Re: [cm-Roma] rom (era digest eccetera)

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Author: Marco Pierfranceschi
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To: lista cm-roma.
Subject: Re: [cm-Roma] rom (era digest eccetera)
Il giorno 24/ago/07, alle ore 16:10, Valerio ha scritto:
> Vedi? Tu hai vicino a te un esempio positivo: io purtroppo ho vicino a
> me un esempio negativo. Abito vicino al consolato rumeno dell'eur e
> purtroppo devo constatare che la stazione della metro Laurentina è
> diventato una pattumiera, la strada che va dalla stazione al
> consolato è
> piena di bottiglie, lattine, fazzoletti, avanzi di cibo,
> etc...nonostante ci siano diversi cassonetti disseminati lungo il
> percorso, il parco che sorge nel primo tratto di strada di via del
> serafico e che si trova nei pressi del consolato era diventato uno
> schifo..con gente costretta, da un consolato rumeno niente affatto
> organizzato, a passare la notte lì! Senza contare che basta che apri i
> giornali e la cronaca è piena di episodi di cronaca più o meno nera
> dove protagonisti sono persone dell'est.


Questo _è_ un problema culturale.
L'abitudine alla convivenza con la sporcizia _è_ un problema culturale.
Non lo fanno per cattiveria, lo fanno perché non comprendono la
differenza, il valore di vivere in un posto pulito.
(probabilmente è perché hanno ben altri problemi contingenti più
immediati da risolvere).

E se vuoi anche la nostra rincorsa della pulizia è eccessiva,
arriviamo al punto di rimuovere il grasso cutaneo che è una barriera
contro le malattie...

> A parte che io lo vedo fare ancora a tantissimi italiani anche di un
> certo livello sociale...la mia domanda è: avevamo proprio bisogno di
> un'altra iniezione di maleducazione civica? Voglio dire: è così strano
> che io desideri vivere in un posto pulito? O che abbia il desiderio di
> lasciare la mia bici in stazione e ritrovarcela? O che non abbia
> intenzione di scavalcare "monnezza" quando torno a casa e percorro via
> del Serafico? Se qualcuno ha qualche dubbio circa le mie parole...ho
> scattato delle foto.


No, penso che siano aspirazioni legittime, ma più legittime ancora
sono le loro di avere qualcosa da mettere sotto i denti, da dar da
mangiare ai propri figli, di prendersi almeno le briciole di quel
benessere in cui noi viviamo e dal quale sono tagliati fuori.

Che vorresti fare? Chiudere l'Italia in un castello dorato mentre
fuori i "barbari" ci assediano?

Il problema delle disuguaglianze sociali non può essere ridotto a un
"nimby" di strade pulite e poveri che non si vedono. Se lo vuoi c'è
già, si chiama Svizzera. Io, tuttavia, preferisco stare qui, ad
affrontare i problemi anziché nascondermeli.

> Beh...c'è una certa differenza tra il volenti ed il nolenti: se ti
> piace
> vivere in un certo modo...senza lavorare e campare di elemosina...poi
> non puoi pensare, almeno in questo paese, di abitare in una casa, no?


Pochi giorni fa mi citavano Nietzche: la libertà non è avere quello
che desideri, ma sapere cosa desideri. Se non sei in grado di
desiderare non puoi scegliere, e non sei libero.
Un Rom, per poter vivere come un italiano, manca di troppe cose,
materiali e, soprattutto, culturali.
Ha la sua, di cultura, ma gli serve solo per vivacchiare di
espedienti ed entrare in conflitto con la realtà che lo circonda.

> Qui se ti fai il culo...puoi non riuscire a sbarcare il lunario. Se tu
> arrivi qua senza neanche avere intenzione di integrarti...come puoi
> pensare di andare oltre una baracca?


Scriveva anni fa un corrispondente russo ad una mia amica: "Meglio in
mezzo ad una strada di paese ricco, che povero in paese di poveri".
A volte una baracca in un paese ricco è un sogno tutto da realizzare.
Io ho visto dei Rom in Albania, e non puoi nemmeno immaginare in che
condizioni. Quelli che stanno qui, nelle baracche, al confronto sono
dei signori.

> Non lo so, ma di certo la situazione dei rom in Italia non è dettata
> solo da fattori esterni alla loro cultura.


Su questo siamo perfettamente d'accordo, ma la nostra cultura non è
certo innocente.

Ciao

--
Marco Pierfranceschi
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