ECOISTITUTO TERREMUTANTI
presenta
LA CAMPAGNA MONDIALE SUL CLIMA
Lunedì 25 Giugno 2007
dalle 18.00 alle 20.00
in via Morigi 8, Milano
Invito rivolto a tutte le reti e organizzazioni per costituire
la Campagna Italiana sul Clima in previsione dell'8 dicembre 2007
(Terza Giornata Mondiale sul Cambiamento Climatico)
Siamo già entrati nell'Era Climatica.
Non c'è quindi più bisogno di parlare di cambiamento climatico in pura
linea teorica e astratta. Siamo sufficientemente in grado, con tutti
gli strumenti e le informazioni a nostra disposizione, di bypassare il
circolo vizioso dei nostri incontri sul tema, che ci vedono ancora
ascoltare e visionare o esporre e relazionare argomenti ormai
masticati, digeriti e assimilati.
Serve agire, diffondere, progettare, costruire.
Prevedere e immedesimarsi sulla base delle nostre stesse vite e sui
requisiti per il nostro futuro. Occorre fare i conti col nostro
presente,
con la nostra realtà, con il nostro continuo divenire. Fare un
bilancio e un preventivo del nostro esistere quotidiano, del nostro
vivere in
comunità, del nostro fare società. In altre parole, si tratta di
disegnare insieme delle concrete pratiche di mitigazione e delle
futuribili
strategie di adattamento. E rimettere tutto e tutti noi in discussione.
Il 2007 è l'anno zero dell'Era Climatica.
Il Quarto Rapporto di Valutazione dell'IPCC non lascia più dubbi in
merito alla palese inequivocabilità del cambiamento climatico, e al
contributo antropico al riscaldamento globale degli ultimi decenni. Lo
stato dell'arte del clima parla chiaro: gli impatti ambientali e le
conseguenze socio-economiche su scala mondiale, regionale e locale
sono a tutti gli effetti ancora più seri e gravosi di quanto potevamo
supporre. E di fatto, le loro implicazioni saranno sempre più
incombenti e inestricabili di quanto continueremo a sforzarci di
credere.
Il Rapporto di Nicholas Stern ci ha presentato in qualche modo i costi
dell'agire e del non agire. Indipendentemente dalla validità, dalla
contestualità o dalla accuratezza dei dati forniti, non vi è dubbio
alcuno circa la veridicità dell'ammonimento a riconsiderare il legame
tra
economia ed ecologia a un livello di sostenibilità, prevedibilità e
lungimiranza. La Comunicazione della Commissione Europea sul la
Limitazione del Riscaldamento Globale a 2°C, pur con le difficoltà
nell'ottenere una solida credibilità nel contesto internazionale e una
concreta fattibilità all'interno degli Stati membri, almeno traccia il
percorso da intraprendere per affrontare seriamente e con competenza
le problematiche climatiche dei prossimi decenni.
Il Protocollo di Kyoto, entrato in vigore nel febbraio 2005, e che
giungerà al suo 10° anniversario il prossimo dicembre, è già entrato
nella
sua fase di applicazione pur avendo gli anni ormai contati. La sfida
del post-Kyoto (2012) è ancora lungi dall'essere definita e risolta.
La
questione dei Paesi non firmatari giace ancora sul tavolo polveroso
dei negoziati. Il ruolo delle nazioni in via di sviluppo e dalle
economie
in transizione resta il tema all'ordine del giorno. Il problema dei
Paesi meno sviluppati e dei Piccoli Stati Insulari già direttamente
minacciati è il fardello mastodontico che grava sulle politiche delle
nazioni industrializzate e sulle nostre stesse coscienze.
I media, negli ultimi mesi, hanno "scoperto" e cavalcato l'onda del
cambiamento climatico, con tutto il loro bagaglio di superficialità,
sensazionalismi, banalità e pressapochismi. Ma l'industria della
comunicazione ha già offerto il proprio megafono alle logiche del
profitto
e i propri spazi alle strategie di marketing di un'economia
neoenergetica e paraclimatica che ha fiutato il suo green-washing core
business.
L'ecosistema naturale planetario sta sperimentando da oltre un secolo,
e sempre più negli ultimi anni, la destabilizzazione del sistema
climatico globale. Ma sono gli ecosistemi personali e collettivi di
una società sempre più ai margini sdrucciolevoli del proprio collasso
e
della sua implosione/esplosione ad essersi inquinati e corrotti ancor
prima dei loro corrispettivi ambientali. La nostra biosfera umana, con
tutte le sue biodiversità già omologate e confuse, non è più in grado
di superare con naturalezza e sostenibilità il limite della propria
capacità di sostegno: il conflitto, la guerra e l'opzione nucleare
sono ancora pervicacemente considerate e applicate come l'unica
strategia
possibile per riequilibrare un'entropia antropica globalizzata.
Il clima cambia... E noi cosa aspettiamo?
In questo quadro, la possibile deriva catastrofica del cambiamento
climatico non può non farci riflettere sul nostro essere attivamente
partecipi e direttamente responsabili all'interno di una comunità
globale e nazionale concretamente impegnata nel portare avanti e dal
basso le istanze di una società che si interroga sul futuro del
pianeta e dei suoi territori e abitanti. Tre anni fa, sulla spinta
dell'Assemblea
dei Movimenti del Forum Sociale Mondiale, e subito dopo l'entrata in
vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005), è nata la
Campagna Mondiale sul Clima (
www.globalclimatecampaign.org), con
l'obiettivo di coinvolgere più paesi possibili nell'organizzazione
di manifestazioni e iniziative coordinate e simultanee in occasione
della Giornata Mondiale sul Clima (Global Day of Actions) che ogni
anno si svolge in concomitanza con i Negoziati dell'ONU sul
Cambiamento Climatico (Conferenza e Meeting delle Parti).
Nel 2005, la prima edizione si è svolta il 3 dicembre, a metà dei
lavori della Conferenza di Montreal (Canada), con la partecipazione di
gruppi, reti e coalizioni presenti in oltre 20 nazioni. Lo scorso
anno, il 4 novembre, in occasione della Conferenza di Nairobi (Kenya),
la
seconda edizione ha visto un allargamento a circa 50 paesi, con
iniziative che hanno portato in piazza, tra le numerose città, 90000
persone in Australia e 40000 a Londra. L'8 dicembre 2007, terza
edizione della Giornata Mondiale in occasione dei Negoziati di Bali
(Indonesia), si prevedono eventi anche nel mondo arabo, in India, in
America Latina, in Cina e nella stessa Indonesia.
L'Italia, da quest'anno, è chiamata ad assumere, attraverso la sua
società civile, i movimenti, il mondo politico e sindacale, il terzo
settore,
la comunità scientifica, il mondo universitario e i ricercatori un
ruolo fondamentale nell'ambito della mobilitazione internazionale.
Milano, come capitale economica del paese e come motore della più
ricca e inquinata regione d'Europa (tra le principali responsabili per
le emissioni di gas serra), e per il suo ruolo centrale nel 2003 in
qualità di città ospitante della COP 9 alla Convenzione Quadro
dell'ONU
sul Cambiamento Climatico, non può che ospitare un evento nazionale di
dimensioni importanti. E ha tutte le potenzialità per una
manifestazione sul clima dai grandi numeri.
Per questo, riteniamo necessario e indispensabile, anche alla luce dei
risultati emersi dalla recente Conferenza Internazionale sul Clima
che si è svolta alla London School Of Economics and Political Sciences
lo scorso 12/13 maggio, che anche in Italia si dia vita a una
coalizione nazionale che raccolga tutte le realtà impegnate sulle
tematiche climatiche e ambientali e nella salvaguardia dei beni
comuni.
Un'Alleanza Climatica in grado di incidere realmente e concretamente
nella società, nel fare nuova economia, nel ridisegnare le nostre
città e riconsiderare i nostri limiti e consumi; nel riacquistare la
fiducia e la freschezza delle nuove generazioni; nel rivedere gli
stili di vita e
i concetti di sviluppo; nell'appropriarsi di conoscenze, strumenti e
competenze per progettare un futuro sostenibile dei territori.
A questo scopo, convochiamo tutte le realtà a cui è destinata questa
comunicazione alla prima riunione milanese per la Campagna
Mondiale sul Clima che si terrà lunedì 25 giugno dalle 18 alle 20
presso la sede di Punto Rosso / Forum delle Alternative, ATTAC,
Libera Università Popolare e Un'Altra Lombardia, in via Morigi 8 – Milano.
Incontro promosso da ECOISTITUTO TERREMUTANTI (Global Climate Campaign - Italia)