[NuovoLab] genova Cemento, assalto ad Albaro

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Autore: ANDREA AGOSTINI
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] genova Cemento, assalto ad Albaro
da repubblica.it venerdi 13 luglio



IN PRIMO PIANO

Una quindicina di progetti nel quartiere, un attacco senza precedenti a uno
dei luoghi simbolo della città

Cemento, assalto ad Albaro

Palazzine e box al posto del verde. E un miniBiscione in via Puggia

La denuncia di comitati, consiglieri e associazioni ambientaliste

Progetto-monstre nell´ex vivaio Peirano: sei complessi di tre piani e 200
parcheggi

Preoccupa il futuro di villa Cambiaso

MICHELA BOMPANI LA REPUBBLICA

Un miniBiscione e 500 parcheggi in via Puggia, un tunnel in via Camilla, sei
palazzine in via Liri, i pollai di via Dassori silenziosamente trasformati
in box, un complesso residenziale ad anfiteatro al Lido, un centinaio di
posti auto in valletta Puggia. Un parcheggio sta crescendo accanto ad un
altro, in via Giordano Bruno, terminato da oltre un anno ed inutilizzato.
Anche la torre dell´Amore è aggredita dal cemento.
E´ l´assalto ad Albaro, alle tante piccole e grandi aree verdi che ancora
danno respiro non solo al quartiere, ma alla città tutta: se si prova a
contarli, i progetti (in esecuzione, quasi terminati, oppure bloccati
temporaneamente o stoppati da ricorsi al Tar dei residenti) superano la
quindicina. Quindici artigliate al territorio, che non risolvono
organicamente nessun problema, né edilizio né di traffico o di parcheggi, ma
che infiltrano il cemento a cancellare il respiro verde di Albaro, e sono
l´ennesimo affronto al patrimonio ambientale e paesaggistico di Genova.
I comitati spontanei di quartiere, alcuni ex consiglieri di circoscrizione,
le associazioni ambientaliste, Legambiente con Andrea Agostini in primis,
denunciano uno dopo l´altro gli abusi e gli affronti perpetrati o tentati al
piccolo territorio di Albaro. Tra via Puggia, via Camilla, via San Luca
d´Albaro, c´è la situazione più critica in assoluto. In via Puggia, sono
quasi ultimati i lavori di realizzazione dei circa trecento parcheggi
scavati nell´area di un antico uliveto. Che, ovviamente, è stato sbancato. E
nell´area dell´ex vivaio Peirano, si allunga scuro un progetto (approvato in
conferenza dei servizi in Comune) che prevede la costruzione di un vero e
proprio Biscione in miniatura, sei palazzine di tre piani che formano
un´unica palizzata e circa duecento parcheggi annessi. Lì vicino, in via
Jenner, ancora su un´area verde che apparteneva al vivaio Peirano, incombono
due palazzine. E in via Camilla, in un´altra zona verde, dove vive una
colonia di upupe, è prevista la costruzione di un edificio con 12
appartamenti e 54 posteggi interrati, che bloccheranno la strada d´accesso
ad un´altra casa preesistente. Per ripristinare il collegamento il progetto
prevede lo scavo di un tunnel, la cui pendenza (in discesa e in salita)
sfiorerà il 20%. Ovviamente gli abitanti, sul piede di guerra, sono ricorsi
al Tar.
Legambiente e gli abitanti di via Pisa-via Livorno lanciano poi l´allarme
idrogeologico: centoventi parcheggi, costruiti sfruttando le fasce del
terreno, strozzerebbero il rio Rixi che scorre nel sottosuolo e
stravolgerebbero una zona già vincolata.
Tra le storiche ville d´Albaro, in via Liri, invece, si paventa il sorgere
di sei palazzine con un parcheggio interrato di circa 300 posti auto in
un´area verde. Nell´area dell´antico galoppatoio, tra via Pisa e via
Giordano Bruno, ancora su un fazzoletto verde, è quasi terminato l´ennesimo
parcheggio con cento posti auto, «peccato che proprio in via Giordano Bruno
sia stato ultimato, da quasi un anno, un parcheggio d´interscambio che è
completamente inutilizzato: ci cresce l´erba», denuncia Nicoletta Spadini,
sinistra democratica, ex consigliera di circoscrizione e pasionaria di tante
battaglie, anche per la buona qualità della vita nel quartiere. Allerta
intorno alle operazioni intorno a villa Cambiaso, sede oggi della facoltà di
Ingegneria che sta per trasferirsi agli Erzelli: «Cosa le accadrà?», si
chiedono i residenti. Anche perché, poco distante, nell´ampia area verde cui
s´accede da via Dassori, ci sono una serie di vecchi manufatti (pollai,
piccole officine) che un progetto vuole trasformare, salvaguardando
ovviamente i volumi, in parcheggi e piccole strutture, da collegare a una
serie di palazzine di via Montallegro.
Anche il Lido non sfugge: accanto al Baretto, potrebbe sorgere una casa "ad
anfiteatro" al posto del distributore di benzina: ad un piano solo e con la
sua schiera di box interrati. Non distante, in via Bovio, è stato bloccato
il "grattacielo" che avrebbe svettato in uno skyline in cui la media degli
edifici non supera i tre-quattro piani. E in una zona dove solo due anni fa
è stato ultimato un parcheggio, ottanta posti auto, sotto la nuova strada
che porta ad un complesso scolastico religioso.
Un vincolo paesaggistico, posto in extremis, ha salvato via Giuseppe Fasce,
strada senza sbocco veicolare su cui allignava l´ipotesi di una palazzina
con parcheggi, mentre lì vicino, in via Trento, sono in corso i lavori per
scavare parcheggi sotto il campo da calcio. La villa di via torre dell´Amore
è stata sezionata in appartamenti e, nel parco, sono stati scavati
parcheggi. Ancora parcheggi previsti, sotto i campi da tennis di via Zara. E
così sotto la scalinata di piazza Tommaseo. Sono sospese, in attesa del loro
destino, l´ex rimessa Amt di Boccadasse e villa Raggio, che è in vendita.
«Non perdiamo due occasione per riqualificare il quartiere e smetterla di
speculare», urlano i comitati. «Noi non vogliamo vivere nella torre d´avorio
d´Albaro - dice ancora Spadini - ma ci opponiamo ad uno sfruttamento
incontrollato del territorio, a soli fini speculativi. Nessuno di questi
progetti risponde a reali esigenze del quartiere, dove la popolazione è in
flessione: a cosa servono altri parcheggi e appartamenti?». E tutti i
comitati con le associazioni ambientaliste lanciano un appello alla nuova
amministrazione: «Salvate ciò che rimane, basta con l´assalto incontrollato
al paesaggio: noi diciamo sì alla costruzione di parcheggi, ma soltanto
quando sono funzionali al territorio. Qui è l´anarchia del cemento».