ricevo e inoltro da un collega in Palestina
carlo
p.s.: vi 
ricordo che la mostra sul MURO che Israele sta costruendo resterà fino 
al 15/7 a S. Francesco della Scarpa (ex Convitto Palmieri), orario 19-
22, e che venerdì 13 p.v. dalle h. 19.30 vi sarà la proiezione di 
alcuni documenti dell'Alternative Information Centre di Gerusalemme.  
Per chi ancora non l'ha visitata, vale la pena di farlo.....sebbene le 
foto non diano che un minimo della tragedia vissuta quotidianamente in 
Palestina.
COOP. SOC. COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
p.za Bottazzi 1 - 
73100 LECCE (ITALY)
Telfax + 39 0832 342564 fax + 39 0832 342489
sudsudlecce@??? 
www.madeinglobe.org/solidaria
Finalmente sono 
a Gaza.
Dopo i giorni di guerra civile passati a Gerusalemme sono 
arrivato a Erez la "frontiera non frontiera".
Dopo aver attraversato 
la parte israeliana ", rimasta sempre uguale ed entrando nella parte 
palestinese lo spettacolo cambia. Questo corridoio fatto con le stesse 
strutture di cemento del "MURO" è pieno di immondizia, lasciata dalle 
migliaia di persone che hanno sostato per giorni tentando inutilmente 
di scappare da Gaza e dalla guerra civile, per terra trovi anche 
bossoli di mitra e lacrimogeni.
Continuando a camminare in questo 
tunnel le pareti cambiano non sono più quelle orrende strutture 
cementizie ma sono pareti in muratura con una copertura in lamiera 
metallica, questo era una volta ora il tutto è stato smantellato dalla 
rabbia delle persone, si iniziano a vedere i segni della guerra civile 
che si è consumata. Dove una volta c'era la polizia di Fatah a 
controllare i documenti di chi entrava e usciva ora è tutto distrutto 
non c'è più nessuno, c'era anche un barretto che non c'è più. Entrati 
nella macchina del GVC, ero entrato con Martino un collega di questa 
ong, ci siamo avviati verso Gaza City incontrando un posto di blocco 
degli uomini di Hamas che controllano solo il passaggio dei palestinesi 
che cercano di andarsene, abbiamo preso la via del Mare, non passando 
per le varie cittadine che si incontrano facendo l'altra strada.
Le 
vecchie proprietà dei leader di Fatah sono completamente distrutte 
mentre i palazzi governativi e della polizia portano i segni di scontri 
e muri anneriti dalle fiamme sono ora controllati e utilizzati dagli 
uomini di Hamas. Le strade sono piene di persone e stranamente nessuno 
è armato. Le spiagge sono piene di persone che prendono tranquillamente 
il sole fanno il bagno, i bambini giocano questo non succedeva da 
parecchio tempo. L'emozione più forte è stata arrivando a casa 
incontrando i vicini stringersi e rallegrarsi di essere ancora vivi e 
poterci incontrare di nuovo.
Parlando con i palestinesi che sono 
venuti a prenderci ci dicevano che la situazione è calma si può girare 
in tutta la Striscia senza problemi anche di notte. I prezzi nei 
mercati sono monitorati per evitare speculazioni e permettere a tutti 
di poter comprare i beni primari. Si sente dai discorsi della gente ora 
la situazione è sotto controllo anche chi non era di Hamas è 
soddisfatta quello che chiedevano da parecchio tempo era la sicurezza, 
ora pare che il governo di Hamas si stia muovendo bene nella gestione 
del potere.
I problemi si avranno se gli israeliani continueranno a 
tenere chiuse le frontiere per le persone e le merci. Gli unici mezzi 
che transitano sono i camion degli aiuti di prima necessità cibo e 
medicinali delle agenzie ONU, comunque esigui. I palestinesi chiedono 
l' apertura delle frontiere, non vogliono la beneficenza di un pò di 
riso latte in polvere e qualche legume questa non è vita, loro chiedono 
che possano uscire le merci prodotte ed entrare le merci che 
necessitano, vorrebbero una vita normale.
Questo difficilmente accadrà 
data la volontà del governo israeliano e dei governi occidentali di non 
volere relazioni con il governo di Hamas ora presente nella Striscia di 
Gaza, premiando il governo di Fatah nei territori della Cis-giordania 
sboccando fondi ed aiuti. Si stanno creando due stati palestinesi, si 
vuol mostrare che i palestinesi non sono in grado di autogestirsi, non 
sono affidabili e guerra fondai ed il governo israeliano non ha nessun 
referente per attuare i compromessi, rinchiudendoli sempre più in due 
galere a cielo aperto mostrando la carota ad uno ed il bastone 
all'altro.
Ancora oggi non si vede il futuro roseo per la Palestina e 
i suoi abitanti.
Saverio
 
 
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