a parte girare nudi (che ci vuole il fisico)) l'insorgenza assume
infinite forme, come ben sappiamo noi zigzagatori urbani
>
> La questione non sono i nudisti o i centri sociali...per me punto
> centrale è davvero il conflitto...e mi piaceva condividere con voi
> queste riflessioni tratte da un testo secondo me interessante "Insurgent
> city" curato da Giancarlo Paba
>
> Quoto: ... "insurgent planning practices" le iniziative di
> pianificazione e di resistenza/trasformazione che si oppongono alla
> città esistente (alla sua struttura organizzativa e di potere) e nello
> stesso tempo positivamente costruiscono i primi congegni di una città
> alternativa e differente. John Friedmann collega queste iniziative alla
> dinamica delle cittadinanze in espansione e ad un allargamento
> progressivo degli spazi di democrazia . Le nuove cittadinanze creano un
> contesto plurale e creativo, una vera e proprio multipli/city,
> all'interno della quale diventano praticabili forme di utopia concreta,
> achievable, per una più completa fioritura degli esseri umani .
> Per noi inoltre il termine insurgent mantiene anche un campo di
> risonanze più antico. Insurgence, ha scritto Lewis Mumford, è la
> "capacità di superare, attraverso il potere o l'astuzia, attraverso il
> piano o il sogno, le forze che minacciano l'organismo" . Le pratiche
> individuali e collettive insurgent sono quindi un dato biologico ed
> esistenziale, prima che politico, la manifestazione elementare del
> diritto alla vita e alla città dei suoi abitanti più poveri e deprivati.
> Insurgent, nel senso qui precisato, sono i movimenti stessi dei corpi in
> città, degli organismi che vogliono sopravvivenza e speranza di futuro.
> I movimenti molecolari: le traiettorie dei corpi nella scena pubblica
> della città, alla ricerca di occasioni di vita e di felicità; i
> movimenti associati: le interazioni tra i corpi, l'aiuto reciproco, la
> solidarietà nell'amicizia e nel lavoro comune; le reti organizzate di
> resistenza e di azione: il radicamento delle nuove comunità nello
> spazio, nel processo di costruzione o trasformazione dei luoghi e degli
> insediamenti.
> Insurgent city non è città sovversiva o rivoluzionaria. È però campo di
> forze, tensioni, desideri, conflitti, progetti. È l'insieme di azioni
> compiute o parziali di trasformazione, di piccole utopie realizzate o di
> semplici gesti di sopravvivenza, di manifestazioni di resistenza e di
> lotta, di conquiste individuali o collettive, di micropoteri diffusi.
> Insurgent non è soltanto l'azione antagonista, spesso semplice negazione
> algebrica di una realtà ingiusta. Le pratiche sociali insurgent sono
> invece il risultato di intenzionalità collettive positive, progettuali,
> costruttive: esse sviluppano l'antagonismo in protagonismo. Pratiche che
> stanno su un altro piano, su altri mille piani, talvolta indifferenti al
> mondo tradizionale della lotta politica, e delle ideologie. Pratiche
> "impolitiche", anche cattive e bastarde, forse proprio per questo
> efficacemente politiche.
>
> B*
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> Cm-milano mailing list
> Cm-milano@???
> https://www5.autistici.org/mailman/listinfo/cm-milano >