On 7/27/07, espy <espy@???> wrote:
>
> Questa mattina venerdì 27 luglio 2007 è morto il compagno Giovanni Pesce.
> Notizie su camera ardente e funerali : ANPI provinciale tel.02 76023372-,
> e-mail anpi.milano@???
> non aggiungo altro un'altro pezzo della nostra storia se ne va.......
> Espy (stafetta partigiana nel luglio 2001)
>
* *
Giovanni Pesce.
Nato a Visone d'Acqui (Alessandria) nel 1918. Era ancora un bambino quando
la sua famiglia dovette emigrare in Francia. A 13 anni era già al lavoro in
una miniera della Grand'Combe, la zona mineraria delle Cevennes in cui
vivevano i suoi. Aderì nel '35 al Partito comunista e divenne anche
segretario della Sezione giovanile. Fu uno dei discorsi a Parigi di Dolores
Ibarruri, la "Pasionaria", a convincerlo della necessità di arruolarsi nelle
Brigate Internazionali, che nella Guerra civile spagnola sostenevano il
regime democratico contro i fascisti di Franco. Nel '36 fu tra i più giovani
combattenti italiani inquadrati nella Brigata Garibaldi. Ferito tre volte,
sul fronte di Saragozza, nella battaglia di Brunete e al passaggio
dell'Ebro, porta ancora nel corpo le schegge della ferita più grave.
Rientrato in Italia nel 1940, Pesce viene arrestato ed inviato al confino a
Ventotene. Liberato nell'agosto del '43, nel settembre del 1943 è tra gli
organizzatori dei G.A.P. a Torino; dal maggio del 1944 assume a Milano, sino
alla Liberazione il comando del 3° G.A.P. "Rubini". Proclamato "eroe
nazionale" dal comando delle brigate "Garibaldi", nel dopoguerra venne
decorato di medaglia d'oro al valor partigiano.
Nella motivazione della Medaglia d'oro al valor militare concessa a "Visone"
(questo il nome di battaglia di Giovanni Pesce), si legge tra l'altro
"Ferito ad una gamba in un'audace e rischiosa impresa contro la radio
trasmittente di Torino fortemente guardata da reparti tedeschi e fascisti,
riusciva miracolosamente a sfuggire alla cattura portando in salvo un
compagno gravemente ferito…In pieno giorno nel cuore della città di Torino
affrontava da solo due ufficiali tedeschi e dopo averli abbattuti a colpi di
pistola, ne uccideva altri due accorsi in aiuto dei primi e sopraffatto e
caduto a terra fronteggiava coraggiosamente un gruppo di nazifascisti che
apriva intenso fuoco contro di lui, riuscendo a porsi in salvo incolume…".
Dal 1951 al 1964 ha rappresentato il PCI nel Consiglio comunale di Milano.
Giovanni Pesce era, dalla costituzione dell'A.N.P.I., membro del suo
Consiglio nazionale. Tra la numerosa memorialistica sulla Resistenza, basti
ricordare i suoi "Un garibaldino in Spagna" del 1955 e "Senza tregua – La
guerra dei G.A.P." del 1967. Proprio nel sessantesimo anniversario della
Liberazione, Franco Giannantoni e Ibio Paolucci hanno pubblicato, presso le
Edizioni Arterigere-EsseZeta, un "libro della memoria" di 368 pagine
intitolato: "Giovanni Pesce «Visone» un comunista che ha fatto l'Italia".
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