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Autor: Edoardo Magnone
Data:  
Para: forumgenova
Asunto: [NuovoLab] Basi militari, investimenti bellici, militarizzazione dei territori e della vita sociale


Basi militari, investimenti bellici, militarizzazione dei territori e della vita
sociale

Incontro della Rete nazionale Disarmiamoli il 30 giugno 2007

Incontro della Rete nazionale Disarmiamoli il 30 giugno 2007, Roma - Centro
congressi Cavour, ore 10

Il movimento contro la guerra italiano ha raggiunto in questi mesi un alto grado
di maturità politica.

Nonostante i tentativi di criminalizzare, sminuire, boicottare, “circuire” la
manifestazione nazionale del 9 giugno contro le politiche belliciste di Bush &
Prodi, il bellissimo e partecipato corteo sfilato da Piazza Esedra a Piazza
Navona ha evidenziato un dato oramai incontrovertibile: contro le politiche di
guerra in Italia esiste una soggettività plurale capace di muoversi sulla base
di precise parole d’ordine, indipendentemente dalle mille sirene filo
governative messesi in moto ben prima della risicata vittoria elettorale del
governo di centro sinistra. Un intero ceto politico si è ritrovato solo,
isolato dalle piazze, dalle aspettative tradite di milioni di ex “elettori”.

Le esperienze concrete delle realtà che da anni si battono contro le basi
militari, la militarizzazione e lo scempio dei territori sono punti di
riferimento imprescindibili per il rafforzamento di questo nuovo movimento
cresciuto nel paese. Su questo reticolo di comitati, forum sociali,
associazioni pacifiste, strutture antimperialiste, la Rete nazionale
Disarmiamoli ha scommesso in questi mesi e continuerà a scommettere nel
prossimo futuro, proponendo già alla fine di giugno un incontro nazionale per
“rinserrare le fila” delle tante strutture incontrate dalle carovane contro la
guerra che dal 19 al 9 giugno hanno attraversato l’Italia, per concentrarsi
nelle manifestazioni romane.

Le lotte contro la base a Vicenza, lo scudo antimissilistico, le basi USA NATO,
la presenza all’estero delle truppe coloniali italiane, la militarizzazione dei
territori e della vita sociale escono enormemente rafforzata dalla
manifestazione del 9 giugno. A noi la capacità di socializzare e radicare
questa grande energia nelle lotte dei prossimi mesi.

Le tappe che hanno portato a questa nuova fase lasciano il segno di una identità
forte, in dialettica diretta con i movimenti che in Italia e nel mondo si
battono concretamente contro la militarizzazione e lo scempio dei territori,
contro le basi militari e le logiche di guerra, siano esse uni o multi
laterali.

La Rete nazionale Disarmiamoli ha praticato un concreto percorso di
ricomposizione con l’obiettivo di riportare nell’agenda politica nazionale la
lotta antimilitarista contro basi di guerra, accordi militari e truppe di
occupazione all’estero. L’assunzione nelle piattaforme nazionali del movimento
No War delle parole d’ordine proposte in questi mesi è un importante passo in
avanti in questa direzione.
Si tratta ora di raccogliere le forze, rilanciando la mobilitazione sui temi e
gli obiettivi che scaturiscono dalle recenti mobilitazioni, a partire dalla
impellente questione Dal Molin.

L’incontro nazionale che proponiamo per sabato 30 giugno ha questo scopo,
divenendo nel contempo momento di confronto tra realtà territoriali,
rafforzamento della rete di relazioni ed organizzazione per le campagne del
prossimo autunno.

I TEMI CHE PROPONIAMO ALLA DISCUSSIONE SONO:

1) coordinamento delle mobilitazioni intorno alle “aree di crisi”, assumendo in
pieno lo spirito del Patto di mutuo soccorso anche sul terreno della lotta
antimilitarista, a partire dalla immediata mobilitazione al fianco del Presidio
permanente No Dal Molin. Attenzione particolare andrà data nei prossimi mesi
alle mobilitazioni contro la costruzione degli F35 a Cameri, contro
l’ampliamento delle basi di Sigonella e camp Darby

2) Rilancio della mobilitazione contro lo scudo antimissilistico, a partire
dalla raccolta di firme sulla Petizione popolare

3) Organizzazione del Comitato Promotore per la Legge di Iniziativa Popolare sui
trattati internazionali e sulle basi e servitù militari

4) rafforzamento della rete di relazioni nazionale in previsione del rilancio
autunnale delle mobilitazioni

Dalle manifestazioni al fianco della resistenza libanese nell’agosto del 2006
durante i bombardamenti israeliani, alla manifestazione del 17 febbraio al
fianco del popolo palestinese, sino al corteo del 17 marzo che ricordava
l’anniversario dell’invasione dell’Iraq, decine di migliaia di militanti si
sono mobilitati, indipendentemente dalle strutture delle grandi “organizzazioni
di massa”, impegnate a cogestire la “nuova” politica estera dalemiana. I 150.000
scesi in piazza il 9 giugno contro Bush e le politiche militariste del governo
Prodi esprimono ora - questo è il dato di novità assoluta - una soggettività
plurale indipendente da politiche estere con connotati chiaramente bipartisan.
Su questa capacità di autonomia ed indipendenza è bene che tutti riflettano. Il
movimento contro la guerra più che di leader avrà bisogno nei prossimi mesi di
unità e radicamento, di contenuti in grado di amalgamare settori sociali
diversi colpiti quotidianamente dai costi bellici, di coerenza nelle campagne
contro la militarizzazione dei territori, a partire dalla battaglia che ci
aspetta a Vicenza contro la base al Dal Molin.

Nel vivo di queste iniziative e mobilitazioni nasce l’ipotesi della Rete
nazionale Disarmiamoli, con l’obiettivo di mettere a valore il lavoro di tante
realtà territoriali impegnate da anni contro le basi USA NATO presenti nel
nostro paese, contro la militarizzazione dei territori e della vita sociale.

In questo tragitto abbiamo incontrato altre reti di movimento, portatrici di
culture e prassi politiche differenti, ma ugualmente determinate a tener fede
agli obiettivi storici del “No alla guerra senza se e senza ma”. Con queste
realtà abbiamo pianificato il progetto delle Carovane contro la guerra, per il
disarmo e la pace, veicolo concreto per conoscere e confrontarci, dal Nord al
Sud del paese, con i tanti comitati, social forum, associazioni e collettivi di
“resistenti”, tessuto connettivo imprescindibile del presente e del futuro
movimento contro la guerra.

Dal 19 maggio al 2 giugno abbiamo toccato oltre 50 realtà, grandi e piccole,
dalla Sicilia al Veneto, dal Piemonte alla Toscana, dalla Puglia alla Campania,
per giungere a Roma a contestare il militarismo dei fori imperiali, oggi
legittimato anche dalla spilletta del Presidente della Camera.

Durante le tappe abbiamo raccolto le firme sulla Petizione popolare contro lo
scudo antimissilistico, divulgato i testi delle leggi di iniziativa popolare
contro accordi militari, basi USA / NATO e ordigni nucleari, diffuso i
materiali e le informazioni di comitati ed esperti sulle basi e sulle guerre in
atto, smascherando le false politiche “di pace” di un governo intriso di
militarismo e servilismo verso il gigante d’oltreoceano.

Il 30 giugno sugli obiettivi praticati sino ad oggi e sulle proposte che
emergeranno durante il dibattito ci impegneremo, chiamando tutte le realtà del
movimento No War ad un confronto fattivo, in grado di rafforzare
complessivamente la lotta contro i venti di guerra che soffiano forte su tutto
il continente eurasiatico e mediorientale.

Nei prossimi giorni invieremo le partecipazioni individuali e collettive
all'incontro

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org

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