Re: [NuovoLab] Vostro Comunicato

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著者: Elisabetta Filippi
日付:  
To: forumgenova
題目: Re: [NuovoLab] Vostro Comunicato
Scusate ho sbagliato, dovevo indirizzare al forum palestina.

Elisabetta


>From: "Elisabetta Filippi" <elisabettafilippi1@???>
>Reply-To: Mailing list del Forum sociale di Genova
><forumgenova@???>
>To: forumgenova@???
>Subject: [NuovoLab] Vostro Comunicato
>Date: Mon, 18 Jun 2007 11:32:05 +0200
>
>L'associazione "Zaatar" aderisce al documento del forum palestina.
>
>Elisabetta Filippi (zaatar)
>
>
>Le ipoteche sulla Palestina
>
>Comunicato del Forum Palestina
>
>I drammatici sviluppi della situazione e i violentissimi scontri interni
>allo scenario politico palestinese, devono essere valutati nella loro
>interezza e nelle loro possibili conseguenze.
>
>1.. Le responsabilità di quanto accaduto pesano enormemente sulla
>cosiddetta
>"comunità internazionale" e in modo particolare sull'Unione Europea
>(compreso il governo italiano), che ha assecondato la politica di
>strangolamento dei Palestinesi voluta da USA e Israele. Aver contribuito
>con
>l'embargo ad affamare la popolazione e a demolire quel minimo di struttura
>statale nei Territori Palestinesi - assecondando l'assedio di Arafat prima
>e
>la delegittimazione del governo palestinese poi, sistematicamente
>perseguiti
>da Israele - ha prodotto quella "africanizzazione" della realtà palestinese
>che ha aperto la strada alla ingovernabilità di Gaza. Il degrado, la
>miseria, l'assedio hanno prodotto l'autonomizzazione di gruppi e clan che
>hanno sostituito le istituzioni nella soluzione dei problemi della vita
>quotidiana di quasi un milione di persone rinchiuse in quella prigione a
>cielo aperto che è Gaza. La cinica ostinazione con cui Unione Europea e
>Stati Uniti hanno impedito al governo palestinese democraticamente eletto
>di
>fare fronte alle esigenze della popolazione, ha volutamente mirato a questo
>risultato.
>
>
>2.. L'attuale frammentazione dello scenario politico palestinese spazza via
>definitivamente l'inganno e le ambiguità del processo negoziale di Oslo e
>il
>conseguente ruolo dell'ANP, attraverso la quale si è cercato di liquidare
>l'OLP come organismo unitario della lotta di liberazione palestinese,
>rappresentativo sia della popolazione dei Territori Occupati che dei
>milioni
>di Palestinesi della diaspora e del loro diritto al ritorno. In questo
>processo, le responsabilità principali sono di Al Fatah, che è stata la
>maggiore organizzazione e la fondatrice dell'OLP ma che si è prestata a
>tale
>operazione. Nonostante le pressanti richieste dei suoi militanti migliori,
>a
>partire dai dirigenti detenuti nelle carceri israeliane, la mancata
>autoriforma interna di Al Fatah, che non ha più convocato il suo congresso,
>non ha orientato i suoi militanti e soprattutto non ha voluto fare piazza
>pulita dei corrotti e dei collaborazionisti filo-israeliani al suo interno,
>hanno portato ad una crisi di credibilità profonda e per molti versi
>irreversibile. Oggi l'unica soluzione possibile sarebbe lo scioglimento
>dell'ANP, la conseguente denuncia degli accordi di Oslo (mai rispettati
>dagli occupanti israeliani) e la convocazione del congresso di Al Fatah che
>spazzi via la sua attuale direzione politica e riconsegni
>quell'organizzazione al suo ruolo storico di movimento di liberazione del
>popolo palestinese, accanto alle altre forze della resistenza.
>
>3.. Nella specifica situazione di Gaza, la decisione di Abu Mazen e di Al
>Fatah di forzare la mano, affidando nuovamente nei mesi scorsi la sicurezza
>della Striscia ad un personaggio inviso come Mohammed Dahalan, è stata una
>scelta sciagurata che ha privilegiato l'idea di sostituire una credibilità
>perduta con manipoli di uomini armati e finanziati da U.S.A., Egitto e
>Israele. Questa decisione ha legittimato e scatenato la reazione delle
>correnti più estreme di Hamas, che hanno avuto gioco facile nella
>contrapposizione politica, morale e militare con Al Fatah a Gaza, dove il
>suo volto era rappresentato da personaggi come Dahlan, il cui ruolo di
>collaborazionista, torturatore e corrotto speculatore non era e non è
>sconosciuto a nessuno.
>
>
>4.. Oggi si affaccia concretamente il rischio che i Territori Palestinesi
>si
>trasformino in bantustans separati tra loro. Esiste cioè il pericolo che il
>progetto coloniale israeliano si realizzi pienamente con la divisione dei
>Palestinesi tra Gaza, due enclavi in Cisgiordania e un ghetto sempre più
>ridotto a Gerusalemme Est. Questa prospettiva viene oggi invocata da tutti
>i
>circoli sionisti più aggressivi e non trova proposte alternative da parte
>della cosiddetta comunità internazionale, che anzi sembra pronta a
>collaborare per la realizzazione di questo scenario, con il dispiegamento
>di
>una forza militare multinazionale a Gaza, irresponsabilmente evocato tempo
>fa dal ministro D'Alema ed oggi rilanciato dal premier israeliano Olmert e
>da Javier Solana per l'Unione Europea (con accezioni diverse tra loro).
>Questa forza non avrebbe altro compito che quello di gendarmeria
>antipalestinese ed è stata giustamente respinta sia da Mustafà Barghouti
>sia
>da Hamas come forza occupante da trattare di conseguenza.
>
>
>5.. E' bene che questa situazione venga tenuta presente dai tanti, troppi
>che nel nostro Paese hanno subito la fascinazione dell'intervento in Libano
>e potrebbero ripetere lo stesso errore sostenendo quello a Gaza. A costoro
>chiediamo quale pensano possa essere la reazione di una popolazione che
>subisce da oltre un anno l'affamamento provocato dall'embargo cui è stata
>sottoposta per non aver votato come volevano a Washington e Tel Aviv: come
>si pensa verrebbero accolti dai Palestinesi i soldati dei governi, come
>quello italiano, che hanno contribuito alla disperazione ed alla miseria di
>Gaza e dell'intera Palestina?
>
>6.. Infine, la situazione sul campo, se da un lato ipoteca fortemente le
>prospettive di decenni di lotta di liberazione dei palestinesi, dall'altro
>sposta in avanti le soluzioni possibili, mettendo fine all'ipocrisia dei
>"due Stati per due popoli" e ponendo nuovamente alla discussione la
>prospettiva di "un solo Stato, laico, democratico e multietnico", fondato
>sul concetto di cittadinanza piuttosto che su quello di sangue e religione,
>uno Stato modernamente inteso che ponga fine, almeno in quell'area,
>all'orrore storico degli stati confessionali ed etnicamente puri.
>
>
>Il Forum Palestina in questi anni si è assunto la responsabilità di tenere
>la questione palestinese dentro l'agenda politica dei movimenti e nel
>nostro
>Paese, di impedire con ogni mezzo la liquidazione della "seccatura
>palestinese" nel dibattito e nell'azione politica della sinistra italiana.
>Riteniamo che oggi questo compito non sia affatto esaurito, semmai è più
>drammatico ed urgente. Per questo invitiamo tutte le realtà che in questi
>anni hanno animato la rete nazionale attivatasi intorno al Forum Palestina
>ad incentivare le occasioni di confronto e di iniziativa. Anche se il vuoto
>lasciato dalla scomparsa di Stefano Chiarini non sarà facile da riempire,
>riteniamo di dovere e potere mantenere gli impegni e il lavoro intrapreso
>in
>questi anni, con il contributo di tutti gli amici del popolo palestinese,
>della pace e della giustizia.
>
>Il Forum Palestina
>
>www.forumpalestina.org
>
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>e viene letto da tutti gli iscritti.
>L'iscrizione alla lista e' aperto a tutt*, ma consigliato solo alle persone
>che agiscono localmente per iniziative &quot;di movimento&quot; a Genova.
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