[Incontrotempo] Sit-in sotto al ministero dell’interno il 5 …

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Aihe: [Incontrotempo] Sit-in sotto al ministero dell’interno il 5 luglio dalle 11.00 alle 15.00
La verità non si cancella
Sit-in sotto al ministero dell’interno il 5 luglio dalle 11.00 alle 15.00

Ci sono persone che non hanno dimenticato Genova 2001. Le cariche
violentissime e gli abusi di potere per le strade, delle quali nessuno ha
ancora pubblica responsabilità. Piazza Alimonda e l’omicidio di Carlo
Giuliani da parte di un carabiniere, prima attribuito ad un fantomatico
sasso dei manifestanti, poi rapidamente archiviato come legittima difesa.
E ancora la mattanza nella scuola Diaz, le finte molotov messe a posta
dalla Polizia per giustificare la brutalità dell’intervento, poi
addirittura sparite dagli atti del processo contro le forze dell’ordine e
ancora le torture e gli abusi nella caserma di Bolzaneto. La catena di
comando che ha guidato queste azioni ancora non è stata ricostruita,
nessuno si è mai assunto le proprie responsabilità. Nessuno nelle forze
dell’ordine, nessuno nella Politica, neanche la commissione di inchiesta
su Genova 2001, che era nel programma elettorale dell’Unione è mai stata
avviata.

Ci sono persone che non hanno dimenticato l’omicidio di Davide Cesare, per
tutti noi Dax. Ucciso dalle lame dei fascisti a Milano. Ci sono persone
che non hanno dimenticato le cariche ingiustificate e violentissime nei
corridoi dell’ospedale S.Paolo, contro i suoi compagni e le sue compagne
accorsi al pronto soccorso, il sangue per terra e sui muri, le decine di
ragazzi e ragazze feriti. Come per il G8 di Genova, anche per i fatti del
San Paolo è la storia di un paese ad essere messa alla sbarra. Anche per i
fatti del S.Paolo le responsabilità e le catene di comando all’oggi non
sono state chiarite.

Ci sono persone che non dimenticano l’omicidio di Federico Aldrovandi, 18
anni. Era il settembre del 2005, a Ferrara, quando Federico venne
ammazzato di botte durante un “normale” controllo di polizia. Il caso è
venuto alla ribalta, dopo vari tentativi di insabbiamento, prove
manomesse, falsi verbali, provette ritrovate a distanza di anni negli
armadietti del Commissariato… Ci sono persone che sanno che solo grazie
alla strenua lotta per la verità dei famigliari e degli amici di Aldro,
oggi si è riusciti ad ottenere il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti
responsabili di quell’omicidio, che fino ad ora erano stati coperti dai
colleghi in un’indagine gestita in “famiglia”, come più volte ripetuto dai
genitori di Federico.

Ci sono persone che non dimenticano la morte di Renato Biagetti, ucciso a
coltellate in una notte di agosto ’06 all’uscita di una dance all reggae
sulla spiaggia di Focene. Persone che non possono e non vogliono
dimenticare il sorriso di Renato e le lame che lo hanno ucciso. Il secondo
coltello sparito e mai trovato, le indagini preliminari viziate, i verbali
con le dichiarazioni che Renato aveva rilasciato poco prima di morire che
sono sparite e che solo dopo quasi un anno, su pressanti richieste degli
avvocati della famiglia, si è scoperto che stranamente non erano state
verbalizzate ed ora agli atti del processo contro i due giovani assassini
c’è solo il ricordo, confuso e deviante di un Carabiniere. Ci sono persone
che sanno che questo è avvenuto perché uno degli imputati è figlio di un
Carabiniere di stanza proprio nel territorio in cui è nato questo brutale
omicidio.

È impunità, è “spirito di corpo”, sono omissioni e depistagli studiati a
tavolino e “protetti” dall’alto, sono prove inquinate, verbali omessi o
modificati, è omertà e impunità. Delle Forze di polizia, della Politica,
della Magistratura. Addirittura assistiamo in questi giorni
all’avvicendamento di De Gennaro con il suo vice, Manganelli: la
continuità e l’impunità è evidente anche agli occhi di un bambino. De
Gennaro che addirittura è stato promosso a capo del gabinetto di Giuliano
Amato, al Ministero dell’Interno, ormai quindi divenuto chiaramente un
ministero di polizia.

Più che il giudizio della magistratura, da cui poco o nulla possiamo, per
altro, attenderci, ci interessa il giudizio politico di quanto accadde.
Tutti questi casi, e i molti altri che scompaiono nell’individualismo
drammatico delle nostre città e del nostro paese, ci pongono interrogativi
seri sul clima che si respira nelle caserme italiane, nei Tribunali, nei
palazzi del potere e minano seriamente le condizioni di salute della
democrazia nella nostra società.
Ci sono quattro mamme Patrizia mamma di Federico Aldrovandi, Haidi mamma
di Carlo, Rosa mamma di Dax, e Stefania mamma di Renato. Quello che le
accomuna è aver perso un figlio, è chiedere in loro nome verità e
giustizia per rompere questo clima di omertà e collusione, è lottare
quotidianamente per far emergere la verità.
Ci sono persone che non le hanno mai lasciate sole e che il 5 luglio hanno
organizzato con loro e per loro un sit in sotto al Ministero dell’Interno
per chiedere conto di tutto questo, per denunciare pubblicamente la realtà
di questo paese, per gridare insieme che

LA VERITA’ NON SI CANCELLA


Appuntamento il 5/07/07 sotto al Ministero dell’interno, in piazza
dell’Esquilino dalle 11.00 alle 15.00.

La famiglia di Renato Biagetti, Associazione culturale “I sogni di
Renato”, i compagni e le compagne di Renato, i compagni e le compagne di
Dax, Haidi Giuliani, Supporto Legale.

Per info e adesioni: veritaperrenato@???