Caro Gennaro,
ho letto la tua intervista sabato su Liberazione: “Caruso crede nella politica 
spettacolo. Noi nella lotta di massa”. Tra le altre cose dici che nessuno ha 
speso una parola in sua difesa. Non mi pare, a giudicare dalle lettere giunte 
al giornale, e tuttavia, sottovoce, fuori dai clamori suscitati per la gioia di 
agiati benpensanti vacanzieri, vorrei spenderne una anch’io. Perché anch’io 
conosco Francesco e non posso accettare alcune delle cose che dici. Se gli 
voglio bene come gliene voglio, è proprio per la sua spontaneità e generosità, 
che lo rendono trasparente e lontano da qualsiasi calcolo opportunistico, così 
diverso da quella politica malamente intesa che allontana tanti giovani – e non 
solo – dalla cosa pubblica. Tu dici che Francesco ha “utilizzato due morti sul 
lavoro per una polemica scandalistica”, e io ti chiedo: qual è lo scandalo?! 
Chiamare assassina una legge che permette a tanti imprenditori assassini di 
arricchirsi vergognosamente, per lo più frodando il fisco, a spese della 
sicurezza di lavoratori precari?! O lo scandalo non è piuttosto la precarietà 
di quei lavoratori, precarietà di lavoro e di vita! Perché dobbiamo seguire la 
logica di chi ha interesse a criminalizzare le parole distogliendo l’attenzione 
dai veri criminali che continuano a uccidere?! Leggevo qualche giorno fa, 
ancora su Liberazione, che il 63 per cento delle aziende non è a norma, cioè è 
fuori legge; significa che la maggior parte continua a ‘risparmiare’ su 
ponteggi e tubi innocenti, su caschi e maschere di protezione, su tutto: l’
unica cosa che non si risparmia è la vita di esseri umani. Caro Gennaro, 
Francesco si è espresso in modo scorretto, sicuramente le sue parole sono state 
usate strumentalmente, come sempre; tuttavia sono sicura che le masse, o per lo 
meno quelle che non si lasciano abbindolare dalle sirene scandalistiche di 
tanti giornali (la ‘voce del padrone’, li chiamava Fortebraccio), abbiano 
capito la sua esasperazione, che è l’esasperazione di tutte e di tutti noi. E’ 
così infinitamente piccolo l’errore di Francesco di fronte all’orrore 
quotidiano della guerra che sacrifica la vita e la salute di un esercito di 
lavoratori: non uccide nessuno con le sue parole, tanto meno Biagi, in realtà 
abbandonato e offeso proprio da quei politici che oggi gridano allo scandalo. L’
assassino è un altro: è il Mercato, il Profitto, il dio Denaro, che arma 
quotidianamente le mani ben curate di tanti imprenditori in doppiopetto. Non 
confondiamo, non confondiamoci.
Haidi Gaggio Giuliani
fonte:  
http://italodisabato.blogspot.com/
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza   B. Pascal
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Ugo Beiso