[Forumgenzano] dopo il gay pride

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Da il manifesto del 16/06/2007

I fili riannodati di un lungo Novecento
Dal movimento operaio all'attitudine queer. La raccolta di saggi «Da Vladimir Ilich a Vladimir Luxuria»
Cinzia Arruzza
Non è un libo su Vladimir Luxuria. Né sul movimento Lgbtq. E nemmeno una storia dei femminismi. Da Vladimir Ilich a Vladimir Luxuria. Soggetti di liberazione, rivoluzioni e potere, titolo quanto mai provocatorio, pubblicato da Edizioni Alegre, è una raccolta di saggi, o «relazioni», che vertono tutti, da prospettive e angolazioni diverse, attorno a un tema centrale. La ricerca di un soggetto perduto, polverizzato dalle sconfitte del movimento operaio novecentesco, smarrito nelle pieghe di una politica che non riesce più a trovare la dimensione dell'agire collettivo come rottura con l'esistente.
L'autrice, Lidia Cirillo, è stata per anni animatrice del laboratorio di pensiero femminista dei Quaderni viola. E il femminismo è, infatti, la chiave per tornare a leggere i momenti più alti e più bassi della tradizione e della storia di un movimento operaio, condannato a fare i conti con un fenomeno ricorrente: la cristallizzazione di caste e ceti politici o quella che in altri tempi si definiva come burocrazia.
Nel femminismo è possibile trovare le risorse per una nuova critica del potere e dei processi di burocratizzazione, già a partire dalla semplice constatazione che l'espropriazione del potere (inteso come verbo), da parte di caste, ceti e burocrazie colpisce sempre le donne, le prime escluse dal Potere.
Ma il pensiero la teoria femminista può essere anche la fonte, ricca di risorse nascoste, di una nuova riflessione sul soggetto, un angolo di visuale che permetta di comprendere meglio la crisi che oggi attraversa i progetti di rottura e superamento del capitalismo: «Un soggetto che la differenza sessuale non basta a definire si è continuamente perso, dopo essersi per brevi periodi ritrovato. Le sue illusioni su se stesso e nello stesso tempo lo straordinario potenziale di liberazione (...) meritano di essere almeno compresi nella ricerca che ci è sembrata per uomini e donne più utile. La ricerca appunto su come nascono, vivono, si decompongono e ritornano i soggetti di liberazione».
Una raccolta di «relazioni», perché questo volume nasce da una serie di interventi tenuti dall'autrice negli ultimi anni, in occasione di seminari di formazione e dibattiti rivolti principalmente a giovani militanti. Il dialogo e il confronto con questi e queste giovani è parte integrante del percorso che si dispiega lungo queste pagine, e che conduce, attraverso gli strumenti della filosofia, della psicoanalisi e della storia, dalla rivoluzione d'ottobre ai «soggetti dal buon narciso» della storia del movimento operaio, dalla critica femminista del potere e della violenza alla Marx-Renaissance italiana degli ultimi anni. In una ricerca che mette insieme alcuni grandi problemi della teoria femminista , della teoria marxiana (le duplicità della formazione del soggetto-classe in Marx), della storia (la presa del Palazzo di inverno come momento centrale di un processo di liberazione collettivo e di massa), ma anche l'analisi delle dinamiche più recenti del Prc, tra oscillazioni programmatiche e fenomeni di burocratizzazione.
Questo volume ha un carattere «militante», pur non rivolgendosi esclusivamente ad attivisti. Ha un carattere militante, perché della lunga militanza dell'autrice, in luoghi e organizzazioni del movimento operaio e del movimento femminista, si nutre. Affronta inoltre problemi e nodi che si pongono inevitabilmente a chi voglia provare, dall'interno di una dimensione dell'agire collettivo, a riannodare un filo spezzato, facendo i conti con la propria storia, arrischiando diagnosi, ma provando anche a proporre e individuare «campi di possibilità di liberazione, eventi liberatori, difficoltà superate, sia pure parzialmente e per un momento soltanto».

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