[Cm-milano] Fwd: [Sudmilano] Proteste a Heathrow: Il «campeg…

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Autore: Adriana Marafioti (adriana.marafioti)
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To: cm-milano
Oggetto: [Cm-milano] Fwd: [Sudmilano] Proteste a Heathrow: Il «campeggio sul clima» buca i media e crea un movimento

Manifestanti "caparbi".

La ragione era ottima ......

                                                  A/A

Da Il Manifesto.it
http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Agosto-2007/art17.html

Heathrow, buon clima
Londra, un successo la protesta per la terza pista d'atterraggio. Il
«campeggio sul clima» buca i media e crea un movimento
Paolo Gerbaudo
Londra

Buone notizie, sui giornali, per gli attivisti che ieri si sono svegliati
di prima mattina sotto le tende del blocco contro gli uffici della Baa, la
compagnia che controlla lo scalo di Heathrow a Londra. Le prime pagine dei
giornali inglesi e di diversi quotidiani internazionali sono dedicate alla
protesta del Climate change camp contro la terza pista dello aeroporto
londinese di Heathrow. Le violenze della polizia sono condannate anche dal
destrorso Times. L'azione non-violenta e decentralizzata che ha
caratterizzato la protesta ha colpito nel segno ed il blocco continua. Le
facce dei dimostranti sono segnate dalla stanchezza ma allargate da
sorrisi. Il messaggio è passato.
La polizia guarda timidamente il piccolo campeggio abusivo che è stato
innalzato dai manifestanti all'entrata del quartier generale e osserva con
curiosità l'assemblea pubblica che viene organizzata per decidere sulla
continuazione del blocco. Come previsto negli obiettivi dell'azione,
domenica gli uffici di Ba sono stati bloccati per oltre 24 ore. I pochi
manager che erano riusciti ad evitare i blocchi sono stati coperti dai
fischi dei manifestanti e si sono rifugiati disorientati all'interno di un
edificio vuoto. Intanto arrivavano le notizie di una serie di altre azioni
che stavano allargando la protesta contro compagnie accusate di complicità
nel cambiamento climatico. Da un sound system alimentato a pedali usciva
musica elettronica, la gente cominciava a ballare. Alcuni attivisti
sfilavano in bicicletta nel parcheggio davanti al quartier generale, come
a ricordare che le alternative sostenibili di trasporto sono già qua.
L'azione era cominciata domenica attorno alle due quando un corteo di
circa trecento persone ha sfidato la pioggia e la minaccia delle leggi
antiterrorismo per raggiungere il quartier generale di Baa. Gli attivisti
sono entrati in un campo coltivato che separa il campeggio dalla zona
dell'obiettivo dell'azione e si sono divisi in diverse colonne, adottando
una strategia simile a quella utilizzata a Rostock contro il G8. La
polizia è intervenuta con agenti antisommossa a cavallo rintuzzando i
tentativi di superare una staccionata che difende gli edifici della Baa.
In cinque sono stati feriti alla testa, a decine sono stati manganellati.
Un poliziotto è stato disarcionato dal cavallo imbizzarrito e i
manifestanti che lo soccorrevano sono stati picchiati dalla polizia.
Quando ormai tutte le vie di passaggio sembravano essere chiuse, alcuni
attivisti hanno sfondato una rete inoltrandosi in un labirinto di
villette. La polizia ha provato a formare un cordone ma un centinaio di
attivisti è riuscito a passare attraverso gli agenti e raggiungere il
parcheggio di fronte al quartier generale di Baa: verranno fermati per
cinque ore prima di essere rilasciati. Ma nel frattempo altri attivisti
erano riusciti riusciti a formare un blocco all'entrata del parcheggio,
resistendo con successo ai tentativi di rimozione degli agenti. Col
passare del tempo il bloco è stato rinforzato da gruppi sparsi di
attivisti che erano riusciti ad arrivare nella zona attraverso stradine
laterali. La polizia ha tentato per l'ultima volta di rimuovere il blocco
con le maniere forti, ma vista l'intensa presenza degli organi di
informazione è stata costretta a rinunciare. Gli attivisti hanno montato
tendoni per ripararsi dalla pioggia, sono saliti sugli alberi per
appendere striscioni che recitavano «no a un cambiamento di stile di vita,
ma un cambiamento sociale», mentre la folla intonava in coro «No alla
terza pista!». E la banda hippie che ha tenuto sveglia la gente fino a
tardi offriva un messaggio di speranza: «Non è solo un cambiamento del
clima, ma anche un clima di cambiamento».
Dopo gli scontri dell'azione di domenica, che hanno portato a 71 il numero
degli arrestati durante la settimana di protesta, ieri sono partite una
serie di azioni decentralizzate che hanno allargato il fronte dell'ondata
di protesta. Otto attivisti hanno bloccato per ore la strada di accesso
alla centrale nucleare di Sizewell, incollandosi a blocchi di cemento per
ricordare che l'energia atomica non è la soluzione contro il cambiamento
climatico. Dodici persone si sono incatenate di fronte alla sede della
compagnia petrolifera inglese Bp per denunciare il coinvolgimento della
multinazionale nel business del traffico aereo. Stanley Owen, uno degli
attivisti che ha partecipato al blocco ha dichiarato: «Non possiamo
sostenere la crescita infinita in un mondo con risorse limitate». Un altro
obiettivo dei manifestanti sono state le compagnie che offrono programmi
di carbon offset, che permettono alle aziende di neutralizzare le proprie
emissioni di anidride carbonica attraverso progetti che riducono la
presenza di CO2 nell'atmosfera, tra i quali programmi di forestazione. Gli
attivisti contestano la validità scientifica di tali operazioni sostenendo
è come svuotare una barca con un cucchiaino mentre viene inondata da
secchiate d'acqua. Blocchi stradali hanno colpito Climate Care Oxford e
Carbon Neutral Company a Londra. Infine, altre azioni hanno interessato
compagnie di trasporto aereo di merci come la Carmel-Agrexco, bloccata, e
la Baa Cargo.
Dopo il successo di questa serie di azioni, ora gli attivisti guardano con
fiducia al futuro della campagna contro il cambiamento climatico. John
Jordan, coautore del libro «Siamo dappertutto» (recentemente pubblicato in
Italia) non ha dubbi: «Queste proteste segnano la nascita di un movimento
di massa. Le compagnie e il governo ci chiedono di cambiare il nostro
stile di vita ma intanto costruiscono nuove piste di aeroporti e vanno
alla ricerca di nuovi giacimenti petroliferi. Non è sufficiente un cambio
nell'etica di consumo, abbiamo bisogno di una ridiscussione strutturale.
Da questo punto di vista il cambiamento climatico non è solo un'emergenza
ma anche un'opportunità. Un'opportunità per cambiare il modo in cui
produciamo, viviamo, creiamo società».


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