[Cm-milano] Fwd: [neurogreen] Disinquinare l'immaginario

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Szerző: Adriana Marafioti (adriana.marafioti)
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Tárgy: [Cm-milano] Fwd: [neurogreen] Disinquinare l'immaginario

    Vi giro questo post . Mi fa ricordare tante cose  e  anche....guardare avanti


    stando sul sellino di una bici invece che ....chiusa in scatola.


                                                                                                  tia Adriana/Adriatica







Nel bel libro di Serge Latouche: “La scommessa della Decrescita” (
Serie Bianca Feltrinelli) sono riportate le tristemente note dichiarazioni
del direttore dell’emittente televisiva privata francese TF1, Patrik Le
Lay: “ Ci sono molti modi di parlare di televisione. Ma all’interno di
una prospettiva di businnes, dobbiamo essere realisti: fondamentalmente, il
compito di una televisione come la nostra, è aiutare Coca-Cola, per
esempio, a vendere il suo prodotto. Ora, affinché un messaggio
pubblicitario sia percepito, è necessario che il cervello del
telespettatore sia disponibile. Le nostre trasmissioni hanno il compito di
rendere disponibili i cervelli degli spettatori divertendoli e distraendoli
tra un messaggio e l’altro. Noi vendiamo a Coca-Cola tempo di cervello
umano disponibile”. Letto questo viene da pensare a cosa serva la
brodaglia che viene spacciata per informazione dalle TV commerciali e
pubbliche, dai quotidiani, settimanali, mensili e dalla quasi totalità
dell’informazione che transita sulla grande rete: forse a venderci questa
realtà come l’unica possibile e desiderabile. La scelta, alla fine non
sembra lasciare scampo … tra Sinistra e Destra comunque questo è
l’unico mondo possibile! Sicuramente è un mondo dove le parole non hanno
importanza e hanno perso il loro significato originario. Proviamo a
ricordarci cosa ha detto un qualsiasi appartenente alla casta dei politici
di professione 3-4 mesi fa, o settimane o giorni…

E’ duro ammettere anche che ci si scorda di quello che è accaduto in
quel tempo, in quei giorni, quali sono state le nostre riflessioni, le
nostre emozioni.

Io penso che ci sia un sentiero, o meglio una traccia fuori dal sentiero
che è possibile percorrere: ripartendo dal proprio “posto di vita” o
territorio o bioregione, agendo responsabilmente pensando quale effetto
possono avere i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre azioni …
cominciando a pensare dove vanno i nostri rifiuti, la nostra merda, cosa
provoca l’acquisto di una merce, di un prodotto alimentare o tecnologico,
un nostro spostamento, viaggio, una nostra comunicazione.

Ribellarsi alla costruzione di una discarica, TAV, Mose, di un
inceneritore (termovalorizzatore) è sacrosanto e giusto, ma forse è tempo
di diminuire i rifiuti, le merci, i veicoli, gli spostamenti. E’ un tempo
che richiede la pazienza della costruzione di immaginari differenti,
possibili e felici!

Mi considero un uomo fortunato: circa quaranta anni fa la minoranza della
mia generazione iniziò “un assalto al cielo” che stravolse il tempo e
influenzò per circa 20 anni questo paese: fummo sconfitti ( forse fu una
fortuna! ). Di quegli anni conservo la memoria struggente dell’innocenza,
della giovinezza e delle speranze. Sono ben cosciente che non esiste
nessuna isola felice dove rifugiarsi, ma ho imparato a vivere per costruire
e comunicare piccole cose, perché ogni teoria, utopia, desiderio o sogno
si realizza esclusivamente praticandolo ogni giorno, consapevolmente, con
leggerezza e incanto, e ogni nostro gesto, azione e pensiero si diffonde,
ripercuote, espande …

Comunicare per contagio, praticare l’utopia, disinquinare l’immaginario
… sono ancora un uomo fortunato … posso ancora provare a vivere
degnamente il mio tempo.





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NEUROGREEN
ecologie sociali, strategie radicali
negli anni zerozero della catastrofe
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