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Auteur: Edoardo Magnone
Date:  
À: forumgenova
Sujet: [NuovoLab] Su che base una bomba che esplode in una città europea si chiama terrorismo
Afghanistan - 03.8.2007

Terrorismo stragista?

Su che base una bomba che esplode in una città europea si chiama terrorismo
mentre una che detona in un mercato del giovedì in un villaggio afgano si
chiama deprecabile errore?

I testimoni oculari raccontano ad Al Jazeera che il bombardamento di cui si è
parlato stamattina, avvenuto in realtà ieri alle tre del pomeriggio afgano, non
ha colpito una "riunione di talebani", come ha detto la Nato, ma ha raso al
suolo un mercato nel villaggio di Shah Ebrahem, vicino a Baghran, nell'Helmand
settentrionale, causando moltissime vittime civili. Si parla addirittura di 200
morti. Le nostre fonti afgane confermano che i morti sono tantissimi. Ma la Nato
ci spiega che nel raid è morto un importante talebano. Forse per i ministri
degli esteri della civile Europa un nemico morto vale 200 civili ammazzati
sotto le bombe? E' questa la missione dei buoni, la missione Isaf, che viene
contrapposta dal nostro ministro degli Esteri a quella cattiva degli Stati
Uniti, la missione Enduring Freedom?
Siamo proprio certi che il defunto e orrendo Mullah Dadullah ci farebbe ancora
più orrore di un nostro rappresentante di governo, se vedessimo con i nostri
occhi i corpi maciullati di 200 tra donne uomini e bambini, colpiti dalle
nostre piccole bombe?
Su che base logica o lessicale una bomba che esplode in una città europea
facendo decine e decine di vittime civili si chiama terrorismo, mentre una che
detona in un mercato del giovedì in un villaggio afgano si chiama deprecabile
errore? Qualcuno crede ancora al fatto che non sia nei piani strategici
(criminali), nelle intenzioni (criminali), e nella volontà (criminale) dei
comandanti militari occidentali e dei loro mandanti politici l'ammazzare ogni
giorno svariate decine di civili inermi? Se qualcuno lo crede è stolto. Ma se
per caso fosse vero, molto più stolti sarebbero i nostri rappresentanti di
governo a non destituire immediatamente i comandanti militari che ogni giorno
compiono tali errori.
Ma siccome alla fola dell'effetto collaterale, dello sbaglio, dell'incidente
oramai non si può più credere, è venuto il momento di chiamale le cose con il
loro nome: terrorismo, azioni criminali. Altro che esportazione della
democrazia. Altro che "guerra umanitaria". Terrorismo, azioni criminali: questo
è quello che stiamo facendo in Afghanistan, in Iraq, nei teatri di guerra dove
le truppe occidentali sono impegnate.
Ma quando anche un tribunale (penale internazionale o divino per chi ci crede)
giudicherà i reati di sangue di cui ci stiamo macchiando (perché l'indifferenza
e l'omertà sono complici del terrorismo) sarà tardi per chiedere scusa alle
migliaia di persone che abbiamo, nel nome della giustizia e di dio, massacrato
in questi primi e sanguinosi anni del nuovo millenio.

Maso Notarianni
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=8521