[Cm-milano] V-Day

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Autore: xx x
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To: cm-milano, criticalmilano, gruppoBCcuccagna
Oggetto: [Cm-milano] V-Day
http://www.beppegrillo.it/

In preparazione del Vaffanculo day, o V-day, sono andato al Parlamento
europeo per spiegare la palude in cui si trova l'Italia e cercare qualche
consenso. La sala era piena, nessuno sapeva niente. Mi hanno preso per un
marziano, non credevano a quello che dicevo. Ho dato un saggio di populismo
europeo. Oggi pubblico un breve filmato da Bruxelles. Domani un video
riassuntivo insieme a quello integrale.
Ecco un estratto del mio intervento.

"Putin ci ha ricordato, dopo gli omicidi di giornalisti e oppositori del suo
Governo, e qualche flebile denuncia del nostro Governo, che l’Italia è il
Paese della mafia. Io, su questo punto, sono parzialmente d’accordo. La
mafia, in realtà le mafie, ognuna con una sua identità regionale, sono un
problema minore nel mio Paese.
Il problema vero è il Parlamento italiano che contiene un numero di
individui giudicati in primo e secondo grado, una settantina, e 25
condannati in via definitiva, da far impallidire Al Capone e Don Corleone
insieme.
Putin, se mi ascoltasse, potrebbe obiettare che sono state le mafie a farli
eleggere o il voto di cittadini favoriti e collusi con la criminalità
organizzata. Niente di tutto questo. Forse la stampa internazionale non lo
sa ancora, ma due anni fa in Italia c’è stato un colpo di Stato. La legge
elettorale è stata cambiata per impedire ai cittadini di votare il loro
candidato. I partiti, non più di dodici persone, hanno deciso chi doveva
fare il deputato o il senatore. La legge fu voluta da Berlusconi,
l’opposizione si oppose poi, quando andò al Governo, Prodi la confermò. E’
meglio, molto meglio, per i partiti far eleggere dei loro impiegati che
avere in Parlamento dei rappresentanti dei cittadini. Meglio pregiudicati
che liberi.
Putin ci ha sottovalutato, le mafie in Italia contano meno dei partiti e
sono più oneste, non dicono di essere democratiche e dalla parte dei
cittadini.
L’Italia è una nazione con un Parlamento non eletto dai cittadini, simile
più a un istituto di pena che a un luogo in cui si dovrebbero decidere le
sorti della Nazione.
Il mio è un appello per restituire la libertà di voto e di informazione
all’Italia.
L’otto settembre organizzerò in ogni città d’Italia una manifestazione, l’ho
chiamata Vaffanculo day. Una via di mezzo tra il D-day dello sbarco in
Normandia e V come Vendetta.
Quel giorno gli italiani dovranno riprendere in mano il loro Paese distrutto
da decenni di partitocrazia, di massoneria piduista, di intrecci tra banche
e mafia, di ingerenze del Vaticano nella cosa pubblica, dalla informazione
di Stato e di Berlusconi, dai conflitti di interesse.
La Borsa di Londra e quella italiana dovrebbero fondersi. Vorrei chiedere
agli inglesi: ma siete sicuri? Volete associarvi al più grande conflitto di
interessi europeo. In cui il punto di riferimento è il noto pregiudicato
Cesare Geronzi, coinvolto in quasi tutti gli scandali finanziari d’Italia e
condannato per bancarotta? La Borsa Italiana va chiusa, non deve infettare
anche il resto d’Europa. E’ un luogo in cui Unicredit-Capitalia ha la
maggioranza relativa di Mediobanca che ha la maggioranza relativa di
Generali che è uno dei principali azionisti di IntesaSanpaolo, il suo
maggiore concorrente. E’ il luogo in cui uno come Tronchetti si fa passare
da industriale distruggendo il valore di Telecom e di Pirelli insieme con lo
0,11 di capitale azionario di Telecom.
L’Italia è il Paese di Valentino Rossi e del maggior numero di morti per
incidenti stradali. Il Paese del sole senza impianti di energia solare. Il
Paese dell’arte con discariche e inceneritori e rigassificatori come nessuno
in Europa. Il Paese del Diritto Romano con 350.000 leggi inapplicabili e in
conflitto tra loro. La libertà di stampa, quella poca che ci è rimasta, è in
pericolo. Il Parlamento voterà a luglio al Senato una legge per impedire che
siano rese pubbliche le intercettazioni disposte dalla magistratura che
riguardano i politici.
Ragazzi, se l’otto settembre, non ce la faccio, chiederò il diritto di
asilo."

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