Re: [cm-Roma] R: Si accettano suggerimenti

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Autor: Marco Pierfranceschi
Data:  
A: Le bici si sono moltiplicate, aspettiamo il miracolo!
Assumpte: Re: [cm-Roma] R: Si accettano suggerimenti
Paolo Bellino ha scritto:
> il primo suggerimento che mi viene in mente è di postare anche su
> questa lista le tue riflessioni, se vuoi suggerimenti da chi è
> iscritto a questa lista.


Raccolgo l'invito, ma più che intavolare "n" discussioni/confronti su
"n" liste diverse mi sembrava più _aperto_ come metodo usare lo spazio
dei commenti del blog. Lì ho avuto già delle risposte, che chi leggerà
il testo solo su questa lista non troverà...

Cmq, eccolo:

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Dopo aver passato le ultime due serate a ragionare di bicicletta, di
promozione dell'uso della bicicletta, di associazioni ed
associazionismo, con persone di diversa estrazione, martedì ad una
riunione con l'associazione Ciclonauti e mercoledì al Ciclopicnic, ora
sento la necessità di tirare un po' le fila dei vari ragionamenti ed
aggiungere alcune considerazioni mie.

Prima, però, occorre mettere il discorso in una prospettiva storica.
Premetto che sarà viziata dal fatto che si tratta della "mia"
esperienza, e che non potrà essere esaustiva. Eventuali integrazioni
saranno gradite.

L'inizio di tutto si colloca, per me, da qualche parte verso la fine
degli anni '80, con l'acquisto della mia prima bici. Il "percorso"
successivo credo sia comune a molti: la scoperta, il divertimento, la
voglia di condividere quest'esperienza entusiasmante con altri/e, il
cominciare a partecipare ad iniziative organizzate, l'entrare in un
gruppo di persone con cui condividere lo stesso "slancio emotivo", lo
spendersi per diffondere la bellezza dell'uso della bicicletta.

Questo "percorso" ha vissuto fasi e modi diversi per ognuno/a di noi.
Nei primi anni '90 l'uso della bici a Roma mi pareva proibitivo ed
improponibile, mentre trovavo estremamente piacevole e gratificante
l'utilizzo escursionistico nei weekend. Pensai che un buon sistema per
fare appassionare il maggior numero di persone all'uso della bici fosse
proporgliela nella sua veste più "accattivante", e cominciai a
collaborare con l'associazione Ruotalibera (oggi affiliata alla Fiab).

Nel frattempo a Roma nascevano, crescevano e morivano diverse esperienze
analoghe, tutte caratterizzate dalla proposta di percorsi guidati "alla
scoperta" di un po' di tutto, ed inevitabilmente della bicicletta.
Bisognò attendere il volgere del millennio perché uno scenario affatto
nuovo iniziasse a delinearsi.

Con la nascita della CriticalMass e delle Ciclofficine un nuovo soggetto
irrompe sulla scena romana. L'uso della bicicletta diventa bandiera del
rimettere in discussione la destinazione d'uso degli spazi cittadini, il
consumismo dilagante e disumanizzante, lo spreco delle risorse,
l'inquinamento. È una visione "critica", per alcuni "estrema", senza
compromessi, e non a caso attrae una fascia di individui mediamente più
giovani ed irruenti.

Parallelamente si è aperto un canale di dialogo con le istituzioni che
lentamente, nel corso degli anni, ha portato alla realizzazione di una
serie di infrastrutture per la ciclabilità (per la verità ancora poche
ed approssimative) e ad una maggior visibilità politica e sociale della
bicicletta quale mezzo di trasporto urbano.

E vengo al punto (finalmente!): la sensazione generale, ad oggi, è
quella di uno stato di impasse. Le esperienze a cui abbiamo dato vita
funzionano, continuano a funzionare, eppure non basta. L'utilizzo della
bicicletta è ancora troppo poco diffuso. La conoscenza stessa
dell'oggetto bicicletta è ancora appannaggio di pochi. L'esperienza
dell'andare in bicicletta, che ancora è condizione necessaria perché un
potenziale ciclista possa prenderla in considerazione in termini di
fruizione quotidiana o estemporanea, è patrimonio di una ristretta
cerchia di fortunati.

La mia personale esperienza è che almeno la metà delle persone che non
sono mai salite da adulte su una bici, una volta fattane l'esperienza ne
restano affascinate. Ma come arrivare a ciò? Com'è possibile incidere
significativamente su una città di tre milioni di abitanti senza costose
campagne culturali, senza infrastrutture adeguate, senza attenzione da
parte dei media ed in balia degli interessi economici soverchianti delle
lobbies petrolifere e dei fabbricanti di autovetture?

La mia conclusione è che la nostra unica chance risiede in un colpo di
genio che ci faccia inventare una strategia irresistibile. Rilancio "la
palla" a tutti i lettori: che ne pensate? Cosa dovremmo provare a fare,
di più e meglio di quello che si è fatto fin qui (considerate anche le
risorse umane molto limitate)?

A voi la parola.

P.s.: ne approfitto per ricordare che lunedì prossimo, a via Baccina
36/38 (sede dell'associazione Ciclonauti) ci incontreremo alle ore 20.30
(puntuali!) per la "prova pratica" dell'iniziativa sulla mortalità
stradale proposta tempo fa. L'invito è aperto a tutti gli/le
interessati/e, anche per discutere, a margine, di quello che ho scritto
qui sopra.

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Marco Pierfranceschi
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