Storia - 80° ANNIVERSARIO: SACCO e VANZETTI immigrati
italiani, giustiziati e innocenti
I due anarchici italiani furono condannati a morte
nonostante le prove che li scagionavano. Nel '77
l'America li riabilitò
La notizia dell'esecuzione sul Corriere della Sera
del 24 agosto 1927
MILANO - Esattamente 80 anni fa, il 23 agosto 1927,
alle ore 0,19 veniva giustiziato sulla sedia elettrica
Nicola Sacco. Alle 0,26 toccava a Bartolomeo Vanzetti
subire lo stesso destino. Ma la storia di Sacco e
Vanzetti, i due emigrati italiani accusati negli Stati
Uniti di aver preso parte ad una rapina uccidendo un
cassiere e una guardia nonostante le prove evidenti
della loro innocenza, non si chiudeva con la loro
esecuzione.
Sacco e Vanzetti clicca su una foto per andare alla
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MARTIRI RIABILITATI - Una storia di ordinaria
ingiustizia, che divenne qualcosa di più grande e
simbolico. Come lo stesso Bartolomeo Vanzetti
comprese, quando rivolgendosi alla giuria che lo
condannò alla pena di morte, disse: «Mai vivendo
l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così
tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua
comprensione fra gli uomini». Il destino dei due
anarchici italiani, capri espiatori di un'ondata
repressiva lanciata dal presidente Woodrow Wilson
contro la «sovversione», non solo smosse le coscienze
degli uomini dell'epoca, ma come un fantasma continuò
ad agitare l'America per decenni. Finché nel 1977,
cinquant'anni dopo la loro morte, il governatore del
Massachusetts Michael Dukakis riconobbe in un
documento ufficiale gli errori commessi nel processo e
riabilitò completamente la memoria di Sacco e
Vanzetti.
NICK E BART - Bartolomeo Vanzetti, «Tumlin» per gli
amici, nacque nel 1888 a Villafalletto nel Cuneese
(che ieri ha commemorato Vanzetti nel cimitero del
paese), figlio di un agricoltore. A vent'anni entra in
contatto con le idee socialiste e, dopo la morte della
madre Giovanna, decide di partire per l'America,
miraggio di una vita migliore per gli italiani dei
primi del Novecento. Stabilitosi nel Massachusets,
milita in gruppi anarchici e nel 1917, per sfuggire
all'arruolamento, si trasferisce in Messico. È qui che
stringe amicizia con Nicola Sacco, pugliese, classe
1891. Da allora, Nick e Bart diventano inseparabili e
frequentano i circoli anarchici.
L'ARRESTO - Il 5 maggio 1920 Nick e Bart, come li
chiamavano in America, vengono arrestati perché nei
loro cappotti nascondevano volantini anarchici e
alcune armi. Tre giorni, i due vengono accusati anche
di una rapina avvenuta a South Baintree, un sobborgo
di Boston, poche settimane prima del loro arresto, in
cui erano stati uccisi a colpi di pistola due uomini,
il cassiere della ditta - il calzaturificio «Slater
and Morrill» - e una guardia giurata.
LA CONDANNA - Dopo tre processi, i due italiani
vengono condannati a morte nel 1921 nonostante contro
di loro non ci sia nessuna prova certa, ma addirittura
la confessione del detenuto portoricano Celestino
Madeiros che ammette di aver preso parte alla rapina e
di non aver mai visto Sacco e Vanzetti. E a nulla
valsero neppure la mobilitazione della stampa, la
creazione di comitati per la liberazione degli
innocenti e gli appelli più volte lanciati
dall'Italia.
fonte
www.corriere.it
sito informativo
http://www.corriere.it/openxlink.sht...accoevanzetti/
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