[Incontrotempo] volantino che distribuiremo oggi all'iniziat…

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Author: corrispondenze metropolitane
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To: ml-it, proletari_nowar, marxiana, pane-rose, incontrotempo
Subject: [Incontrotempo] volantino che distribuiremo oggi all'iniziativa antifascista di Casalbertone
Fasci, sbirri e “democratici”
(una brutta storia).
Partiamo da loro, dai democratici. Chiariamo subito
che non usiamo il termine nel suo senso originario,
per alludere a persone che hanno a cuore la
possibilità di esprimere il dissenso e che si battono
contro l’autoritarismo. Quella è una specie in via di
estinzione. Adesso ci sono i democratici che avranno
in Veltroni il loro leader, che non dispongono di un
vero e proprio programma e che, quando parlano di
riforme, minacciano nuovi attacchi ai diritti sociali.
Ora, il loro atteggiamento in queste settimane è
indicativo: a fronte di gravissime aggressioni
fasciste, come quelle di Villa Ada e di Casalbertone,
non c'è stata una presa di posizione ferma e si è
paventato il pericolo di tornare agli scontri fra
ragazzi di opposte sponde degli anni '70, ponendo così
sullo stesso piano aggressori ed aggrediti. Perché?
Intanto vi è una constatazione semplice che pochi
hanno il coraggio di fare. Il Partito Democratico
esprime la volontà di precisi settori del capitalismo
italiano, tanto che Veltroni ne è stato proposto come
leader da Carlo de Benedetti assai prima che si
profilassero le primarie. Bene, nell’ottica padronale
- e dunque del PD - oggi disturba di più chi scende in
piazza contro Bush e contro la politica estera
aggressiva del governo italiano che chi cerca di
canalizzare il malessere sociale contro gli immigrati,
gli zingari, gli omosessuali. Poi, certo, anche i
gruppuscoli di destra devono contenersi. Ad esempio,
quando hanno attaccato i manifesti contro gli
omosessuali proprio in coincidenza col Gay Pride, il
sindaco li ha condannati, così da fare una bella
figura, peraltro a buon mercato. Il "no more froci" di
Forza Nuova è stato commentato con sdegno ma senza che
se ne evidenziassero le implicazioni, il suo rimandare
ai campi di concentramento, alla persecuzione fascista
e nazista degli omosessuali. Ma torniamo al nostro
oggetto. Per inquadrare meglio la situazione vanno
considerati i rapporti tra Sindaco e Prefetto, che
sono di piena sintonia. I due hanno anche varato un
Patto per la sicurezza che trasforma alcuni problemi
sociali in mere questioni d’ordine pubblico e che
intende concentrare i nomadi in quattro grandi campi
della solidarietà (ovvero, campi di concentramento).
Ora, una cosa è stata resa evidente dagli accadimenti
di Casalbertone. Il prefetto Serra sta fornendo una
copertura all'estate nera, cioè alla serie di azioni
svolte dai fascisti in queste settimane, altrimenti
non avrebbe accreditato la tesi che ha trasformato
l'autodifesa degli occupanti in un'aggressione.
L'atteggiamento delle forze dell'ordine, d'altronde, è
chiaro e provocatorio. A Villa Ada hanno fermato
alcuni compagni e non gli aggressori, a Casalbertone
hanno coperto la fuga dei fascisti. Serra vuole
approfittare della situazione che si sta creando, per
costruirsi una immagine da uomo d'ordine, utile per
una futura carriera politica nel centrodestra. I
giornali da Il Tempo a E polis lo aiutano, al punto
che – nel caso di Casalbertone – non hanno voluto
raccogliere le testimonianze degli abitanti del
quartiere, che avrebbero descritto una chiara
aggressione fascista. Certo, il sindaco può non essere
contento della situazione, perché le coltellate sono
davvero diventate troppe, però per lui non è un grande
dolore sacrificare sull'altare del rapporto col
Prefetto il movimento antagonista romano. Tanto più
che, come abbiamo detto, il PD considera la nostra
esistenza in prospettiva più fastidiosa di quella dei
fascisti.
Ma arriviamo a questi ultimi. Tra le notizie più
allarmanti degli ultimi tempi c'è la fuoriuscita da AN
di Storace. La cosa preoccupa anche per le enormi
disponibilità economiche che egli porta con sé, dopo
anni di ruberie alla Regione. Storace, poi, ha
presentato il suo biglietto da visita schierandosi con
la Fiamma nei fatti di Casalbertone, rivendicando,
nella sostanza, il diritto dei fascisti
all'aggressione, come ai vecchi tempi, in parte
abbandonati per fare il politicante (e
l'accaparratore). Alle risorse economiche, alle
connivenze con lo squadrismo, Storace e i suoi
aggiungono una certa capacità di far presa sui settori
popolari attraverso la demagogia. Non stiamo parlando
di Forza Nuova, di picchiatori che riescono ad avere
un ruolo politico solo in circostanze eccezionali (si
pensi al corteo a Fidene dopo la tragedia del metrò),
ma che in generale possono risultare fumosi e astratti
con i loro generici proclami contro un non meglio
specificato "turbocapitalismo". Né della Fiamma, che
ancora vagheggia un grottesco corporativismo. Storace
è stato sino a ieri in AN accettando anche la svolta
di Fiuggi, che ha inteso, però, come rinnovamento, non
come rottura col passato: il suo legame col ventennio
e soprattutto con il neofascismo degli anni '70 rimane
forte, ma esplicitato con moderazione. Dunque, il lato
ideologico viene messo tra parentesi e anche se, in
fondo, la sostanza del discorso di Storace rimane
l'istigazione all'odio razziale, da parte sua vi è la
capacità di dare il senso che si sta occupando dei
problemi della povera gente (italiana). Si può dire,
quindi, che abbiamo di fronte un osso duro, che
sostiene direttamente gli accoltellatori ma che sa
fare politica, ma la situazione può essere affrontata.
L'importante è abbandonare gli appelli alla Roma
democratica, assai poco incisivi, e dedicare la
controinformazione che si svolge nei territori a
demistificare il presunto carattere sovversivo o
d'opposizione dei gruppi fascisti. In qualsiasi forma
questi si presentino, non sono mai contro il sistema,
ma sono con esso compatibili e spesso ne costituiscono
il braccio armato. Inoltre, va contrastato uno dei
cardini della propaganda fascista: la contrapposizione
tra proletari italiani ed immigrati. Va ribadito in
ogni occasione che i fascisti fanno il gioco del
padrone perché creare divisioni è il miglior modo per
tenere sotto controllo chi vive condizioni di
sfruttamento e di precarietà. Nel portare avanti
questo discorso, possiamo d’altronde riferirci ad
esempi concreti. Proprio l'occupazione a scopo
abitativo di Casalbertone – non a caso attaccata dai
fascisti – dimostra che il diritto alla casa si
conquista con la lotta comune tra italiani ed
immigrati. Proprio esperienze di questo tipo sono il
miglior modo per promuovere la conoscenza reciproca
tra persone di cultura diversa, superando i pregiudizi
creati non solo dalla violenta propaganda di destra ma
anche dal modo in cui i media rappresentano “gli
altri”.


Corrispondenze Metropolitane – collettivo di
controinformazione e d’inchiesta
(per contatti metropolitane@???)

fotocopiato in proprio, via Appia Nuova 357



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