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Rivolta e fuga al CPT di Campsfield House (Oxfordshire): 14 evasi
Dopo Bari, un nuovo lager si solleva

da The Independent del 6 agosto 2007
Tradotto da Diego Traversa, revisionato da Fausto Giudice

Dopo la rivolta e fuga dal CPT di Bari, il 29 Luglio, una nuova rivolta è
scoppiata in un altro lager europeo per immigrati non desiderati, questo volta
in mezzo alla campagne inglese, a Campsfield House, vicino a Oxford. Questa
rivolta non è la prima ne l’ultima. Ecco cose scrive il quotidiano The
Independent.

La polizia cerca 14 persone scappate dal centro di immigrazione

La polizia, con l’ausilio di cani e di un elicottero, la scorsa notte stava
ancora cercando 14 detenuti che sono fuggiti da un caotico centro di
immigrazione nell’Oxfordshire.

E’ stato richiesto l’intervento di agenti in tenuta anti-sommossa contro i
disordini al centro di Campsfield House, dopo che sabato un incendio è
scoppiato vicino a dei contenitori di propano fuori dalla cucina. In
conseguenza a ciò, 26 persone sono fuggite ma 12 sono state riacciuffate.

Le tensioni per le condizioni del centro sono andate crescendo tutta la
settimana. I detenuti hanno fatto uno sciopero della fame di un giorno e hanno
rifiutato per due volte di ritornare alle loro stanze da notte. I problemi sono
cresciuti poiché il centro di Campsfield ha cominciato ad ospitare prigionieri
stranieri in attesa di espulsione, oltre a gente che ancora fa richiesta di
asilo.

Un recluso ha riferito che i detenuti fuggiti dalla struttura principale avevano
forzato una cancellata della barriera perimetrale.
“Alcuni di loro hanno appiccato il fuoco vicino ai contenitori di gas a mo’ di
esca. Gli allarmi sono entrati in funzione and, non appena ci hanno portati
fuori, la gente si stava arrampicando sulla barriera e stava premendo la
cancellata. I sorveglianti sono stati presi alla sprovvista, non sapevano che
fare”.

Il sovrintendente Robin Rickard, della polizia della valle del Tamigi, ha detto:
“Invito i cittadini a contattarci immediatamente se vedono chiunque essi
sospettano poter essere qualcuno dei coinvolti”.

Damian Green, ministro ombra dell’immigrazione, ha detto: “Questa è una
conseguenza inevitabile del fatto che il governo riempia i centri di detenzione
per l’immigrazione con prigionieri stranieri che non è riuscito a deportare.
Fino a quando il governo manterrà la presa sul sovraffollamento carcerario, i
problemi continueranno a riversarsi in massa e a causare pericolose tensioni
nei centri di detenzione per l’immigrazione”.

Dopo un incendio e una rivolta accaduti a Campsfield lo scorso marzo, durante i
quali diversi dipendenti e detenuti rimasero feriti, una relazione del
Ministero degli Interni ha concluso che sovraffollamento, condizioni igieniche
precarie e ritardi burocratici potrebbero portare a ulteriori rivolte in simili
centri.
Il resoconto inoltre ha avvertito che i prigionieri stranieri potrebbero essere
tentati a partecipare ai disordini perché, a fronte di una deportazione,
avrebbero ben poco da perdere.

Campsfield, precedentemente un carcere minorile, è stato soggetto a proteste
clamorose, rivolte e scioperi della fame poiché fu convertito in un centro di
detenzione per immigrati nel 1993.
Si tratta del solo dei 10 centri per l’immigrazione inglesi ad essere gestito
dalla compagnia americana Global Expertise in Outsourcing (GEO)*. La società ha
anche un contratto per l’amministrazione di un “centro delle operazioni di
emigrazione” nella base statunitense di Guantanamo. GEO si pone come “leader
mondiale nelle gestione privata delle strutture correzionali”.
Tuttavia, attivisti sostengono che le condizioni a Campsfield si sono
deteriorate con l’avvento della GEO ed hanno avvertito quanto sia improbabile
che la sommossa di questa settimana sia anche l’ultima.

Bob Hughes, attivista della campagna “Chiudere Campsfield”, ha affermato: “Da
quando è arrivata la GEO, si è verificata una netta riduzione del tempo di
aggregazione per i detenuti, ed un deterioramento sia nel cibo che nelle cure
mediche”.

Concepito per contenere 196 prigionieri, il centro è quasi sempre al limite, con
resoconti che parlano di tre o quattro detenuti in celle singole. Un detenuto ha
detto: “Siamo in tre nella nostra cella, senza ventilazione. Qui dentro si
bolle. E’ peggio di una prigione. Almeno lì si sa quando si esce; qui non si sa
dove ci si trova”.

Donna Covey, direttore generale del Consiglio dei rifugiati, ha sostenuto: “Le
relazioni continuano a dirci che Campsfield e altri centri per l’immigrazione
sono terribili, perciò è ovvio che questa gente—che spesso viene trattenuta per
lunghi periodi—sia ansiosa di fuggire”.

Evan Harris, deputato liberal-democratico il cui collegio elettorale di Oxford
Ovest e Abingdon comprende il centro di Campsfield, ha preteso un’inchiesta sul
ricorso a compagnie private nella gestione di questi centri. GEO non ha
replicato alla richiesta di un’intervista.

Cos’è Campsfield? Perchè bisogna chiuderlo?
Campaign to Close Campsfield

Campsfield House è un centro di detenzione per immigrati a Kidlington, a circa 9
km da Oxford. E’ una prigione gestita a scopo di lucro privato dalla Group 4, la
cui supervisione spetta a funzionari del Ministero dell’Interno preposti
all’immigrazione. Era un centro correzionale per giovani delinquenti ma fu
riaperto e convertito in centro di detenzione per immigrati nel novembre 1993.
Il consiglio municipale locale vi si oppose ma le loro aspettative furono
respinte dal Ministero degli Interni. A Campsfield ci sono 200 detenuti. La
maggior parte sono rifugiati politici in fuga dal pericolo, dalla tortura e
perfino dalla morte, provenienti da paesi quali Nigeria, Algeria, Ghana,
Turchia, India e Congo.

Sono ivi trattenuti a tempo indeterminato, senza accuse a carico, senza validi
motivi e senza nemmeno aver la possibilità di essere rappresentati da un
legale.

Amnesty International riferisce che queste sono violazioni di diritti umani
riconosciuti a livello internazionale.

Il precedente Ispettore capo dell’Ispettorato delle prigioni di Sua Maestà
(Giudice Stephen Tumin) e la Fondazione medica per la cura delle vittime da
tortura hanno condannato le condizioni a Campsfield House. I detenuti sono
rinchiusi dietro una barriera alta sei metri, con filo spinato. Lungo tutto il
perimetro ci sono telecamere a circuito chiuso e i parenti e gli amici che
desiderano visitare i detenuti vengono perquisiti prima di varcare cinque porte
comandate a distanza. C’è un invadente impianto di altoparlanti per la
diffusione di annunci che può essere udito in tutto il centro, comprese le
celle comuni. Campsfield House funziona come un carcere di massima sicurezza.

*GEO
Il gruppo GEO, con sede a Boca Raton in Florida, è nato dalla fusione fra una
filiale della Wackenhut Corporation e del gruppo danese Group 4. Diretto da
George Zoley e Wayne Calabrese, gestisce oggi 52 carceri negli USA, 6 in
Australia e 1 in Sud Africa (KUTAMA SINTHUMULE, nella Province Nord), in tutto
49 000 detenuti, con 10 000 impiegati, per una cifra di affari annua di 612
millioni di $. Campsfield House è l’unico carcere gestito dal gruppo in
Gran-Bretagna. Non si può dire che sia un successo...(NdT)



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Originale da:
http://news.independent.co.uk/uk/crime/article2838657.ece

L’autore
Diego Traversa e Fausto Giudice sono membri di Tlaxcala, la rete di traduttori
per la diversità linguística. Questo articolo è liberamente riproducibile, a
condizione di rispettarne l’integrità e di menzionarne autori, traduttori,
revisori e la fonte.

Tratto dal sito: Tlaxcala.es