Autore: Antonella Mangia Data: To: Cittafutura, CSSF, lecce social forum Oggetto: [Lecce-sf] Inoltra: I Fagioli di Bertinotti
I Fagioli di Bertinotti: ecco il guru che psicanalizza la sinistra chic
di Giancarlo Perna
L'incontro col leader di Prc e un legame inossidabile. Da 32 anni il
medico
romano sottopone a terapie di folla centinaia di persone a 10 euro a
testa
I Grandi della Terra hanno consiglieri segreti. In passato, lo zar
Nicola
consultava il veggente Rasputin. Oggi, il presidente della Camera,
Fausto
Bertinotti, è ispirato dal santone Massimo Fagioli, uno psichiatra.
Mentre
la storia dei due russi è nota, quella della coppia italica è ancora da
scrivere.
Da alcuni anni, Fausto è spesso in compagnia dello psichiatra Max. Non
perché sia in cura, essendo uomo di sperimentata sanità mentale, ma per
scambi di vedute che col tempo si sono fatte più avvolgenti fino a
raggiungere quello stadio sublime delle relazioni
umane detto osmosi.
Qualcuno, infatti, parla di <<matrimonio>> tra Bertinotti e Fagioli.
Nozze
intellettuali, s'intende, tanto che agli incontri partecipa anche la
signora
Lella, consorte del presidente da mezzo secolo.
Cosa abbiano da dirsi politico e strizzacervelli resta avvolto nella
nebbia
per tutti, salvo che per i protagonisti della vicenda. L'intesa, in
ogni
modo, genera vasti effetti sia in Rifondazione comunista, il partito di
Bertinotti, e nella stampa fiancheggiatrice, sia nel mondo dei seguaci
di
Fagioli, detti "fagiolini".
Per raccapezzarsi, bisogna sapere chi è Fagioli.
Lo psichiatra è una figura molto romana. Pressoché ignoto altrove,
nella
Capitale è un personaggio. Si cominciò a parlare di Max nel 1976, anno
della
sua cacciata dalla Società psicoanalitica italiana per due motivi. Il
primo
è che aveva dato dell'"imbecille" a Freud, che equivale a negare
la
Trinità
in Vaticano. Oggi, affinando il suo giudizio, preferisce dire "quel
criminale di Freud". La seconda e decisiva causa dell'ostracismo cui
Max
andò incontro fu l'Analisi collettiva, una cura dell'anima di sua
invenzione, detta anche "psicoterapia di folla", consistente in
mastodontiche riunioni di pazienti guidate da lui con pugno di ferro.
Gli
aderenti alla Società psicoanalitica, considerando questa terapia una
buffonata e il suo ideatore un "cialtrone", decisero di espellerlo. Max
non
fece una piega, proseguì per la sua strada e l'Analisi collettiva
festeggia
quest'anno il trentaduesimo genetliaco.
Le riunioni dei fagiolini si svolgono quattro volte la settimana in
piazza
San Cosimato, nel rione Trastevere. Vi partecipano centinaia di
persone.
Praticamente, il solo a parlare è Max. Lo fa per ore. Non tollera
obiezioni,
pena il bando dell'insolente o il divieto di fiatare a
tempo
indeterminato.
Le Analisi collettive sono gratuite. Ma è in uso versare un obolo
all'ingresso,
mediamente di dieci euro. Moltiplicati per diverse centinaia, quattro
volte
la settimana, da 32 anni, fanno un patrimonio da sceicco.
Quella dei fagiolini è una tribù adorante che pencola dalle labbra del
settantenne Max. Gli affiliati - qualche migliaio - sono professionisti
della buona borghesia, signore snob innamorate in massa della loro
guida
spirituale e 150 psichiatri adepti del Gran Sacerdote. Su questa
piattaforma, Fagioli ha costruito un impero.
Possiede una libreria, "Amore & Pische", nei pressi del Pantheon; una
casa
editrice, Nuove edizioni romane; una rivista trimestrale "Il sogno
delle
farfalle"
Da alcuni anni, l'Università di Chieti ha offerto a Fagioli un corso
alla
Facoltà di Lettere di 14 sedute l'anno. Da allora, il docente si fregia
del
titolo di
Professore. Alle lezioni chietine non partecipano studenti,
ma i
soliti fagiolini in trasferta da Roma. Tale è la loro dipendenza dal
Maestro
che, dopo essersi sciroppati le quattro Analisi collettive della
settimana,
pellegrinano a Chieti nel week end. La domenica vanno poi al cinema a
vedere
la pellicola suggerita da Fagioli nei giorni precedenti. Da spararsi.
Max, che è multiforme, ha scritto sceneggiature e girato film. Lo ha
fatto
con Marco Bellocchio, suo seguace. "Gli incontri con Massimo cambiano
le
persone", ha detto il regista di lui. Fagioli si tiene stretta la sua
legione con diversi espedienti. Una volta che era momentaneamente
malato, ha
vaticinato durante un'Analisi collettiva che se fosse morto lui tutti i
presenti, nonché i fagiolini assenti, sarebbero finiti male.
La sola spiegazione che si possa dare dell'incontro di Bertinotti con
un
simile uomo è - per essere
all'altezza - che si tratti di
predestinazione.
Qualche contatto c'era già stato negli anni '90, ma la prima vera
occasione
di confronto tra i due fu nel 2004 a un simposio organizzato da Fagioli
sulla "non violenza". I fagiolini, riuniti in villa Piccolomini,
tributarono
a Fausto un'ovazione. Fausto ne fu commosso alle lacrime. Da allora -
si è
notato - ha preso le distanze dalla violenza dei no-global e ha
emarginato
nel partito il muscolare Nunzio D'Erme, celebre per avere sparso letame
davanti allo studio del Cav. Nel 2005, Fausto scelse la libreria
fagiolina
"Amore & Pische", con Max gran ciambellano, per annunciare la propria
partecipazione alle primarie dell'Unione contro Prodi. Nell'autunno
2006,
alle manifestazioni di "Liberafesta" - il festival di Rc e del suo
organo
Liberazione - campeggiava la scritta: Evento prodotto dalla libreria
Amore &
Psiche.
Sotto
questa insegna ha sfilato mezzo partito: Franco Giordano,
Giuliano
Pisapia, Piero Sansonetti, direttore di Liberazione, ecc. L'ultimo
incontro
pubblico della coppia si è svolto quest'anno, il 2 giugno,
all'Auditorium
romano. Migliaia di fagiolini, frammisti a rifondazionisti, si sono
spellati
le mani per entrambi. Fausto e Max, facendosi eco, hanno parlato di
"trasformazione", "rapporti interumani", "identità", "realtà umana".
Fagioli, nella sua rubrica su Left, settimanale vicino a Rc, ha
commentato:
Abbiamo incontrato Bertinotti (plurale maiestatico di Max come
incarnazione
della comunità fagiolina, ndr), abbiamo parlato; stiamo cercando
qualcosa
che - superbamente penso - è grande... realtà umana, identità,
socialismo,
libertà... Mai con socialismo e libertà erano state messe le parole che
dicono: realtà umana.
Come dire: grazie a noi due, anzi grazie a me, la psiche dell'uomo
entra in
politica. In altre parole, il comunismo è fallito e io offro a
Bertinotti
una nuova strada da percorrere: la realtà umana. Gli ha fatto eco
Gennaro
Migliore, il giovane capogruppo dei deputati di Rc, estimatore
dell'Analisi
collettiva. In Formiche, rivista di area centrista, ha scritto con
accenti
fagiolini: Rc deve diventare un'aggregazione politica che rilanci un
nuovo
umanesimo, mettendo al centro l'uomo. Paolo di Tarso ci avrebbe fatto
dire:
"Non ci conformiamo con la mentalità del secolo, ma ci trasformiamo
rinnovando la nostra mente", e il subcomandante Marcos avrebbe detto:
"Siamo
quelli di ieri, ma siamo diversi".
È in questo guazzabuglio millenaristico che il Bertinotti fagiolinato
sta
catapultando il suo partito di sodi comunisti. C'è chi è favorevole, in
vista dei tremila voti degli alto borghesi fagiolini su cui Rc potrà
contare. Tra questi, Sandro Curzi, Rina
Gagliardi, il sen. Bonadonna,
altri.
Ma c'è anche chi, anonimamente, ritiene questo abbraccio psicopolitico
"un
nuovo cancro, l'ennesima metastasi nel corpo del partito".
Il connubio Fausto-Max ha plastica evidenza nella libreria Amore &
Pische.
In vetrina, c'è l'ultimo libro di Bertinotti, "Alternative per il
socialismo", la faccia del predetto, copie di Liberazione e di Left.
Accanto, i sei libri di Fagioli, inclusa la raccolta delle lezioni
chietine.
Sfogliandoli ci si imbatte in acute osservazioni: Il desiderio di
succhiare
lo sperma fisico è cecità, o in ammonimenti: Bisogna distinguere la
buccia
dal fico, non fare come gli antichi che mangiavano la buccia e
buttavano i
fichi.
Lo tsunami Fagioli ha intanto messo in ginocchio Left, erede di
Avvenimenti
che Diego Novelli fondò anni fa. A rilanciare la rivista nel 2006 è
stato
Luca Bonaccorsi, factotum dell'editoria
rifondazionista, che portò come
finanziatore il cognato, Ivan Gardini (figlio di Raul), marito di sua
sorella Ilaria. I germani Bonaccorsi sono dei fagiolini. Primo
direttore di
Left è stato Giulietto Chiesa, ex corrispondente da Mosca dell'Unità.
Ha
però sbattuto la porta quando Bonaccorsi, senza avvertirlo, ha affidato
a
Fagioli la rubrica. Con lui se ne sono andati Adalberto Minucci, Vauro,
Nando Dalla Chiesa, Marco Travaglio. La direzione è passata a Alberto
Ferrigolo con Andrea Purgatori come vice. I due hanno cercato di
arginare
Fagioli che, parlando di sesso degli angeli, è il classico cavolo a
merenda
in una rivista di inchieste.
Bonaccorsi, per reazione, li ha licenziati in giugno e ha assunto la
direzione di fatto del giornale. Quella formale è di Pino Di Maula, un
portatore d'acqua. Gardini, a sua volta, è uscito da Left.
Il giornale è nelle peste. Ma ogni giovedì, come niente
fosse, la
riunione
di redazione si interrompe alle 16 perché Bonaccorsi, Di Maula e altri
devono correre a ritemprarsi nell'Analisi collettiva di Piazza San
Cosimato.
All'inizio, c'era Marx. Una leguminosa invadente ha preso il suo posto
nel
cuore di Bertinotti.
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