[Cm-milano] La stampa Usa: «Milano, smog record»

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Autor: xx x
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A: cm-milano
Assumpte: [Cm-milano] La stampa Usa: «Milano, smog record»
leggete la penosa replica di FormigOIL ...
chissà come gli brucia lo sputtanamento degli amici a stelle e striscie...

L'attacco dell'«Herald Tribune». Legambiente: scandalo mondiale La stampa
Usa: «Milano, smog record» La replica di Formigoni: «Abbiamo il miglior
piano europeo»

Smog a Milano (Tam Tam)
MILANO — Il Nord Italia agli occhi del mondo: famoso per la moda, il cibo,
la Fiat. Ma da ieri, secondo i grandi giornali americani, «può aspirare alla
celebrità anche in un altro, meno gradito settore»: lo smog. Il Nord e la
sua città più rappresentativa. Ecco la nuova Milano, sul New York Times e
sull'International Herald Tribune, un mostro sbattuto in prima pagina. Un
caso mondiale. La città che ha lanciato un'imponente operazione di marketing
per aggiudicarsi l'Expo 2015 si ritrova additata come una metropoli
soffocata, malsana, oppressa dall'inquinamento. L'analisi non è distante
dalla realtà: secondo l'ultimo rapporto dell'Organizzazione mondiale della
sanità, la Pianura Padana, con la Polonia, il Benelux e Los Angeles, è una
delle aree del mondo in cui lo smog provoca più morti (8.220 all'anno, in
tutta Italia, nel triennio 2002-2004). Un dato di fatto. Ma l'eco delle
prime pagine, nell'epoca della politica-immagine, può avere effetti
devastanti. Il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, sorride e
guarda lontano: «In quegli articoli manca una parte». Quale? «Siamo una
delle zone più inquinate del mondo, d'accordo. Ma siamo anche la Regione che
ha avviato la battaglia antismog più tenace e incisiva d'Europa». Ecco,
dunque, il messaggio per «gli amici americani»: «Quel titolo dovranno
cambiarlo: famosi per lo smog, ma anche per reazione allo smog». Battaglia
lunga. Ci vorranno anni. I dati sull'inquinamento, per ora, sono macigni. I
super affidabili, seri e documentati quotidiani Usa li snocciolano uno dopo
l'altro: a Milano, nel 2007, 80 giorni fuorilegge per le polveri sottili (la
legge europea ne concede 35 per l'intero anno). E poi il progetto
Eurolifenet: iGenitori antismog, associazione di cittadini, hanno fatto
indossare a 90 studenti milanesi delle centraline portatili per rilevare
l'inquinamento.
I valori di smog (convalidati dall'Istituto dei Tumori e dal centro di
ricerche di Ispra, della Comunità europea) sono stati uno choc. Fino a 200
microgrammi di polveri sottilissime (Pm 2,5) alle fermate dei bus, in metrò,
passeggiando in strada (l'Oms raccomanda di non superare i 25). Le foto dei
ragazzi antismog hanno fatto il giro del mondo. Le conclusioni sono bordate:
«Mentre le altre grandi aree di inquinamento in Europa — scrive il Nyt —già
dal 1990 hanno ridotto le emissioni, quelle in Italia sono aumentate».
L'Italia rischia «di dover pagare miliardi di euro in multe se le cose non
cambiano». L'immagine di Milano senza respiro rimbalza tra le news globali.
Nei prossimi giorni anche la rete televisiva Abc dovrebbe trasmettere un
reportage sulla città «della moda e dello smog». Ma il sindaco, Letizia
Moratti, preferisce non commentare, delegando la risposta a un comunicato
dell'assessore all'Ambiente, Edoardo Croci: «Milano ha già avviato un piano
di interventi per ridurre le emissioni di polveri sottili del 25 per cento
entro il 2011». Anche se a breve si annunciano giorni di fuoco, con la
maggioranza dello stesso sindaco (An e FI) che manovra per ostacolare il
progetto di ticket antismog che dovrebbe partire il prossimo novembre. Gli
ambientalisti affondano il dito nella piaga: «La notizia non sono i livelli
di smog, ma il vuoto delle politiche — attacca Andrea Poggio, vice direttore
nazionale di Legambiente —. La legge regionale sull'aria è arenata, la
sperimentazione del ticket non sappiamo neppure se passerà in giunta. È
questo lo scandalo mondiale». E gongolano, infine, i Genitori antismog,
madri e padri milanesi che da anni fanno salti mortali per chiedere più
impegno ai politici. Oggi sventolano le prime pagine del Times edel Tribune.
È una vittoria tutta loro: «Viviamo in una città ricoperta di macchine —
spiega Anna Gerometta —, vogliamo più piste ciclabili e più mezzi pubblici.
La nostra voce arriva dal basso. Il mondo si è reso conto che abbiamo
ragione. Speriamo se ne accorga anche chi governa Milano».

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