità. Ricordiamo peraltro il consumo personale non è un reato penale,
anche se è fatto su uno specchietto di motorino e non su un elegante
portasigarette in argento.

Non molto di piu’.

Uno scenario un po’ differente dal “teenage wasteland” descritta
dall’on. Giro. E del resto anche le interviste ai sedicenti residenti
non
riescono a trovare episodi piu’ eclatanti di una pipi fuori dal vasino.

Insomma, niente di scandaloso. Niente di nuovo, e tantomeno di tragico.
Niente di diverso, peraltro, a quanto accade nei quartieri di
aggregazione
di tutte le città.
E, ci spiace dirlo, ben poca cosa rispetto a quello che vediamo
accadere in
tanti altri luoghi – a partire dai costosi locali turistici proprio in
centro – coinvolti in giri di cocaina ben piu’ significativi che non
sembrano interessare nessuno, o in presitigiosi ristoranti dove
apprendiamo
essere piuttosto facile incontrare delle accompagnatrici per difficili
serate solitarie negli alberghi in via veneto.

Sicuramente, qualche disagio per i residenti ci sarà. Crediamo che,
visto
il valore di una casa in trastevere, sia un limite accettabile.
In fondo, c’è chi vive sopra i binari del treno e chi se apre la
finestra può saltare sulla tangenziale est in gesto di fantozziana
memoria.

E, del resto, tutto questo caos non è certo nuovo alla natura del centro
storico di Roma. Anzi, ne è stata sempre una caratteristica (come noto,
non essendovi stati interventi urbanistici come quello di Haussman a
Parigi, il centro di roma è sempre rimasta una zona popolare e vissuta
della città)
Non è infatti un caso che “trasteverino” sia ancora espressione
sinonimo di piccolo criminale, o che ancora trent’anni fa nei cortili di
trastevere si allevavano le galline, oppure ancora che una delle piazze
di
trastevere sia dedicata ad un poeta un po’ particolare come trilussa
(siamo certi l’on. Giro avrebbe ripreso nell’atto di ubriacarsi per i
vicoli – era pur sempre un pericoloso esempio che scriveva
“<<[…]bevo
er vino e guardo er muro / con un buon presentimento / sarò sbronzo ma
me
sento / piu’ tranquillo e sicuro>>)

Giro sembra voler diventare il portavoce di quei trasteverini
dell’ultima
ora che ne rifiutano la storia e la identità, e pretendono in nome di
“bei tempi andati” mai esistiti venga ridotta ad una deprimente
cartolina turistica. E per farlo non si fa problemi di descrivere
scenari
immaginari, violare la per lui sacra legalità, mistificare la realtà.


E ALLORA?

Quanto abbiamo scritto ci sembra rispondere ad un certo buon senso,
peraltro constatabile da chiunque si faccia un giro (non nel senso di
fumarsi il parlamentare) una sera per trastevere.
Ci domandiamo allora come sia possibile che il Comune, la Prefettura, il
Municipio oltre che i media abbiano data tanto risalto e credibilità
alla
buffonesca iniziativa dell’on. Giro.

Ed eccoci a fare i conti veri, quelli dei soldi. Da anni si sta
tentando di
modificare la natura del centro storico di roma.Un obiettivo semplice.
Creare una vetrina redditizia per la città di roma.

Una vetrina pulita, senza “freakkettoni”, senza “punkabbestia”,
senza “pischelli” dalle periferie, senza “barboni”, senza
“bonghi” e musica.Fiorente di locali costosi ed esclusivi, dove i
propri vizi si consumino con una certa discrezione (a proposito,
esistono
locali aperti tutta la notte ma sembra che Lobefaro sia piu’ preoccupato
dai cornettari).
Dove le case abbiano un valore incredibile, possibilmente per ricchi
americani, e gli abitanti storici siano espulsi da quei quartieri. E
dove
gli esercizi commericiali possano applicare tariffe in linea con quelle
di
Capri.

Parliamo di immagine, certo – ben cara a Veltroni. Ma parliamo anche di
soldi, molti soldi (basti pensare alla pazzesca speculazione messa in
atta
sull’ex cinema america).E parliamo di una idea di città.
Ed anche, a ben vedere, una idea di società (interessante, a riguardo,
notare le numerose somiglianze con la “emergenza bullismo”, la cui
conseguenza è stata la reintroduzione del tanto criticato voto di
condotta
e l’inasprimento dei da sempre iniqui e contestati provvedimenti
disciplinari).

Ecco che, sotto questa luce, ben si spiega questo “allarme trastevere”
generato dal video di Giro. Così come ben si spiega il tipo di reazione
che vi è stata alla presunta emergenza, ovvero una presenza massiccia di
forze dell’ordine nelle piazze (peraltro, come nota, il controllo
poliziesco sui luoghi di socializzazione è uno degli elementi da
considerare per determinare l’indice di “democraticità effettiva” di
un paese secondo diversi standard internazionali).
E si spiegano tanti episodi (come non ricordare, a tale proposito,
l’immenso moral panic ingenerato dalla presenza di un pallone a campo de
fiori). in linea con questo, già diverse volte denunciate anche
attraverso
iniziativa pubbliche.

A questi interesse, ovviamente, il sistema mediatico sembra aggiungere
quella mancanza di buon senso che ne sembra essere una caratteristica
(ben
descritta da alcuni film “indipendenti”, o quasi, statunitensi, fra i
quali citiamo “natural born killers” di oliver stone), perdendosi in
improbabili descrizioni involontariamente parodistiche del giornalismo
hemingwaiano (ricordiamo con particolare affetto un coraggioso reportage
che denunciava la barbara ed un poco bullica “nuova moda” di suonare
ai citofoni di notte - talmente nuova da essere rappresentata in un noto
film degli anni ’60).



QUIZAS, QUIZAS, QUIZAS…

Ora, noi pensiamo qualcuno stia facendo male i propri conti. Ci sembra
difficile pensare di cambiare la natura di un quartiere con la forza,
sia
quella dei manganelli che quella della campagne medianiche.
Un tentativo che non potrà che provocare conflittualità quotidiane, ed
un
generico peggioramento delle condizioni di vita per tutti (ricordiamo,
ad
esempio, che quando la polizia caricava a campo de fiori non di rado
venivano colpiti anche i gestori dei locali ed i residenti di passaggio

e persino qualche giornalista…) oltre che probabilmente anche un
peggioramento di immagine (in fondo, le strade presidiate hanno comunque
quel sound vagamente sudamericano).
Tutto questo, peraltro, alla facci di “quel rapporto di fiducia fra i
giovani e le forze dell’ordine” che il nostro ormai uscente prefetto
Serra era solito affermare di voler diffondere nella città (sospettiamo
che questa possa non essere il migliore dei metodi…).

Ma, ecco, anche se questo tentativo riuscisse, quale ne sarebbero gli
effetti? Un centro vetrina e militarizzato, i pischelli della città
relegati a rimanere nelle loro periferie, nessun luogo di
aggregazione.Qualche maxievento dietro cui tentare di nascondere la
realtà
della città.
Basta guardare oltralpe per avere una idea di quali sarebbero le
conseguenze. Si ricordi, il nostro Sindaco, dei “casseurs” in champs
elysee durante la Nuit Blanche parigina.

Così come per la politiche riguardo le sostanze stupefacenti, questo
insieme di interventi repressivi ed autoritari non può che portare ad un
peggioramento della situazione.

Ed allora, su entrambe le questioni, se proprio si vuole proseguire su
questa linea spregiudicata, almeno si abbia la dignità di chiamare le
cose
con il loro nome. Interessi economi. Controllo sociale. Politiche
autoritarie del consenso.
E smettere, almeno, di dire che lo fanno per il nostro bene.



alcuni collettivi giovanili e studenteschi di roma
comitato di lotta per la casa – centro storico
movimento di massa antiproibizionista - roma










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