Szerző: norma Dátum: Címzett: aderentiretecontrog8, forumgenova Tárgy: [NuovoLab] 273° ora in sielnzio per la pace
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Mercoledì 8 agosto dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale di Genova, 273° ora in silenzio per la pace.
Sarà distribuito il volantino incollato di seguito, e sarà esposta una carta geografica dell'Italia dove sono evidenziate le basi statunitensi, nucleari e convenzionali, presenti sul territorio italiano.
Hiroshima e Nagasaki: non bastano i discorsi
Sessantadue anni fa gli USA sganciarono sul Giappone (già sconfitto, anche se non ancora formalmente arreso) i primi due ordigni nucleari della storia.
Inascoltati rimasero gli appelli degli scienziati dei capi degli stati maggiori dell'esercito e della marina che scongiuravano il presidente degli Stati Uniti di non usarle, o per lo meno di farle esplodere a scopo sperimentale ed indimidatorio in zone disabitate.
Ci furono 220 000 morti subito. Nessuno sarà mai in grado di contare quante persone morirono per le conseguenze delle radiazioni negli anni successivi. E nessuno sarà mai in grado di quantificare le malformazioni genetiche che si verificarono e si verificheranno.
In questi giorni ricordi e celebrazioni sono frequenti: spesso sincere ed ispirate alla pietà e al rispetto per le vittime.
Ma spesso i discorsi omettono di considerare due fatti che riteniamo indispensabile sottolineare
* Da quel giorno le vittime della guerra sono diventate quasi esclusivamente civili
- ...Nella prima guerra mondiale i morti furono 5% civili e 95% militari (si poteva ancosa sostenere che i civili erano morti "incidentalmente".
Nella seconda 48% civili e 52% militari (non si poteva più sostenere che i civili fossero morti "incidentalmente").
In quella di Corea 48% civili e 16% militari (si può ormai sostenere che i militari muoiono "incidentalmente")" (da : Don Milani, L'obbedienza non è più una virtù, L.E.F.)
Nella guerra in Afghanistan, cui sciaguratamente partecipa anche l'Italia, le stragi di civili sono quasi quotidiane. Ma la guerra di oggi è questo: militari che uccidono civili, non certo eserciti contro eserciti. E puntualmente, dopo ogni strage, i nostri ministri deplorano, e gli stati maggiori statunitensi spiegano che stavano cercando i talebani.
Come se, per catturare un ricercato, si abbattesse a cannonate il palazzo dove si rifugia.
Come se, per debellare la mafia, si bombardasse la Sicilia.
* Sul territorio italiano sono custodite almeno 90 testate atomiche, 50 nella base USAF di Aviano (PN) e 40 nell'aeroporto militare di Ghedi (BS). (come testimoniato anche dalla trasmissione RaiNews24 di giovedi 5 aprile 2007). In 11 porti in cui sostano sommergibili che portano a bordo testate nucleari, da Trieste a Taranto, da La Spezia ad Augusta (Sr)
Questo nonostante che l'Italia abbia ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP), impegnandosi come Stato a non produrre né acquisire in alcun modo armi atomiche.
Nazioni come la Grecia o il Canada hanno deciso di non mantenere le bombe nucleari e se ne sono liberate rapidamente; in Italia al contrario si tace sugli ordigni nucleari stoccati e sulla loro pericolosità moltiplicano (Vicenza) le basi militari statunitensi già esistenti.
Oltre 50 organizzazioni hanno intrapreso una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare perché l'Italia si dichiari ZONA LIBERA DA ARMI NUCLEARI; un'iniziativa che anche a Genova sosterremo con convinzione
E solo se ristabilisse la legalità costituzionale ritirando i soldati dall'Afghanistan e la sovranità nazionale liberandosi degli ordigni atomici che custodisce per conto del governo degli Stati Uniti l'Italia potrebbe, in tutte le sedi internazionali, parlare credibilmente di pace