[Cm-milano] Fwd: [verdimilano] Incontro Lunedì 9 luglio 2007…

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Szerző: Alex Foti
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Tárgy: [Cm-milano] Fwd: [verdimilano] Incontro Lunedì 9 luglio 2007 - Campagna sui Cambiamenti Climatici
Lunedì 9 luglio 2007 - dalle 18.00 alle 20.00 in via Moriggi 8, Milano
Invito rivolto a tutte le reti e organizzazioni per costituire la
Campagna Italiana sul Clima in previsione dell'8 dicembre 2007
(Terza Giornata Mondiale sul Cambiamento Climatico)
Incontro promosso da ECOISTITUTO TERREMUTANTI (Global Climate Campaign - Italia)


Siamo già entrati nell'Era Climatica.

Non c'è quindi più bisogno di parlare di cambiamento climatico in pura
linea teorica e astratta. Siamo sufficientemente in grado, con tutti
gli strumenti e le informazioni a nostra disposizione, di bypassare il
circolo vizioso dei nostri incontri sul tema, che ci vedono ancora
ascoltare e visionare o esporre e relazionare argomenti ormai
masticati, digeriti e assimilati.

Serve agire, diffondere, progettare, costruire.

Prevedere e immedesimarsi sulla base delle nostre stesse vite e sui
requisiti per il nostro futuro. Occorre fare i conti col nostro
presente, con la nostra realtà, con il nostro continuo divenire. Fare
un bilancio e un preventivo del nostro esistere quotidiano, del nostro
vivere in comunità, del nostro fare società. In altre parole, si
tratta di disegnare insieme delle concrete pratiche di mitigazione e
delle futuribili strategie di adattamento. E rimettere tutto e tutti
noi in discussione.

Il 2007 è l'anno zero dell'Era Climatica.

Il Quarto Rapporto di Valutazione dell'IPCC non lascia più dubbi in
merito alla palese inequivocabilità del cambiamento climatico, e al
contributo antropico al riscaldamento globale degli ultimi decenni. Lo
stato dell'arte del clima parla chiaro: gli impatti ambientali e le
conseguenze socio-economiche su scala mondiale, regionale e locale
sono a tutti gli effetti ancora più seri e gravosi di quanto potevamo
supporre. E di fatto, le loro implicazioni saranno sempre più
incombenti e inestricabili di quanto continueremo a sforzarci di
credere.

Il Rapporto di Nicholas Stern ci ha presentato in qualche modo i costi
dell'agire e del non agire. Indipendentemente dalla validità, dalla
contestualità o dalla accuratezza dei dati forniti, non vi è dubbio
alcuno circa la veridicità dell'ammonimento a riconsiderare il legame
tra economia ed ecologia a un livello di sostenibilità, prevedibilità
e lungimiranza. La Comunicazione della Commissione Europea sul la

Limitazione del Riscaldamento Globale a 2°C, pur con le difficoltà
nell'ottenere una solida credibilità nel contesto internazionale e una
concreta fattibilità all'interno degli Stati membri, almeno traccia il
percorso da intraprendere per affrontare seriamente e con competenza
le problematiche climatiche dei prossimi decenni.

Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel febbraio 2005, e che
giungerà al suo 10° anniversario il prossimo dicembre, è già entrato
nella sua fase di applicazione pur avendo gli anni ormai contati. La
sfida del post-Kyoto (2012) è ancora lungi dall'essere definita e
risolta. La questione dei Paesi non firmatari giace ancora sul tavolo
polveroso dei negoziati. Il ruolo delle nazioni in via di sviluppo e
dalle economie in transizione resta il tema all'ordine del giorno. Il
problema dei Paesi meno sviluppati e dei Piccoli Stati Insulari già
direttamente

minacciati è il fardello mastodontico che grava sulle politiche delle
nazioni industrializzate e sulle nostre stesse coscienze.

I media, negli ultimi mesi, hanno "scoperto" e cavalcato l'onda del
cambiamento climatico, con tutto il loro bagaglio di superficialità,
sensazionalismi, banalità e pressapochismi. Ma l'industria della
comunicazione ha già offerto il proprio megafono alle logiche del
profitto e i propri spazi alle strategie di marketing di un'economia
neoenergetica e paraclimatica che ha fiutato il suo green-washing core
business.

L'ecosistema naturale planetario sta sperimentando da oltre un secolo,
e sempre più negli ultimi anni, la destabilizzazione del sistema
climatico globale. Ma sono gli ecosistemi personali e collettivi di
una società sempre più ai margini sdrucciolevoli del proprio collasso
e della sua implosione/esplosione ad essersi inquinati e corrotti
ancor prima dei loro corrispettivi ambientali. La nostra biosfera
umana, con tutte le sue biodiversità già omologate e confuse, non è
più in grado di superare con naturalezza e sostenibilità il limite
della propria

capacità di sostegno: il conflitto, la guerra e l'opzione nucleare
sono ancora pervicacemente considerate e applicate come l'unica
strategia possibile per riequilibrare un'entropia antropica
globalizzata.

Il clima cambia.. E noi cosa aspettiamo?

In questo quadro, la possibile deriva catastrofica del cambiamento
climatico non può non farci riflettere sul nostro essere attivamente
partecipi e direttamente responsabili all'interno di una comunità
globale e nazionale concretamente impegnata nel portare avanti e dal
basso le istanze di una società che si interroga sul futuro del
pianeta e dei suoi territori e abitanti. Tre anni fa, sulla spinta
dell'Assemblea dei Movimenti del Forum Sociale Mondiale, e subito dopo
l'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005), è nata
la

Campagna Mondiale sul Clima ( www.globalclimatecampaign.org <
http://www.globalclimatecampaign.org > ), con l'obiettivo di
coinvolgere più paesi possibili nell'organizzazione di manifestazioni
e iniziative coordinate e simultanee in occasione della Giornata
Mondiale sul Clima (Global Day of Actions) che ogni anno si svolge in
concomitanza con i Negoziati dell'ONU sul Cambiamento Climatico
(Conferenza e Meeting delle Parti).

Nel 2005, la prima edizione si è svolta il 3 dicembre, a metà dei
lavori della Conferenza di Montreal (Canada), con la partecipazione di
gruppi, reti e coalizioni presenti in oltre 20 nazioni. Lo scorso
anno, il 4 novembre, in occasione della Conferenza di Nairobi (Kenya),
la seconda edizione ha visto un allargamento a circa 50 paesi, con
iniziative che hanno portato in piazza, tra le numerose città, 90000
persone in Australia e 40000 a Londra. L'8 dicembre 2007, terza
edizione della Giornata Mondiale in occasione dei Negoziati di Bali
(Indonesia), si prevedono eventi anche nel mondo arabo, in India, in
America Latina, in Cina e nella stessa Indonesia.

L'Italia , da quest'anno, è chiamata ad assumere, attraverso la sua
società civile, i movimenti, il mondo politico e sindacale, il terzo
settore, la comunità scientifica, il mondo universitario e i
ricercatori un ruolo fondamentale nell'ambito della mobilitazione
internazionale.

Milano, come capitale economica del paese e come motore della più
ricca e inquinata regione d'Europa (tra le principali responsabili per
le emissioni di gas serra), e per il suo ruolo centrale nel 2003 in
qualità di città ospitante della COP 9 alla Convenzione Quadro
dell'ONU sul Cambiamento Climatico, non può che ospitare un evento
nazionale di dimensioni importanti. E ha tutte le potenzialità per una
manifestazione sul clima dai grandi numeri.

Per questo, riteniamo necessario e indispensabile, anche alla luce dei
risultati emersi dalla recente Conferenza Internazionale sul Clima che
si è svolta alla London School Of Economics and Political Sciences lo
scorso 12/13 maggio, che anche in Italia si dia vita a una coalizione
nazionale che raccolga tutte le realtà impegnate sulle tematiche
climatiche e ambientali e nella salvaguardia dei beni comuni.

Un'Alleanza Climatica in grado di incidere realmente e concretamente
nella società, nel fare nuova economia, nel ridisegnare le nostre
città e riconsiderare i nostri limiti e consumi; nel riacquistare la
fiducia e la freschezza delle nuove generazioni; nel rivedere gli
stili di vita e i concetti di sviluppo; nell'appropriarsi di
conoscenze, strumenti e competenze per progettare un futuro
sostenibile dei territori.


lunedì 9 luglio dalle 18 alle 20
presso la sede di ATTAC, in via Moriggi 8 - Milano.

Incontro promosso da ECOISTITUTO TERREMUTANTI (Global Climate Campaign - Italia)