[NuovoLab] Atto dovuto o delinquenza politica?

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Autore: roberto\.faure\@libero\.it
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To: comitatoacquasola, forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] Atto dovuto o delinquenza politica?
ATTO DOVUTO O DELINQUENZA POLITICA?
Tra i Consiglieri Regionali e sulla servile stampa cittadina genovese gira una voce, avvalorata dalla geniale Avvocatura della Regione: votare in Consiglio Regionale la concessione di 2,7 milioni di euro per la costruzione del parcheggio che devasterebbe l'Acquasola "è un atto dovuto".
Non è la prima volta che questo -delirante- concetto circola tra i nostri "rappresentanti eletti dal Popolo sovrano". Già accadde quando, il 29 settembre 2004, il Consiglio Comunale votò per il parcheggio - scempio dell'Acquasola. Oggi questo concetto è finalmente manifestato alla stampa (Il Secolo XIX - Genova, 30.6.2007). E' l'occasione di una indagine che travalica la - istruttiva - questione Acquasola.
Anche i Consiglieri Comunali del 29 settembre 2004 e quelli di oggi ritengono che la devastazione dell'Acquasola sia "un atto dovuto". Dovuto sì, ma agli speculatori ed al sistema automobile.
I nostri Amministratori fanno usualmente riferimento a non mai specificati "problemi legali" per nascondere la assoluta chiarezza e nefandezza della loro logica privatizzatoria.
A mio avviso, oggi la neo - sindaco ed i suoi collaboratori devono trovare il modo di sfilarsi dalla promessa elettorale di "non costruire più parcheggi nel centro cittadino"; alla semplice richiesta del Comitato Acquasola di REVOCARE LA CONCESSIONE COMUNALE PER IL PARCHEGGIO il vice sindaco Pissarello ha risposto che ciò riguarda le NUOVE concessioni. E il parcheggio da fare all'Acquasola, che è una concessione già concessa? risposta: è un atto dovuto. Domanda: allora il Comune di Genova non può revocare una concessione? O non vuole? A questo punto inizia la manfrina del "vorrei ma non posso": "se il Comune revoca la concessione deve pagare danni e penali". Udite udite: quando l'ente Pubblico prende una decisione, deve risarcire quelli a cui pesta - inevitabilemente - i piedi; bisognerebbe spiegarlo in Val di Susa, che con un buon avvocato diventano tutti ricchi a spese dell'alta velocità.
La concessione è sempre revocabile. “La revoca è infatti ammessa per la generalità delle concessioni amministrative, allorchè sia imposta da esigenze di pubblico interesse” (ALDO M. SANDULLI, Manuale di Diritto Amministratico, Napoli, 1984, pag.770).
Senza scomodare i giuristi, chiunque capisce che se il Comune, la Regione o lo Stato non potesse decidere e cambiare idea sull'uso del territorio pubblico (e su tutto il resto), cosa ci sta a fare? I poteri conferiti dal Popolo Sovrano ai propri eletti sarebbero una burla; a cosa serve votare per gente che non prende decisioni ma esegue "atti dovuti"?
Altro delizioso argomento che abbiamo sentito spesso in Comune è: la società concessionaria fa causa al Comune se non facciamo il parcheggio. Ciò viene detto per far leva sul sentimento comune degli italiani, che certo comprendono quanto sia spiacevole subire una causa che da noi dura decenni. Ovviamente non si considera che una cosa è far causa al Comune (e perché poi?), altra è vincerla. Ben lo sa la concessionaria Sistema Parcheggi Spa, che ha già fatto causa al Comune sulla questione parcheggi avuti in concessione, ed ha perso la causa in Tribunale, Appello e Cassazione dove è stata condannata alle spese.
Tuttavia i nostri Amministratori Comunali vogliono (devono) credere il contrario, e soprattutto vogliono farcelo credere, anche grazie ad una stampa totalmente asservita al sistema automobilistico ed ai poteri forti che gestiscono la speculazione a Genova (si noti l'assordante silenzio di Repubblica, che certo interverrà nella vicenda al momento giusto con adeguata perfidia: sanno riconoscere quando è richiesto il loro lavoro).
Ultima argomentazione per considerare "atto dovuto" quella che si manifesta come delinquenza politica, è "la transazione".
Il Comune di Genova, con delibera della Giunta Comunale del 30.12.2002 (doc.1), n. 01608/2002, ha approvato una transazione tra il Comune di Genova e la Società Sistema Parcheggi S.p.a., avente ad oggetto tra l’altro la concessione della costruzione e gestione di un parcheggio interrato da realizzarsi all’interno del Parco dell’Acquasola in Genova. La transazione detta prevede la concessione per 300 posti auto a rotazione per 60 anni oltre a 140 box per auto nel parco dell’Acquasola.
La transazione e gli atti relativi appaiono di sospetta illegittimità, in quanto tra l’altro la transazione succede alla conclusione di una vicenda giudiziaria tra le stesse parti che vide vittorioso il Comune di Genova nella sentenza della Cassazione a SU Civili del 10.12.2001, n. 15.608. La pensa allo stesso modo la Procura della Repubblica di Genova, che a seguito di un esposto del Comitato Acquasola, ha trasmesso gli atti alla Procura della Corte dei Conti, quindi per valutare se con la "transazione" che ha regalato l'Acquasola - con una concessione secolare - alla Sistema Parcheggi Srl vi sia stata una cattiva gestione dei beni pubblici e se i conti (di cui si occupa la Corte dei Conti) non tornano.
A parte l'osceno contenuto della "transazione", comunque tutto sarebbe risolto alla radice da una delibera del Consiglio Comunale che revochi la concessione dell'Acquasola. Ma il Consiglio Comunale, Vincenzi in testa, forse confermerebbe che i parcheggi milionari sono sacri e si devono fare, manifestando la fallacia delle promesse elettorali; meglio rimanere nel vago, e raccontare la balla dell' "atto dovuto".
Neppure in Consiglio di Circoscrizione riescono a dire qualcosa contro il parcheggio: il neo presidente Siri, a capo di una amministrazione di segno opposto a quella del precedente presidente Bellezza, propone di votare un Ordine del Giorno di richiesta al Comune per la revoca della concessione Acquasola; rinvio di una settimana per eccezioni procedurali; poi l'ODG diventa una "interpellanza" cioè una cortese richiesta al sindaco: che ne pensate dell'Acquasola in Comune? Come se non l'avessero già detto.
Tornando alla Regione Liguria, ai giornali si dichiara da parte di membri dell'Amministrazione Regionale che dare i nostri soldi, cioè un finanziamento a fondo perduto di 2,7 milioni di euro, per la costruzione del parcheggio è un "atto dovuto". Stesse considerazioni: cosa avete votato a fare i Consiglieri Regionali se regalare i nostri soldi non è una libera scelta nell'interesse dei cittadini ma un atto dovuto?
In ogni caso, poiché i 40 ladroni hanno addosso gli occhi del Comitato, utilizzano la solita tecnica italiana: rinvio rinvio rinvio rinvio rinvio, per arrivare sotto ferragosto, dare il finanziamento regionale e preparare il terreno alle ruspe nel momento migliore. Meschini ma inesorabili.
Qui giungo a conclusione dell'abuso di pazienza del lettore, che come tutti noi vorrebbe pensare ad altro che a soffrire per la promessa devastazione del nostro parco cittadino.
Qui si manifesta nella sua realtà il concetto di "atto dovuto" cui sono adusi i nostri amministratori; dovuto non è il mantenimento della promessa elettorale del sindaco di turno di non costruire parcheggi in centro; atto dovuto é regalare gli spazi pubblici come l'Acquasola agli speculatori, in cambio di ... niente per i cittadini. Il gigantesco valore di centinaia di parcheggi in centro non ha contropartita? qualche maligno potrebbe dire che certi prezzi si pagano nel vicolo, in contanti.
Un urbanista ha recentemente definito la figura del sindaco moderno come quella di "Grande Vigile Urbano", soggetto istituzionalmente succube del sistema - automobile e quindi degli interessi delle multinazionali; la vicenda Acquasola conferma tale tesi anche se il sindaco da noi è meglio definibile come "Il Grande Parcheggiatore"; ritengo che le Amministrazioni Locali abbiano oggi una sola e normale funzione innovativa: privatizzare lo spazio pubblico, trasformare in merce privata ciò che era di uso comune.
E' storia antica: continuano le recinzioni, le enclosures. Gli eletti vengono candidati con speranza di successo solo se hanno manifestato adeguatamente la loro integrazione a tale logica; le eccezioni sono irrilevanti. Inutile affidarsi a qualche membro delle istituzioni, l'unica adeguata forma di pressione è la manifestazione pubblica, l'azione diretta per impedire l'accesso alle ruspe di ferragosto, l'informazione non mediata dai giornali.
Genova, 1.7.2007



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