“Da Violante assurda difesa di De Gennaro”

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Szerző: brunoa01
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Tárgy: “Da Violante assurda difesa di De Gennaro”
La stampa, intervista di Maria Grazia Bruzzone a Vittorio Agnoletto, pag.10, lunedì 25 giugno 2007-06-25



“Da Violante assurda difesa di De Gennaro”



«Trovo inaccettabile che un ex magistrato come Violante faccia di tutto per ridimensionare e negare la verità dei fatti di Genova, ignorando che episodi di quella gravità non possono avvenire per caso. E dopo le testimonianze del vicequestore Fournier non può continuare a opporsi a una commissione parlamentare di inchiesta che era nel programma dell’Unione». Dopo l’intervista di Luciano Violante a La stampa Vittorio Agnoletto, portavoce del «Genoa Social Forum» durante il vertice del G8 del 2001, oggi eurodeputato del Prc, risponde all’esponente Ds e rivolge accuse pesanti al capo della Polizia uscente Gianni De Gennaro che «non si può continuare a coprire perchè ha avuto grandi meriti nella lotta contro la mafia».

La verità dei fatti non la sta cercando la magistratura?

«É vero. ma quella di Violante è un’assoluzione a priori del capo della Polizia. Vorrei sapere se costruire prove false come l’immissione di molotov nella scuola Diaz, dove non c’erano; se inventarsi un’aggressione con tanto di accoltellamento, possono essere definiti un «meccanismo puramente burocratico». E vorrei sapere se l’idea di Polizia che Violante ha, è quella che massacra 93 persone mentre dormono. E se queste responsabilità – penali – possono essere semplicemnte addebitate solo a chi ha commesso quei fatti, facendo finta di non capire che se decine e decine di poliziotti si comportano così, è perchè gli è stato in qualche modo garantito il sostegno dei superiori».

Violante sostiene che la magistratura indaga da sei anni e non ha trovato nulla a carico di De Gennaro.

«Dice anche che l’accusa al capo della Polizia di aver istigato a testimoniare il falso gli sembra poco credibile, invece di rispettare il lavoro dei magistrati. A me non sembra poco credibile. Perchè De Gennaro rappresentava l’insieme delle forze dell’ordine, aveva la delega totale su tutti gli aspetti di sicurezza del G8 da parte del governo Berlusconi. Con lui infatti avemmo tre incontri ufficiali. Dopo di che mi comunicò che dovevo tenere i contatti col vicecapo Andreassi. E a mezzanotte, quando dovetti correre davanti alla Diaz, chiamai Andreassi chiedendogli cosa stavano facendo. Mi rispose (la telefonata è a verbale) “É stato deciso”».

Deciso da chi? Non poteva essere stata una decisione politica?

«E da parte di chi? L’azione alla Diaz non è stata fatta dalla polizia di destra. I reparti entrati lì avevano alle spalle storie pesanti nella gestione dell’ordine pubblico, ma la catena di comando rispondeva a De Gennaro e ai suoi uomini».

Sono accuse gravi.

«I fatti di quei giorni sono precisi, e Violante non può far finta di ignorarli. Venerdì 20 luglio gli assalti alle Tute bianche li fecero i Carabinieri all’insaputa della Polizia. Tutte le registrazioni, che finalmente anche Minoli e Matrix hanno trasmesso, dimostrano che i Carabinieri, secondo le indicazioni della Questura, dovevano andare a fermare i Black-block. invece fecero finta di non sentire i messaggi e attaccarono le Tute bianche. E nella sala regia dei Carabinieri c’era Fini».

Quel venerdì.

«Quella sera, con centinaia di feriti, un morto e il sindaco che accusava le forze dell’ordine di non aver difeso la città dai Black-block, de Gennaro era politicamente finito, anche perchè era stato nominato dal centrosinistra. La giornata di sabato – questa sì è un’opinione – è la cartina di tornasole del modo in cui De Gennaro si garantisce la sopravvivenza».


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