著者: ajorn acharya 日付: To: cm >> \"cm-milano@inventati.org\" 題目: [Cm-milano] Sì agli indennizzi per gli incidenti stradali avvenuti durante il percorso casa-ufficio
di Beatrice Dalia
(sole24ore)
Sì all'indennizzo Inail per l'incidente in motorino sulla via
dell'ufficio. Se la dipendente è stata assunta perché "motorizzata",
andare a lavoro con il proprio mezzo di locomozione è inevitabile.
Perciò, in un caso del genere, la tutela è piena e praticamente
automatica. La Cassazione (sentenza 16950 del 31 luglio) a sorpresa si
"ammorbidisce" su uno dei casi più frequenti e meno tutelati di
infortunio in itinere: il sinistro nel tragitto casa-ufficio a bordo di
un mezzo privato.
A fare ricorso - e vincere - è stata la segretaria di un avvocato,
caduta dallo scooter mentre andava a studio. L'Inail si era rifiutato di
versare l'indennizzo, non condividendo la scelta di usare il ciclomotore
a fronte di una copertura del trasporto pubblico comoda e frequente
lungo tutto il percorso abitazione-lavoro. La Suprema corte, però, ha
fatto presente che la dipendente aveva avuto il lavoro anche perché
"motorizzata", come espressamente richiesto dal datore. Perciò, la donna
"doveva necessariamente recarsi a lavoro con il mezzo proprio" che le
serviva, poi, durante la giornata, per sbrigare in fretta e rapidamente
le commissioni di studio.
La novità c'è tutta. Da sempre, infatti, la Cassazione - in perfetta
sintonia con l'Istituto nazionale per l'assicurazione sugli infortuni
sul lavoro - è restia a riconoscere indennizzo e tutela ai dipendenti
che preferiscono automobile, motorino o bicicletta a bus e metro. In
base ad un orientamento consolidato, tutte le volte che si rinuncia al
mezzo pubblico la copertura assicurativa è vincolata a una rigida prova
di necessità. La tutela, cioè, scatta solo a condizione che il veicolo
privato risponda a particolari esigenze familiari o personali.
Una nuova prospettiva di tutela, dunque, per tutti i lavoratori scelti
perché "automuniti".