Lettera Aperta di un ciclista urbano ai Colleghi
Cari Ciclisti,
Tutte le sante mattine, dopo unabbondante dose di caffè e yogurt, inforco la mia amata bicicletta (o se preferite pianto il culo sulla sella
) e pratico uno degli sport più pericolosi che esistano: vado a lavorare.
Come molti di voi, noto le facce incazzate degli automobilisti, respiro unaria puzzolente, evito di farmi spiaccicare dai SUV, schivo scooter assassini, smart con lo stereo a palla, e, dio (lo scrivo piccolo perché sono ateo) ce ne scampi, fuggo le automobiline truccate dei ragazzini lobotomizzati, acquistate loro da genitori deficienti.
Gli altri smadonnano in fila sul lungotevere, io fischietto allegro sul marciapiede, scampanellando e chiedendo permesso e scusa ai pedoni.
Ogni tanto incontro qualche altro ciclista e lo saluto sorridendo, pure se non lo conosco; devo dire che la maggior parte ricambia
sempre sorridendo.
Quando posso divento un pezzetto di CM, spesso faccio la CM da solo, a volte senza accorgermene, nel senso che magari sono distratto e viaggio esattamente al centro della strada, con clacson e parolacce di rito.
Nei weekend mi piace andare in giro in bici, spesso con gli amici, sempre con la mia fidanzata Nadia, ciclista urbana pure lei.
La sera, se esco, esco in bici, sfottendomene allegramente di carenze di parcheggi e ZTL, dei ladri no, di quelli sono terrorizzato e non mi fa stare tranquillo nemmeno la mia catena di acciaio cementato.
Destate faccio dei bellissimi viaggi in bici, sempre molto romantici, con laffascinante e amata ciclista poco prima menzionata (questestate abbiamo in programma Copenhagen Berlino).
Come ciclomeccanico sono una mezzasega, ho fatto il corso dal capo/babbomeccanico (fornitore di lucine magnetiche, così non compro le batterie: risparmio e non inquino), so cambiare la camera daria, smontare le ruote, regolare i freni e il cambio; non so smagliare e rimagliare la catena.
Vi starete chiedendo perché vi annoio con il resoconto della mia quotidianità
Molto spesso leggo su questo blog o sulla Lista (di cui sono accanito lettore anche se non cho mai scritto) commenti che eufemisticamente definirei poco positivi sulla classe politica italiana, soprattutto su quella romana.
Premesso che la maggior parte dei politici non fa un cazzo per la ciclabilità, vorrei sommessamente farvi notare che tra le parole maggior parte e tutti cè una certa, esigua, differenza.
Quello che semplicemente vorrei dirvi è che nelle istituzioni, oltre ad esserci molta gente con le mani sporche, cè anche qualcuno con le mani sporche di grasso, che QUOTIDIANAMENTE pensa a come migliorare (e soprattutto prolungare) la vita dei ciclisti (presenti e futuri) e contemporaneamente la vita di tutti.
Chiedo scusa per il disturbo, ma non ne potevo più, cercate di capire un politico frustrato. ;-)
Cordialmente vostro
Alessandro Ranieri (Ulivo)
Vice Presidente del Consiglio
Municipio Roma XVII
PS: La mia Bici è unibrida (MTB-City) Fucsia ( la Pode-Rosa), iperaccessoriata, peserà almeno 20 KG. + Catena. (infatti Bellino mi piglia per il culo
)
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