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Finmeccanica per il Pentagono
Luciano Bertozzi (articolo tratto dal sito di Nigrizia)
Finmeccanica, in cordata con la società statunitense L3 Communications, ha vinto la commessa per gli aerei da trasporto del Pentagono. Un affare del valore pari a sei miliardi di dollari, per la fornitura di 145 aerei C 27 J Spartan, di cui 75 all'Esercito e 70 all'Aeronautica.
Una prima tranche del contratto prevede la consegna di 54 velivoli per un ammontare di due miliardi di dollari. Gli aerei, che dovranno essere consegnati entro il 2013 ad Esercito ed Aeronautica, potrebbero anche essere di più: la previsione complessiva è riferita a 207 aerei da consegnare entro dieci anni, per un importo globale superiore ai predetti sei miliardi di dollari.
Finmeccanica ha quindi colto un altro importante successo, dopo essersi aggiudicata con Augusta Westland la gara per la fornitura degli elicotteri alla Casa Bianca. Una vendita che ha trainato il record delle esportazioni militari italiane, sancito recentemente dai dati ufficiali governativi.
Tuttavia, la legge 185 che regolamenta il commercio delle armi italiane, vieta le esportazioni ai paesi belligeranti o i cui governi siano responsabili di violazioni delle convenzioni internazionali dei diritti umani. Alla luce di tali disposizioni l'Italia non potrebbe autorizzare la vendita degli aerei. Washington ha guidato le guerre in Iraq ed Afghanistan, ha appoggiato l'esercito etiope in Somalia, e, come afferma un recente rapporto del Consiglio di Europa, si è macchiata delle Extraordinary Rendition, compreso il sequestro di persona di Abu Omar.
Inoltre il programma elettorale dell'Unione ha previsto un rafforzamento dei vincoli sulle vendite di armi ed il nostro paese ha approvato all'Assemblea dell'ONU il Trattato sul commercio delle armi che rafforza i vincoli in materia di questi trasferimenti. Il governo sembra in preda ad un conflitto di interessi: è azionista di riferimento di Finmeccanica ed al contempo deve applicare i vincoli previsti dalla legge. Tuttavia anche questa volta la lobby delle armi ha prevalso. L'esecutivo, con la finanziaria 2007 ha fatto la scelta politica di aumentare notevolmente le spese militari, inoltre nel 2006 le vendite di armi "made in Italy" hanno registrato livelli record.
Le forze politiche e sociali avrebbero quindi ragione di chiedere un ripensamento o almeno un chiarimento sull'affare appena concluso. La legge 185, approvata nel 1990, prevederebbe la riconversione produttiva dal settore militare a quello civile. Ma è ancora inattuata.
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