[NuovoLab] 27 anni!!!!!

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Autore: Edoardo Magnone
Data:  
To: forumgenova
Oggetto: [NuovoLab] 27 anni!!!!!
Allego notizia che mi ha profondamente colpito ed un piccolo sfogo personale.

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http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=14151

Nessun colpevole per la morte di Perrone

Tutti assolti dall’accusa di omicidio colposo. Si è concluso così il processo
per la morte di Marco Perrone, operaio con un contratto di formazione
professionale all’Ilva di Taranto, deceduto dopo 23 giorni di coma l’11 luglio
2002. Alla sbarra il presidente del consiglio di amministrazione dell’Ilva
Emilio Riva, il capo reparto Claudio Quaranta e il capo turno Angelo Cavallo.

Il giovane era stato incaricato di ispezionare una tramoggia, una di quelle
enormi macchine a forma di piramide rovesciata. La zona destinata al ragazzo,
secondo l’accusa, non era a norma: i parapetti obbligatori sulla camminata non
erano adeguati alle norme antinfortunistiche perché troppo bassi, o in alcuni
casi, assenti del tutto. Perrone non aveva imbracature o cinture di sicurezza:
quel giorno camminava su un parapetto e perse l’equilibrio finendo su un nastro
trasportatore. Non riuscì a liberarsi. Una gamba rimase incastrata.

Trasportato d’urgenza al S.S. Annunziata, fu sottoposto a un intervento
chirurgico per l’asportazione di una gamba, restò in coma per una ventina di
giorni e non si risvegliò più.

Una morte che si poteva evitare e che, secondo la pubblica accusa, è imputabile
alla dirigenza dello stabilimento. Di qui la richiesta di una condanna ad un
anno e quattro mesi di reclusione, oltre al risarcimento di 150mila euro ai
parenti, costitutisi parte civile. Una richiesta alla quale si sono opposti i
due difensori degli imputati, Egidio Albanese e Cesare Mattesi che hanno
chiesto l’assoluzione. Quello per la morte di Marco Perrone non è certo l’unico
processo che vede alla sbarra Emilio Riva: il patron del siderurgico, infatti è
al banco degli imputanti anche nel processo per la morte di Paolo Franco e
Pasquale D’Ettore, due operai tarantini che persero la vita il 12 giugno del
2003 nel crollo di una gru.

Sotto accusa con lui, il direttore dello stabilimento Capogrosso, i dirigenti
Salvatore Zimbaro e Giancarlo Quaranta, l’amministratore della “CEMIT” Gerardo
Pappalardo e i tecnici della stessa ditta Franco Antonio Pinto e Giuseppe
Bruno. Una condanna è invece arrivata nel processo per l’inquinamento
atmosferico prodotto sulla città dallo stabilimento. Quattro le condanne decise
dal giudice monocratico del Tribunale di Taranto, Martino Rosati: oltre al
presidente Ilva, che sconterà la pena maggiore (tre anni di reclusione),
considerati colpevoli anche Luigi Caporosso, direttore dello stabilimento (due
anni e otto mesi), Claudio Riva, figlio del patron, condannato a un anno e sei
mesi; e sei mesi e 15 giorni di reclusione all’ex dirigente del reparto cokerie
dell’Ilva, Roberto Penza. Tutti gli imputati rispondevano di omissione di
cautele contro gli infortuni sul lavoro, getto pericoloso di cose, violazione
di norme antinquinamento e danneggiamento aggravato di beni pubblici. Emilio
Riva e Luigi Capogrosso sono stati anche interdetti dall’attività industriale e
dichiarati incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per il tempo
delle pene detentive inflitte. I quattro imputati dell’Ilva sono stati invece
assolti da una violazione di una norma antinquinamento punibile con una
contravvenzione perchè nel frattempo è cambiata la normativa. Dovranno,
inoltre, pagare le spese processuali e risarcire la parte civile.

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Come si fa a prevedere l`assasinio di un ragazzo da parte di una legge non
ancora cancellata? A prevedere l`innocenza dei suoi carnefici?
Come si fa a cadere solo per un fottuto "produci o muori" scritto all`ingresso
di un cantiere?

Il lavoro rende liberi una trentina di volte?

Nulla, il nulla, tutti assolti dall`accusa di omicidio!!

In guerra sono tutti assolti perche sul posto di lavoro non esiste la citta` di
Norimberga!

Stiamo lavorando per voi, dite dal governo!
Dite anche che l`importante e` starci e non cadere.
Dite, come il vostro predecessore, che la sicurezza sul posto di lavoro e`
sacrificabile sull`altare della produttivita` e che il mercato ci salvera`
tutti. L`importante e` non cadere. Non cadere, mai!!

Anche Marco non voleva cadere, dall`impalatura!

Domenica voleva andare in giro, a far casino! A bersi un paio di colpi con la
ragazza nuova! Una mora da far girare la testa, i blue jeans piu` sexy di tutta
la scuola.
Fan`culo anche la scuola.

A far il cazzone con gli amici, aveva trovato una merda di lavoro ma poteva
finalmente pagare un sacrosanto giro di birra a tutti. Forse sottopagato e
precario ma questo lavoro era una fortuna di merda caduto da questo cazzo di
cielo. Cazzo, pagare un giro agli amici a 27 anni. Poter rendere i soldi a
Luca, finalmente!
Forse al mare per prendere del sole come dio comanda, perche le braccia del
ciclista non piacciono alla ragazza. Lei ci ride, ma non e` bello a 27 anni!

Fortunato, doveva correre veloce altrimenti non le avrebbero rinnovato il
contratto. La sicurezza e l`imbracatura non sono piu` importati quando ti
urlano continuamente: "VELOCE, testa di minchia! Cazzo fai, fumi? Oggi ti fermi
di piu!"

Manda pure giu`, INGOIA! Si poteva anche permettere di sputare l`amaro di questa
vita per terra. Pero` nella polvere lontano dai piedi dal capocantiere.

Anzi, fai vedere che corri veloce, che hai le palle, che porti per bene la
calcina sulle spalle, che non hai paura dell`altezza, che il tuo equilibrio e`
quello di un gatto!
Oggi dimostralo al capoccia e lui mettera` una parola buona quando ti finira`
il contratto. Ne parlera` solo con l`amministrativa del cantiere e non
direttamente con il padrone che viene ogni tanto a vedere i lavori. Lui non si
occupo di queste cose! Lui ha altro a cui pensare!
Fan`culo anche lui!
Speriamo in bene. Domenica si divertira` e se dovesse cadere dall`impalcatura e`
ancora forte e giovane. Si rialzera`, sicuramente!

Peccato che c`era il nasto trasportatore. Peccato che non si sia fermato.
Il cuore in gola, la testa gira, birra, la gamba entra, domenica, la carne si
apre, e non si chiude piu`. Sangue, dolore, Jeans, al mare, le ossa si spazzano
sotto i denti di metallo, girano, masticano, digeriscono, la gamba si perde.
Fan`culo anche la gamba.


Non parlatene, per favore!

Davvero! Siate coerenti fino in fondo e fatevi i cazzi vostri!

Andate pure a specchiarvi nella vetrina della Folgore ascoltando, nel frattempo,
le parole rassicuranti di un Nerone di Belgrado, seguite chi ha il pelo nello
stomaco alto un palmo e vota tutti i giorni per la "guerra" sui posti di
lavoro, congratulatevi con chi ha un biglietto in tasca con il nome di Picone,
ammirate chi dorme ipocritamente sonni tranquilli avendo schiacciato un
pulsantino colorato, credete pure a chi dice di avere paura di berlusconi e lo
imita, ma non parlate assolutamente di Marco!!

Non piangete, non scomponetevi, non parlatene, non scandalizzatevi, non scrivete
nulla, non fate interrogazioni, non fate girare la notizia!
NON FATE NULLA!
Nulla di nulla! Non respirate neanche, e continuate pure a fatevi i cazzi
vostri!

E, per rispetto verso la morte, cercate di non sporcare con la vostra politica
quanto avete gia` ucciso!


Cordialmente,
Edoardo Magnone


PS. Tutto questo mentre la panacea del Testo Unico per la Sicurezza sul Lavoro
attende (ebbene si, attende ancora!) di essere discussa da voi!